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NETWORK DI BLOG PROFESSIONALI : CHE BLOGO”PALLA”!

di Davide Maggio

12/08/2006 - 16:46

NETWORK DI BLOG PROFESSIONALI : CHE BLOGO”PALLA”!

Ho letto, nel pomeriggio, un articolo del Sole24ore di alcuni mesi fa, ritagliato e conservato con l’intento di analizzarlo accuratamente in un secondo momento.

IlSole titolava : “I diari online conquistano le redazioni”.

Si parla dei risultati di una ricerca condotta negli States che ha ad oggetto la diffusione dei blog all’interno delle redazioni delle principali testate americane. Un fenomeno in rapidissima evoluzione grazie al quale i giornalisti, parallelamente alla propria attività ufficiale, si “divertono” ad approfondire e commentare gli articoli dei quotidiani.

Bene. Posso permettermi di criticare ed essere assolutamente contrario a questa complementarietà carta stampata/blog?

Per quanto mi riguarda, i blog rappresentano, come ho avuto modo di dire in più di un’occasione, un tipo di informazione DIVERSA e assolutamente preferibile a quella ufficiale. Non fosse altro che per un semplice motivo : la totale assenza di filtri la cui presenza distorce, nella carta stampata “ufficiale”, l’informazione stessa.

Un’informazione diretta, immediata e popolare, quella dei blog, che incontra fortemente il favore dei lettori ma che è meno gradita dalle testate “ufficiali” per le quali risulta difficile (se non impossibile) fare informazione allo stesso modo.

Un’impossibilità con cui si è costretti a fare i conti.

Se da una parte, infatti, il giornalismo tradizionale mal digerisce l’interferenza di “soggetti meno qualificati” (alias i blogger), dall’altra non può non riconoscere lo straordinario successo che questo modus informandi riscuote.

Non c’è, quindi, da meravigliarsi se, da un po’ di tempo a questa parte, ci si trovi di fronte ad una nascita capillare di blog che “accompagnano” le testate tradizionali.

A dirigere questi blog “di supporto” troviamo, nella maggior parte dei casi, dei giornalisti. Gli stessi giornalisti, dunque, che non vedono di buon occhio i blog ne aprono uno.

Mi sembra che ci si trovi di fronte ad una semplice opera di ammodernamento alla base della quale c’è la profonda, seppur non riconosciuta, consapevolezza che i blog rappresentano la naturale evoluzione dell’informazione.

Un’opera di ammodernamento che si scontra, però, con l’ego dei giornalisti. Un confronto inaccettabile quello che i professionisti dell’informazione si trovano a sostenere con i blogger (che, molto spesso, giornalisti non sono) che hanno, però, in molti casi, un successo e una visibilità maggiori rispetto ai colleghi dei piani superiori.

La soluzione all’inaccettabile confronto sembra chiamarsi PROFESSIONALITA’. –br[Clicca qui per continuare a leggere il post]–

E’ questo il sostantivo che farebbe la differenza.

Il giornalista troverebbe nell’appellativo “professionale” (con il quale autoetichetta il proprio web-giornale) una legittimazione all’apertura del blog (che, altrimenti, non sarebbe degno del proprio titolare) e, al tempo stesso, lo eleverebbe rispetto agli altri.

V’è di più…

Questo tipo di blog ha una duplice fortuna : la notorietà del “proprietario” e/o la luce riflessa di cui godono grazie alla pubblicizzazione sulla carta stampata (o nelle relative versioni online). Peculiarità, queste, che consentono di raggiungere un’utenza decisamente vasta in brevissimo tempo.

Se a ciò s’aggiunge che i blogger/giornalisti tendono a creare una sorta di cerchia ristretta formata da pochi eletti con cui confrontarsi e/o scambiarsi informazioni… il quadretto che ne vien fuori è, a dir poco, nauseabondo.

Sono un esempio di quest’ultima tendenza i cosiddetti network “professionali”.

Qui non posso non essere leggermente più astioso.

Non siamo, infatti, in presenza di network che aggregano blog nè parliamo di network che offrono ospitalità su propri server rispettando l’originalità del blog aggregato/ospitato.

