AGCOM



26
maggio

L’AGCOM PIZZICA IL TG3: DI PARTE, ORA PIU’ SPAZIO AL CENTRODESTRA.

Tg3, Bianca Berlinguer

Cartellino rosso contro ‘bandiera rossa’. Tanto tuonò che piovve, e un bel giorno anche l’Agcom si accorse che in tv le informazioni da riequilibrare non riguardano soltanto il centrodestra. In una nota, il Garante ha infatti richiamato il Tg3 di Bianca Berlinguer a dare spazio, entro domani, ad un esponente dello schieramento opposto a quello di Antonio Di Pietro, dopo l’intervista del 20 maggio scorso al leader Idv sul ballottaggio a Napoli. Il provvedimento è stato emanato dall’Autorità a seguito di un esposto presentato da Alessio Butti, capogruppo del Pdl in Commissione di Vigilanza Rai.

A richiamare l’attenzione dell’Agcom è stata dunque l’intervista che il Tg3 rivolse in diretta ad Antonio Di Pietro, senza che alle sue parole seguissero repliche di diversa natura politica. Per bilanciare quei minuti di ‘Tonino show’ la Commissione servizi e prodotti dell’Autorità ha deliberato, a maggioranza, di richiamare il notiziario della Berlinguer a concedere eguale spazio ad un esponente della maggioranza di Governo. Tra i voti favorevoli al richiamo, anche quello del Presidente dell’organo di garanzia Corrado Calabrò.

Lunedì scorso l’Agcom era intervenuta con fermezza contro i principali tg nazionali che avevano offerto una sovraesposizione al premier Silvio Berlusconi. Le multe avevano colpito in particolare il Tg1 e al Tg4 (maggiori info qui). Ma alla luce dei dati resi noti dal Garante a motivazione di quei provvedimenti, qualcosa non tornava. Alcuni infatti notarono che, in quegli stessi giorni,  il Tg3 aveva riservato il 51,89% dello spazio alle opposizioni e solo il 35,83%  a maggioranza e governo (assieme). Non che a Rainews24 le cose andassero meglio: il notiziario di Corradino Mineo aveva riservato il 50,39% dei minuti a disposizione alla sinistra e il 36,45% per cento a Berlusconi e Bossi. Possibile che la solerte Commissione non se ne fosse accorta?




26
maggio

PORTA A PORTA, BERLUSCONI ACCUSA: “CONTRO DI NOI UN BLOCCO MEDIATICO TERRIFICANTE”. IL CAV PENSA AL PIANO B PERCHE’ IL SUO ‘REALITY’ NON FINISCA

Silvio Berlusconi, Porta a porta

Vabbè dai, per un po’ non ne parliamo e così par condicio è fatta. Non fai in tempo a pensarlo che Silvio ti ha già fregato. Sul campo minato della comunicazione il premier è un vecchio luccio: sa bene che certe dichiarazioni non passeranno inascoltate se pronunciate in tv al momento giusto. Qualcuno le commenterà, si indignerà e anche i media non potranno fare a meno di parlarne. Nella puntata di Porta a Porta andata in onda ieri sera, l’ospite unico Berlusconi ha adottato questa strategia, lanciato com’è all’inseguimento di un risultato elettorale dalle implicazioni particolarmente decisive. Nel salotto di Bruno Vespa si è parlato degli imminenti ballottaggi per le Amministrative, ma non solo.

Moratti, Pisapia, De Magistris, Agcom, tenuta del Governo, congiura dei pm… Il ‘Cavaliere mascarato’ è andato a ruota libera. Nel commento agli esiti elettorali del primo turno, ha affermato che se i candidati del centrodestra hanno ottenuto risultati insoddisfacenti è perchè “c’è un motivo preciso: abbiamo contro di noi un blocco mediatico terrificante“. E le multe dell’Agcom ai principali tg? “Una follia“. Il cerimoniere Bruno Vespa interroga Berlusconi sui principali argomenti politici che tengono banco in questi giorni. Lui risponde senza esitare, con la parlantina da ultimi giorni di campagna elettorale.

Il Cav denuncia l’accanimento della magistratura contro di lui, paragonandosi al genio Leonardo (“come avrebbe terminato la Gioconda se qualcuno lo avesse preso sempre a schiaffi?“). Sostiene poi che la sinistra potrebbe vincere solo nel caso gli elettori dimentichino il cervello a casa. Parla, parla, e ancora parla. Ritornando sulle elezioni chiosa: “la partita, come nel calcio, finisce dopo 90 minuti, qui la partita finisce dopo il secondo turno“. Ed è vero: aspettiamo lunedì a stabilire chi ha fatto Kakà.


