Partiamo subito con un’attenuante. Non è facile rendere accattivante una premiere, specie quando la stessa è incentrata sui casting e ciò che viene trasmesso allo spettatore è solo una sfilza di aspiranti cuochi, una sequela di volti dei quali si conoscono a malapena nome, età e provenienza. Il primo appuntamento con The Chef, purtroppo, arreca solo confusione aggravata da un montaggio veloce, velocissimo che ci permette solo di intuire e non familiarizzare con i concorrenti.
Eppure le premesse erano buone, solo 50 provinati – peraltro opportunamente scremati e ridotti a 28 dai coach Chiara Maci e Alessio Algherini - a dar vita al ballottaggio per entrare nella rosa dei magnifici 14. Già, la prima parte della trasmissione vive sulle prove 5 sensi dominate dalla food blogger e lo chef emergente della cucina italiana mentre per attendere i veri protagonisti di The Chef, gli stellati Davide Oldani e Filippo La Mantia bisognerà attendere le sfide 1 vs 1 che mettono di fronte i superstiti della fase precedente.
E se in questo contesto ci si aspetta di conoscere la personalità dei giudici o le loro preferenze gastronomiche si rischia di restare un po’ delusi. Della performance dei Barbieri, Bastianich e Cracco di Cologno – il paragone con MasterChef è obbligatorio anche alla luce delle sfide che ricordano tanto la Mystery Box del talent di Skyuno – resta solo qualche battuta poco incisiva dalla quale sembra Oldani il più “cattivo” dei due mentre La Mantia cerca maggiormente di entrare in empatia con i concorrenti senza sbilanciarsi nei giudizi.
La fase delle sfide è comunque troppo lunga e estenuante, 14 match (!) 1 contro 1 – seppur ridotte al minimo indispensabile in fase di montaggio – sono troppi anche per gli amanti del genere, anche perchè la celerità che domina questo primo appuntamento ci permette solo di “assaggiare” i concorrenti senza darci il tempo di capire qualcosa di più di ciascuno di essi a meno che non ci si trovi dinanzi al più classico dei “caso umani” che viene opportunamente approfondito e dato in pasto alle telecamere.
Il protagonista della serata è infatti il 33enne Onofrio Longo che, dopo aver passato le selezioni ed essere entrato così nella rosa dei 14 avendo dato ampio sfoggio di lacrime in fase di intervista post-sfida, viene richiamato all’ordine dai suoi datori di lavoro poichè aveva il permesso per assentarsi dal posto solo per un giorno. Non ci sono molte alternative, il licenziamento o il ritorno a casa con conseguente rinuncia a The Chef. Nonostante l’intercessione telefonica di La Mantia e Oldani, Onofrio sceglie alla fine di tornare a casa dando vita al più classico dei ripescaggi. La sua storia comunque ha il merito di dare un po’ di vitalità a una puntata che più che a un piatto di alta cucina è paragonabile a un panino con hamburger da fast food.