24
agosto

DE GRANDE FRATELLO HISTORIA UNIVERSALE/ 4: IL CASO MEDIO-ORIENTE

Grande Fratello Arabia

Il nostro dito sul mappamondo mediatico del Grande Fratello oggi bacia le sacre sponde di quella terra, tanto suggestiva quanto problematica, chiamata Medio-Oriente. Per chi pensava che le continue faide interne alla regione impedissero all’aereo del reality globale di decollare anche qui deve in qualche modo ricredersi, o quanto meno deve prestare attenzione alle dinamiche sviluppate dal format all’interno di questi paesi.

Arab Big Brother, questo il nome della versione locale dello show, ha avuto vita brevissima sollevando un polverone culturale senza paragoni. L’idea originaria era di creare un reality seriale che avesse come riferimento l’essenza intercontinentale del Grande Fratello africano e del format Superstar, una sorta di American Idol asiatico in cui si erano trovati a gareggiare dodici concorrenti provenienti da sette paesi arabi diversi.

Il destino di durare in broadcasting quanto un gatto in tangenziale incombeva come la famosa spada di Damocle sulla testa della produzione. Proprio per questo le menti creative erano state molto attente a non innescare la miccia delle polemiche, studiando un contesto di azione per i concorrenti che non offendesse la sensibilità religiosa dei vari culti indigeni.

In tale ottica fu partorito un loft alquanto insolito: bagni, camere da letto e stanze di preghiera separate per uomini e donne. La componente rosa aveva il grosso limite di doversi confinare nel gineceo: troppa grazia accedere al salotto dato che proprio le donne avevano avuto persino la deroga di potersi vestire quasi come delle occidentali. Ma niente da fare comunque: condanna di ferro da parte dei Talebani che vi hanno visto un ennesimo “sporco tentativo” di globalizzazione. Fiumi di manifestazioni hanno bloccato lo show con l’accusa di proporre contenuti inaccettabili per il sano mondo dei valori islamici.

Un intellettuale fondamentalista ha parlato (e riportiamo testualmente le sue accuse) di minaccia all’Islam essendo questo una forma di intrattenimento per animali ritenendo improponibile una promiscuità così intensa nella vita di gruppo. Precisiamo che non c’è stato nessun amorazzo o avvicinamento notturno. Se ci fosse stato un minimo di quello che è successo in Olanda sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale. Inaccettabile per la sharia, e dunque anche per la tv, la concessione del volto scoperto alle donne.

Nemmeno il tempo di eliminare i primi nominati, la produzione dopo soli undici giorni ha rinunciato a proseguire per evitare ulteriori disordini civili nei paesi dei concorrenti (Oman, Somalia, Arabia Saudita, Egitto, Libano, Kuwait, Tunisia, Iraq, Giordania, Siria, Bahrain). La grande scommessa dunque di mettere assieme anche Sunniti e Sciiti. La molla dell’opposizione è scattata proprio nello stesso Bahrain in cui si era costruito tutto l’apparato della casa con l’appoggio dei businessmen locali che vedevano, come per la Formula Uno, un grande volano per lo sviluppo economico. Il ministro delle Comunicazioni ha dovuto infatti chiedere lo stop per placare i pericolosi fermenti interni che osavano già pensare alla resistenza armata per respingere quello che loro definivano un tentativo di corruzione della gioventù musulmana.

La partita politica e culturale che si gioca durante il periodo di trasmissione del reality  (l’ormai prossimo Grande Fratello 10 non passerà indenne al setaccio) è ormai delicata ovunque perché, data l’entità mediatica, nessun partito ideologico vuole rischiare di perdere la propria posizione nello scacchiere sociale di ogni paese. Di qui il continuo e diffuso gridare allo scandalo.  Ma la resistenza islamica al format, di lì a poco sarebbe diventata infatti una sorta di casus belli, è un capitolo di storia della televisione e della morale che lascia sbalorditi e che forse dovrebbe far rflettere qualche benpensante che, dietro i rimbrotti di licenziosità della nostra tv, rischia di diventare illiberale, non meno di quei popoli che condanna per la loro intolleranza.

[Per la storia del reality in Olanda clicca qui, in Africa clicca qui, nelle Filippine clicca qui]



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14 Commenti dei lettori »

1. giulia ha scritto:

24 agosto 2009 alle 18:20

Oddio! Che orrore! Che roba è ?