25
maggio

MULTE AGCOM AI TG, PER BERLUSCONI E’ “UNA VERA FOLLIA”

Silvio-Berlusconi

Quando si dice fare i conti senza l’Agcom. Ai vertici Mediaset gira ancora la testa dopo la batosta che venerdì scorso si è abbattuta impietosa sui telegiornali del gruppo: più di 258.000 euro la multa per il TG4, 100.000 per il TG5 e per Studio Aperto. Il conto per le interviste a Silvio Berlusconi è salato: 458.000 gli euro in totale da pagare (per maggiori info clicca qui).

Sconcerto e stupore hanno prevalso nelle reazioni dei Direttori. Mediaset ha dichiarato di voler ricorrere immediatamente al Tar contro quella che è sembrata una spedizione punitiva. Ma il Cavaliere come ha reagito alla presa di posizione dell’Authority? I primi commenti dal diretto interessato arrivano solo oggi, dall’Ufficio di Presidenza del PdL e a riferirli sono alcuni presenti:

Una follia, una vera follia. Nei giorni in cui sono rimasto in silenzio tutti, a cominciare dall’opposizione, mi chiedevano di pronunciarmi sull’esito del primo turno. Insomma, prima mi chiedono di parlare e poi puniscono i Tg per avermi dato la parola, una vera follia”.





24
maggio

AGCOM: SUPER MULTE AI TG CHE HANNO ‘SOVRAESPOSTO’ IL PREMIER. ERA INEVITABILE?

Silvio Berlusconi, Tg1

L’Agcom non perdona e picchia duro. Rocky gli fa un baffo. Ieri l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha tartassato i principali tg di Rai e Mediaset, multandoli sonoramente per aver violato la par condicio in occasione delle interviste rilasciate venerdì scorso dal premier Silvio Berlusconi. Una stangata senza precedenti, emessa a maggioranza dalla Commissione servizi e prodotti dell’Authority per punire la sovraesposizione che Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Studio Aperto avrebbero ‘regalato’ al Cavaliere in questi delicati giorni di campagna elettorale. L’onerosa batosta ha suscitato reazioni, critiche ed anche perplessità sul ruolo assunto dal Garante.

Alla luce degli esposti presentati” ieri l’Agcom ha deliberato di infliggere a Tg1 e Tg4 la sanzione massima prevista dalla legge (258.230 euro), in quanto recidivi, mentre a Tg2, Tg5 e Studio Aperto una multa di 100 mila euro ciascuno. Tanto costò loro un’intervista a Berlusconi. Dopo aver ricevuto la bastonata, i diretti interessati hanno manifestato il loro disappunto. Secondo il direttore del Tg1 Augusto Minzolini la sanzione avrebbe messo da parte il criterio giornalistico, mentre il responsabile del Tg5 Clemente Mimun ha affermato che ”quel che è accaduto è di una gravita inaudita e si manifesta come una pesante intimidazione“. In un comunicato, Mediaset ha fatto sapere che “ricorrerà immediatamente al Tar“.

Intanto le multe emesse del Garante gravano sulle principali testate telegiornalistiche – solo Tg3 e Tg La7 si salvano - gettando benzina sul già rovente clima politico raggiunto negli ultimi giorni in vista dei ballottaggi per le Amministrative. L’informazione televisiva non ne esce certo rafforzata nell’immagine. Anzi. Così, viene spontaneo domandarsi se la super tirata d’orecchie dell’Authority si potesse in qualche modo evitare. Dopotutto la notizia delle interviste a  Berlusconi era stata divulgata diverse ore prima della loro trasmissione (se ne parlava già dalle 9 del venerdì mattino, ndDM), e qualche dirigente avrebbe potuto valutare per tempo l’opportunità di bloccarne la messa in onda integrale causa par condicio. Pare che questa accortezza non ci sia stata.


21
maggio

RAI, GARIMBERTI RICHIAMA I TG DOPO IL BERLUSCONI SHOW: ORA SERVE RIEQUILIBRIO

Il Presidente della RAI, Paolo Garimberti

Il Presidente della Rai Paolo Garimberti chiede un riequilibrio tempestivo per dare spazio a punti di vista di candidati o leader di partiti diversi da quello del Presidente del Consiglio. La richiesta arriva con toni severi ed espliciti, dopo che ieri Silvio Berlusconi aveva rilasciato interviste ai principali notiziari nazionali (Tg1, Tg2, Tg4, Tg5, Studio Aperto). Un contropiede mediatico inaugurato dal Cavaliere a seguito della batosta elettorale al primo turno delle Amministrative.

