Vecchio, per alcuni aspetti amarcord ma tutto sommato accettabile. I Love Italy, cotto e ricotto dal punto di vista delle dinamiche, aveva mostrato tutta la sua trivialità abbastanza grossolana. ma per alcuni aspetti preferibile alle altre novità che hanno fatto capolino sulla tv di Stato nello scorso mese di dicembre. L’annunciata scelta del passaggio di testimone da Claudio Lippi a qualche presentatore che facesse breccia su un target più giovane si pensava rispondesse alla necessità di dare in itinere quel tocco di sana brillantezza al format. E invece assistiamo ancora una volta a una logica di identità del prodotto poco comprensibile.
Sostituire il sagace Lippi con Massimiliano Ossini, il “genero perfettino” che tutte le mamme vorrebbero, ragazzo con grande proprietà linguistica e di buona presenza scenica non sembra l’ingrediente giusto per quest’avventura, che a molti potrebbe sembrare una sorta di remake caciarone di Furore.
Se Ossini se l’è cavata con i game show lo deve al fatto che nella sua precedente esperienza da gestire c’erano dei bambini di quinta elementare. Da domani sera (ore 21.10, Rai 2), al suo cospetto arrivano i personaggi famosi che dovranno districarsi tra nozioni di quella che viene chiamata cultura generale, canzonette e balli di gruppo, con qualche possibile sfottò agli avversari se è possibile.
I meridionali che proveranno a difendere le sorti del Sud sono: Cristiano Malgioglio, Marisa Laurito, Marcello Cirillo e Angela Melillo. Contro di loro un ‘plotone’ nordico formato da: Carmen Russo, Gloria Guida, Manuela Aureli e Umberto Smaila. Vip che nella maggior parte dei casi non sembrano avere quell’appeal capace di bloccare qualche scettico sulle schermaglie del game. E poi… se profilo giovanile doveva essere come si può puntare su gente che era prevalentemente famosa qualche lustro fa? Il più contemporaneo sembra quasi essere Cristiano Malgioglio che però continua ad essere spalmato ovunque, manco fosse il tappabuchi di scaletta in casa Rai. A dar manforte ad Ossini anche l’orchestra di Demo Morselli e Alessandra Barzaghi, cui spetta il compito di raccontare statistiche e curiosità legate all’Italia e agli italiani.
Difficile che la macchina di questo spettacolo, che ricordiamo è un format già sperimentato in altri paesi esteri con successo, a meno di miracolose piogge di budget intercorse nel frattempo, riesca ad eguagliare i picchi di varietà darwiniani risultando semplicemente un anacronistico tentativo di colorire l’idea alla base del game musicale di Alessandro Greco con i motivi del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Massimiliano Ossini dimostrerà ai suoi vecchi concorrenti di essere anche lui più bravo di un bambino di quinta e farà il miracolo inatteso o presto dovremo archiviare quest’esperimento?
1. Phaeton ha scritto:
9 maggio 2011 alle 15:33