“Io posso punirti una volta, due. Alla terza volta devo ammazzarti“. Minacce di morte in prima serata: l’aria si fa pesante, di piombo. Fanno discutere ed inquietano le violente affermazioni trasmesse giovedì scorso su La7, durante l’ultima puntata annuale di Servizio Pubblico. Davanti alle telecamere di Santoro, un signore incappucciato ha dichiarato di voler “ammazzare, nel vero senso della parola” qualche personaggio della scena politica, citando anche i nomi di Daniela Santanchè e Barbara D’Urso.
Parole sconcertanti, che il programma santoriano ha però deciso di mandare in onda integralmente. Così, su La7, il manigoldo ha potuto esporre le sue istigazioni alla violenza ed il suo odio per le Forze dell’Ordine. “I poliziotti sono nemici perché difendono quei criminali” ha affermato l’uomo senza volto, riferendosi alla classe politica. E giù pesante:
“Sono su Canale5 con mia mamma, che magari mi guardo Barbara D’Urso con quei quattro stronzi tipo la signora Santanchè che parla, e dopo tre minuti mi sale un nervoso tale che vorrei andare lì ad ammazzare nel vero senso della parola. Ma non posso, non perché non ho le capacità, ma perché fra me e loro ci sono quei personaggi, i poliziotti” ha minacciato il teppista.
Sfruttando l’occasione di avere un microfono a disposizione, l’uomo ha anche paventato di “sparare alle gambe”. Sul fronte istituzionale, ieri la Presidente della Camera Laura Boldrini ha espresso solidarietà a Daniela Santanchè, telefonandole. La deputata di Forza Italia, contattata da Il Giornale, ha fatto sapere di voler denunciare l’uomo che l’aveva minacciata di morte.
Le dichiarazioni trasmesse da Servizio Pubblico hanno sollevato polemiche ed indignazione, aprendo nuovamente il dibattito sui limiti del dovere di cronaca. E’ infatti doveroso domandarsi se fosse necessario mandare in onda quel delirio violento, soprattutto in un momento in cui l’esasperazione rischia di far degenerare la rabbia sociale. A nostro avviso, la scelta è stata a dir poco incauta, considerando anche la risonanza offerta a quelle parole.
Non è la prima volta che Michele Santoro lascia spazio all’impulso della violenza verbale. Lo scorso anno, nei promo del suo programma, il giornalista intervistò – tra gli altri – alcuni passanti che per i politici auspicavano “la ghigliottina in piazza Venezia“ o una bella schioppettata in fronte.
1. Giuseppe ha scritto:
22 dicembre 2013 alle 11:13