”Un conto è dare una notizia, e il primo commento del Presidente del Consiglio ai risultati delle amministrative certamente lo era. Altro discorso è consentire che questa notizia diventi poi una sorta di comizio, per giunta senza un’adeguata compensazione con opinioni di altri candidati” ha affermato Garimberti, proseguendo: “Questo nessun giornalista dovrebbe mai permetterlo, meno che mai i giornalisti del Servizio Pubblico che devono sempre avere chiara la missione fondamentale che è affidata loro: informare e dare al cittadino la possibilità di avere un panorama completo delle opinioni“.

Una sferzata ai notiziari Rai che ieri hanno offerto ampio spazio alle dichiarazioni del premier, il quale ha parlato del responso delle urne ma ha anche utilizzato toni da campagna elettorale. “Alla luce di quanto accaduto, è necessario che la Rai – per adempiere appieno alla sua missione di servizio pubblico – riequilibri tempestivamente dando spazio sui temi delle amministrative a punti di vista di candidati o leader di partiti diversi da quello del presidente del Consiglio” ha concluso il Presidente della Rai.





21
maggio

SILVIO CI (RI)METTE LA FACCIA. IL PREMIER INVADE I TG E PREPARA ‘L’ARMA SEGRETA’ IN VISTA DEL VOTO

Silvio Berlusconi, Studio Aperto

Silviuccio se la fa sotto, teme la sconfitta. Per un attimo qualcuno ci avrà creduto davvero, ingannato da quei quattro giorni di silenzio stampa che Berlusconi si era riservato dopo la batosta ricevuta al primo round delle Amministrative. Da lunedì scorso, quando i risultati delle urne facevano rialzare il crestino alla sinistra, il Cavaliere sembrava infatti diventato muto e incapace di reagire alla tranvata elettorale arrivatagli tra capo, collo e tupè. In realtà il premier ha impiegato questo tempo per incontrarsi con collaboratori, alleati, spin doctor e delineare una micidiale controffensiva mediatica iniziata proprio ieri. Alla fine ha deciso di metterci nuovamente la faccia, e nel giro di 24 ore ha rilasciato cinque interviste ad altrettanti telegiornali: Tg1, Tg2, Tg4, Tg5 e Studio Aperto. Un vero blitz.

Il contropiede berlusconiano è scattato nel tardo pomeriggio di ieri con l’apparizione a Studio Aperto. “Non consegneremo Milano agli estremisti” ha promesso il Cav, confidando sull’appoggio di quei cittadini “rimasti turbati dalle bandiere rosse con la falce e martello” sventolate all’ombra della Madunina per Giuliano Pisapia. I toni scelti dal premier sono rassicuranti, propagandistici ma lontani dalle accuse aggressive che avevano caratterizzato la prima tornata, penalizzandolo.

Da un tg all’altro: avanti il prossimo. Berlusconi sta fisso, seduto alla scrivania presidenziale, mentre davanti a lui si succedono giornalisti e telecamere. Così si passa al Tg4, dove il premier elenca le sciagure che potrebbero colpire Milano in caso di vittoria del centrosinistra: “Più tasse per tutti con la revisione del catasto, poi estensione dell’Ecopass che il sindaco Moratti ha deciso di abolire per i residenti, la costruzione di un grande centro islamico e il voto agli immigrati“. Roba che neanche le dieci piaghe d’Egitto, stando al racconto del Cavaliere. E il copione si ripete poi al Tg1, al Tg2 e alTg5  che assieme coprono il 60% degli ascolti.


11
maggio

ELEZIONI, L’AGCOM: “BERLUSCONI SOVRAESPOSTO NEI TG”. MULTA DI 100MILA EURO A MINZOLINI

Augusto Minzolini, Silvio Berlusconi

A tre giorni dall’apertura dei seggi per le elezioni amministrative l’Agcom estrae il cartellino rosso e ordina ai telegiornali un “immediato riequilibrio” tra le forze di maggioranza quelle di opposizione. In una nota emessa ieri, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha imposto ai notiziari un rispetto rigoroso della par condicio, richiamandoli a dedicare ai membri di Governo un tempo “riferito solo alla loro funzione governativa, nella misura strettamente indispensabile per assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione“. Questo monito - dice il Garante - deve valere in particolare per il premier Silvio Berlusconi che è anche capolista del Pdl al Comune di Milano.

