Adam Ward



26
agosto

OMICIDIO IN DIRETTA SULLA TV AMERICANA. L’ASSASSINO FILMA TUTTO, POI SI SUICIDA

Reporter e cameraman uccisi in diretta in Virginia

Reporter e cameraman uccisi in diretta in Virginia

Nell’era del voyeurismo dilagante, fomentato e incrementato dall’utilizzo costante dei social, dalla messa in onda di reality di ogni genere in cui ogni momento privato è stato sviscerato e dato in pasto al pubblico, si è aggiunto a questo enorme puzzle mediatico il pezzo che mancava: un omicidio in diretta. E’ quanto è successo ieri pomeriggio in America, su una rete locale della Virginia, a pochi passi dalla capitale Washington: una giovanissima e bionda reporter della stazione Wdbj 7 Alison Parker, appena 24enne, e il suo cameraman Adam Ward, di 27, sono stati brutalmente uccisi da un loro collega, un ex reporter licenziato di recente, che ha ben pensato di riscattarsi con questo servizio in esclusiva.

L’assassino Bryce Williams filma l’omicidio in diretta

Al killer infatti, non bastava che l’omicidio andasse in onda solo per i pochi “fortunati” che stavano seguendo la tv in quel momento. Con una pistola in una mano e lo smartphone in un’altra, ha ripreso tutto con grande abilità, riuscendo ad immortalare il terrore sul volto della donna quando si è resa conto di cosa stesse succedendo.

Vester Lee Flanagan, in arte Bryce Williams, reporter afroamericano, morto poi in ospedale dopo aver tentato il suicidio, ha twittato e pubblicato su Facebook il video dell’omicidio (i social hanno, poi, rimosso gli account del killer. Dagospia li ha ripubblicati): la collega uccisa, Alison Parker, sarebbe stata rea di aver fatto commenti razzisti, per i quali in passato era stata indagata dalle autorità e scagionata.

Chi è l’assassino Bryce Williams

Bryce Williams

Bryce Williams

Un vero e proprio comportamento da terrorista quello di Williams, definito il “Jihadi John della Virginia”, comportamento già condiviso in passato da altri “sparatori di massa” americani, che per essere ricordati, avevano registrato l’azione cercando pretesti per giustificare il loro crimine. L’ex reporter ha fatto tutto questo, scrivendo anche un manifesto di 23 pagine spedito alla rete Abc nel quale ha spiegato di aver agito in rappresaglia alla strage nella chiesa afro-americana di Charleston: “Dio mi ha ordinato di farlo”.

Il 41enne omicida di Roanoke, la cittadina di quasi 100mila abitanti dove è avvenuto il delitto, era sempre stato un tipo difficile, creando problemi ovunque andasse. Nel 2000 aveva denunciato un’emittente della Florida sostenendo di essere stato discriminato e insultato, arrivando ad essere chiamato “scimmia”, ma la causa era finita in nulla. Flanagan sfata il mito di essere ricordato come una “persona tranquilla, buona”, come nella maggior parte dei casi succede quando avvengono omicidi del genere. Nemmeno gli ex colleghi delle diverse emittenti televisive per cui ha lavorato, infatti, ne conservano un buon ricordo.

Un uomo arrabbiato. Non era facile lavorare con lui. È stato coinvolto in molti episodi sgradevoli. Era strano, sembrava lo scemo del villaggio. Si sentiva perseguitato, alcuni dei ricordi.