Ci si trova di fronte a piattaforme che offrono blog preconfezionati in cui l’autore può esclusivamente postare il suo articolo senza possibilità alcuna di far proprio lo spazio concessogli.

Qui si tratta, a mio giudizio, di un modo per emergere ed acquistare visibilità e, conseguentemente, “potere” all’interno della rete. Va da sè che alla base di tutto ci sono interessi economici. Non a caso all’interno di tutti i siti dei network ci si imbatte in link/banner pubblicitari che, a certi livelli, iniziano a dare guadagni interessanti.

Il meccanismo è molto semplice… uno scambio link interno tra i siti del network che vizia qualunque classifica di “gradimento” dei blog esistenti in rete.

Ne deriva che, accaparrandosi i vertici delle classifiche continueranno a fare nuovi “adepti” che, per semplice curiosità e/o inerzia, visiteranno i siti top della classifica. 

Un circolo vizioso, insomma.

Prendiamone uno a caso : BLOGOSFERE.

Date un’occhiata ai blog del network… una standardizzazione che lascia inorriditi. Quella personalità che dovrebbe contraddistinguere ogni blog (a partire dalla grafica per arrivare all’organizzazione dei contenuti), qui è un optional. L’autore non ha addirittura la possibilità di inserire all’interno del proprio (proprio?) blog dei semplici link a blog amici o affini essendo gli unici link presenti riservati ai blog del (corto) circuito. Dispiace vedere che bravi blogger (quali ritengo, ad esempio, Matteo Failla o Elena Redaelli che leggo frequentemente) debbano essere limitati soltanto per aver scelto di far parte di un network di blog professionali.

Da Marco Montemagno, fondatore del network e esperto di internet, non m’aspettavo una scelta del genere, i cui intenti sono chiaramenti esposti –> QUI

V’è da dire che, quanto meno, Blogosfere ha dei nomi originali per i propri blog.

Vogliamo prendere invece BLOGO? Qui siamo all’apoteosi. I nomi dei blog?!? Date un’occhiata –>qui 

Per non parlare, poi, dei blog che addirittura non prevedono i commenti… in effetti in questo caso è proprio il caso di non commentare!

Bene!

Sono questi i motivi per cui quest’opera di ammodernamento è condotta nel peggiore dei modi. E il rischio è quello di svuotare il blog delle sue caratteristiche fondamentali. La citata complementarietà (carta stampata/blog) rende il blog stesso un surrogato del giornale. Un’appendice, insomma, della testata in cui si approfondisce la notizia ma non la si produce! 

Che ben vengano network che aggreghino e giornalisti che bloggino ma che vengano rispettate le caratteristiche del blog.

Che il blog rimanga blog e che una testata rimanga una testata!

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9 commenti su "NETWORK DI BLOG PROFESSIONALI : CHE BLOGO”PALLA”!"

  1. @ Liberamente : "non necessariamente di fare informazione" --> condivido! Un abbraccio

  2. Condivido le tue considerazioni anche se penso che il vero scopo di un blog sia quello di commentare le notize o di evidenziarle e non necessariamente di fare informazione.

  3. @ Renato : esattamente! Hai interpretato correttamente il mio pensiero. Faccio un salto sul Tuo blog :-)

  4. Credo vada fatta una distinzione fra Blog di giornalisti che sono praticamente delle estensioni di una testata (come ad esempio quelli di Repubblica e dell'inglese Guardian) e i cosidetti network professionali di "nanopublishing". I primi posso anche capirli, spesso inoltre si crea un dialogo fra giornalista e lettore che trovo costruttivo. Il "nanopublishing" invece cerca di fare soldi con i blog, e spesso ci riesce, ma certo i blog dei vari network che hai citato mancano di personalità. Non capisco come mai gente che scrive in questi blog, che come hai detto tu spesso ci sanno fare, non si aprono un loro spazio e usano servizi come Adsense o Tradedoubler per guadagnarci anche qualcosa ma in maniera totalmente indipendente (come faccio io).Saluti

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