L’ordine dell’Agcom è arrivato a seguito della presentazione di alcuni esposti e come criterio di analisi ha avuto il monitoraggio del pluralismo politico dell’informazione nella penultima settimana di campagna elettorale (1-7 maggio). In vista del voto per le Amministrative, che si terrà il 15 e 16 maggio prossimi, l’Autorità ha dunque imposto un riequilibrio tra maggioranza e opposizione in tutte le edizioni dei telegiornali, comprese ovviamente quelle principali della sera. Nello specifico, l’imparzialità dovrà anche essere ad personam e riguardare cioè il Berlusconi capolista del Pdl a Milano. Ma allora come comportarsi quando il Cavaliere si riferisce alla politica nazionale dal pulpito meneghino? Mistero buffo della par condicio.

Ieri la scure del Garante ha colpito soprattutto il Tg1. Il notiziario diretto da Augusto Minzolini ha infatti ricevuto una multa di 100mila europer l’inadeguata osservanza dell’ordine e dei richiami rivoltigli in precedenza” in materia di par condicio. Non è la prima volta che la testata della prima rete riceve ammonimenti dall’Agcom. L’ultimo richiamo, dello scorso mese di aprile, era stato respinto dal ‘direttorissimo’, convinto che il suo tg avesse sempre ”rispettato in maniera puntuale il criterio della tripartizione tra governo, maggioranza ed opposizione“.


14
aprile

VITTORIO SGARBI PRONTO A CONDURRE ‘IL MIO CANTO LIBERO’ DAL 2 MAGGIO. E PER EVITARE LA PAR CONDICIO:”MI DIMETTO DA SINDACO DI SALEMI”

Vittorio Sgarbi

Un solista senza spartito come Vittorio Sgarbi non poteva scegliersi un titolo migliore. Ha detto che si chiamerà “Il mio canto libero“, come la canzone di Lucio Battisti, il programma televisivo che lui stesso condurrà su Rai1. Il critico d’arte più famoso d’Italia lo ha annunciato ieri durante l’intervista rilasciata alla trasmissione di Radio2 Un giorno da pecora, nella quale si è dichiarato pronto a cominciare già dal prossimo 2 maggio, par condicio permettendo. Sull’avvio dello show, infatti, penderebbero ancora alcune riserve legate principalmente alla concomitanza con il periodo elettorale. Ma niente paura: il vulcanico sindaco di Salemi avrebbe pronta una soluzione per aggirare l’ostacolo.

Mi dimetto il primo maggio” ha affermato Sgarbi, con l’intenzione di andare in diretta il giorno successivo. “Ma lo sa Masi?” chiedono i conduttori di Radio2, e lui: “certo, ci ho parlato ieri sera e ho detto che prima chiediamo a Calabrò (Corrado, presidente Agcom, ndDM) se il sindaco di Salemi è in par condicio e se la risposta è sì mi dimetto subito, con effetto immediato“. Nella speranza di riuscire ad attuare il piano, l’impetuoso Vittorio ha già pensato a tutto il resto, a cominciare dall’argomento della prima puntata. “Sarà su Dio, e ci saranno come ospiti Lech Walesa, il Vescovo di Noto e Matthew Fox, il teologo delle 95 tesi” ha anticipato ieri, proseguendo: “la seconda sarà dedicata alle donne, la terza al tema ‘Liberta e Giustizia’, la quarta ‘Il Vero e i Falso’, la quinta ‘Follia e Bellezza’, la sesta alla Biennale di Venezia“.

Poi ha smentito le anticipazioni diffuse dal Fatto Quotidiano sugli altri suoi possibili ospiti. Patty Pravo, Ligabue, Baricco, Ferilli e Roberto Baggio? “Mai invitati. C’è una lista di nomi che delle spie dentro la Rai passano al Fatto” ha detto. Il quotidiano diretto da Antonio Padellaro aveva scritto che tra gli autori dello show di Sgarbi ci sarebbe stata anche la sua compagna Sabrina Colle, la quale avrebbe percepito 40mila euroNon è vero, il Fatto dovrebbe chiamarsi La Menzogna” ha sbottato il critico d’arte, spiegando: “ieri sera ho chiamato la mia ragazza e lei per l’ennesima volta ha detto no, perchè non le piace la televisione e perchè vuole metterla in c…o al Fatto“.