2. Cristian Tracà ha scritto:

24 agosto 2009 alle 18:31

Paura del cammello’?Cosa t fa orrore cara Giulia.? è una rubrica che parla di tutti gli appuntamenti del Gf nel mondo per capire meglio la rivoluzione del programma nel modo di fare tv. Piaccia o meno ha segnat una svolta epocale di contenuti. Mi raccomando non ti perdere nessuno dei nostri post dedicati all argomento e poi mi dici se pensi che in Italia siamo davvero messi male come qualità televisiva ok?



3. giulia ha scritto:

24 agosto 2009 alle 18:48

Cristian Tracà:
Leggerò l’articolo , avevo solo guardato le immagini dei personaggi del Grande Fratello… del deserto. ;)
Non era meglio Bob Minicozzi del GF4 ? :)



4. Davide Maggio ha scritto:

24 agosto 2009 alle 18:49

@ giulia: oddiooooo ancora con questo BOB. Io di BOB conosco solo quelli che uso in montagna :D



5. desi71 ha scritto:

24 agosto 2009 alle 19:03

Peccato che questo tentativo non sia andato a buon fine!



6. giulia ha scritto:

24 agosto 2009 alle 19:13

Davide Maggio- Cristian Tracà:

Penso che il cammello sia il più fotogenico del gruppo.
La coppia centrale in prima fila è terrorizzante.



7. Cristian Tracà ha scritto:

24 agosto 2009 alle 22:07

madonna BoB Minicozzi, il personaggio più inutile e snervante della storia del Gf. a confronto Fedro era uno stakanovista



8. stefano66 ha scritto:

25 agosto 2009 alle 15:41

Cristian
“Ma la resistenza islamica al format, di lì a poco sarebbe diventata infatti una sorta di casus belli, è un capitolo di storia della televisione e della morale che lascia sbalorditi e che forse dovrebbe far rflettere qualche benpensante che, dietro i rimbrotti di licenziosità della nostra tv, rischia di diventare illiberale, non meno di quei popoli che condanna per la loro intolleranza”

Se vogliamo paragonare la qualità/licenziosità della nostra tv con quella dei paesi arabi bisognerebbe tener presente che noi siamo un paese occidentale e sostanzialmente laico,anche se il vaticano dice la sua.
In quei paesi vige appunto la sharia,la religione E’ legge.
La differenza mi pare netta e non da poco.



9. Cristian Tracà ha scritto:

25 agosto 2009 alle 16:03

Ovvio che c’è una differenza di fondo notevole. Il post punta a sottolineare proprio gli estremi che ha conosciut nel mondo il Gf. Comunque scommetto che se in Italia si censurassero meno i conntenuti scatterebbe una rivolta da pèarte di tutta quella parte più conservatrice per blocacre il programma. Pensi che se fossero accaduti i fatti olandesi e africani in Italia si sarebbe continuato? io credo di no



10. stefano66 ha scritto:

25 agosto 2009 alle 16:13

L’italia è uno strano paese.
Sicuramente pubblicamente bigotto.
Ma nel privato…
Il Vaticano conta,ma meno di una volta.
Ormai è anch’esso corruttibile per note vicende.
L’ala conservatrice in caso di programmi “osceni” si farebbe sentire,magari si farebbe sentire tramite i soliti politici modello family day pluridivorziati…
In italia poi ormai siamo pieni di pubblicità ammiccante e programmi scollacciati,la censura non la vedo un granchè (quella sul buon costume)e poi hanno imparato a darli via a pagamento i contenuti più osè,mica gratis.



11. giulia ha scritto:

25 agosto 2009 alle 18:45

Cristian Tracà :
Stakanovista rispetto a quale abitudine? ;)
Possibile che nessuno abbia colto la comicità esplosiva ( assolutamente involontaria ) di Bob ? :)



12. Davide Maggio ha scritto:

25 agosto 2009 alle 18:47

@ giulia: aridaje ah ah ah



13. Cristian Tracà ha scritto:

25 agosto 2009 alle 20:41

Giulia ma ne sei l agente?….non vedo altra giustificazione per qst tua passione sopra le righe



[...] tipicamente occidentali nei paesi fortemente intrisi di cultura musulmana (vedi Big Brother in Medio Oriente, in Africa e nelle Filippine) tali ‘trapianti ‘richiedono molta cautela e accortezza [...]



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