Per chi credeva che alle falde del Kilimangiaro vivessero ancora in stato primigenio come i Watussi di Edoardo Vianello dovrà fortemente ricredersi perchè anche l’Africa (paese di cui vi parleremo oggi, dopo il primo appuntamento della rubrica che celebrava i fasti olandesi) ha ormai battezzato da tempo il suo Big Brother e si avvia a celebrare una nuova edizione, la quarta, che è annunciata per i primi giorni del prossimo mese.
La prima particolarità del format Endemol versione continente nero è quella di recludere in un’unica casa , di solito in Sudafrica, concorrenti provenienti da ben 12 diverse nazioni africane, dall’Angola allo Zimbabwe: razze e colori diversi tutti assieme per il primo caso di Grande Fratello ad estensione continentale in cui il sistema di eliminazione ha la particolarità di suddividere il voto per i diversi stati, attraverso il criterio una nazione-un voto, per poi decidere l’eliminazione a maggioranza (una sorta di nomination federale).
Era il 25 maggio 2003 quando per la prima volta il reality più celebre del mondo accendeva le proprie telecamere in Africa trasmettendo le vicende dei propri inquilini in ben 42 stati diversi, con una media di ascolti pari a 30 milioni di telespettatori a puntata. Il successo mediatico fu eccezionale, grazie anche alle strategie di scambio di concorrenti con l’edizione inglese, e varcò anche gli oceani consentendo alla trasmissione di vincere il premio di format internazionale dell’anno al Festival della Televisione di Montecarlo.
Niente scoop mediatici paragonabili agli eccessi olandesi nella prima edizione. Nella seconda invece, andata in onda solo nel 2007 (ci accorgiamo sempre di più come l’Italia sia tra i pochi casi di continuità ininterrotta) ci fu un’opera di refresh che spinse gli autori ad introdurre una nuova figura nel gioco: una sorta di capitano della casa, nominato direttamente dai compagni (quindi diversamente da come avviene nel Gf italiano per il Migliore) che assumeva su di sè la facoltà di salvare uno dei nominati rimpiazzandolo con un coinquilino meno gradito o più temuto (quasi come il leader dell’Isola dei Famosi per intenderci).
Insieme alle novità arrivarono però la violenza e il solito caso di abuso sessuale che la produzione cercò di mascherare, probabilmente per il forte gradimento riscosso dal concorrente colpevole che poi, abbastanza assurdamente, vinse l’edizione. Spazio abbondante anche per le corna: sempre il vincitore è stato beccato a tradire la compagna; ma non fu l’unico, poichè un altro partecipante si è divertito parecchio, ignaro della gravidanza della propria partner (caso volle che all’uscita del concorrente dalla leggendaria porta rossa l’annuncio dell’arrivo del bebè cancello ogni segno di crisi).
Nonostante le forti polemiche (il governo del Malawi votò per l’interruzione sull’emittente pubblica di tale spettacolo, definito immorale e diseducativo), l’anno scorso il Big Brother africano è tornato in onda regolarmente con la terza edizione e con nessuna novità rilevante. Soliti inciuci diurni e notturni, il concept della sessualità alternativa per attirare l’attenzione del dibattito pubblico, consueti crossing di concorrenti tra le varie edizioni del mondo (stavolta con l’edizione finlandese).
L’edizione che sta per partire porta con sè come sottotitolo The revolution, il che lascia presagire importanti innovazioni nel format. Innanzittutto ci sarà il raddoppio del montepremi in palio, cambierà il sistema di eliminazione dando al pubblico la facoltà di salvare eliminando il discorso delle appartenenze geografiche dei telespettatori votanti. Il numero di nazioni che manderanno un loro rappresentante salirà a 14 con l’ingresso di un concorrente dell’Etiopia e di uno del Mozambico.
E noi ci diamo appuntamento con la terza puntata della nostra Historia Universale in attesa della decima edizione del Grande Fratello italiano.
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1. Sghabo ha scritto:
13 agosto 2009 alle 18:28