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Chiara Ferragni passa al vittimismo sul caso Balocco

E sulla crisi con Fedez: «Tenere i problemi tra le mura familiari». Ma non hanno fatto un reality in cui andavano in terapia?

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

24/02/2024 - 11:46

Chiara Ferragni passa al vittimismo sul caso Balocco

Fase 2: vittimismo. Chiara Ferragni parla per la prima volta, in un’intervista al Corriere, da quando è scoppiato il Pandoro Gate e si difende alla sua maniera tra timidi mea culpa, qualche recriminazione e tentativi di spostare il focus. Come quando sottolinea le offese da parte degli hater sostenendo allo stesso tempo l’esistenza di una maggioranza silenziosa che la sostiene:

Quando sei dentro una gogna mediatica, ti sembra che tutte le persone ti stiano accusando, invece, basta uscire un attimo di casa per accorgerti che non è così. Da quando ho ripreso a uscire, non ho mai incontrato qualcuno che mi dicesse “sei una criminale”, ma solo persone che mi dicono: tutto questo è ingiusto, ne uscirai a testa alta  – e ancora – Fa parte del gioco, ma cercare ogni giorno una notizia negativa, anche falsa, per volere la mia disfatta, è stato eccessivo da sopportare anche per me. Poi ho l’impressione che faccia fare più clic dare enfasi a qualche hater piuttosto che alla maggioranza silenziosa che magari la pensa in altro modo (…).

Ma anche se così fosse (dubitiamo per una questione di probabilità che Chiara abbia potuto interfacciarsi dal vivo con un numero di persone superiore a quelle che hanno rilasciato commenti) ciò non sposta di un minimo la questione. Lo sbaglio c’è stato e l’ipotetico appoggio delle persone non lo rende meno grave… Allo stesso tempo, le notizie false saranno pure uscite ma quelle vere – considerata l’indagine per truffa aggravata – potrebbero già bastare a chi vuole la sua disfatta.

Il perché dei suoi errori

Sul perché delle sue azioni, inizia a parlare in “politichese” facendo timidi mea culpa su processi interni che andrebbero rivisiti e sulla poca esperienza del team di lavoro. Giova però ricordare che sono più di 10 anni che Ferragni ha conquistato la vetta e grandi innovatori e imprenditori della storia recente hanno fatto le cose più importanti sotto i 40. Ritorna, nelle sue parole, il concetto di buona fede però la verità è che la legge non ammette ignoranza.

Ecco, cosa dice in alcuni passaggi:

Ci siamo resi conto che alcuni processi di analisi interna avrebbero potuto essere gestiti meglio. E stiamo lavorando per migliorare alcuni profili organizzativi – e dopo – Siamo tutti giovani, principalmente sotto i 40 anni. Il mondo in cui opero è nato con noi e noi avevamo la presunzione molto naif di fare un lavoro che, prima, non esisteva e che ha raggiunto fatturati da media impresa. Forse non eravamo neanche mentalmente preparati. Ci piaceva che tanti ci dicessero “bravi” o “siete così smart”. Quella dell’Agcm è stata la prima bastonata, la prima volta che qualcuno ci ha detto con durezza e pubblicamente che avevamo fatto male qualcosa. La prima volta in cui ho detto: “cavolo, eravamo in buona fede, ma evidentemente potevamo fare meglio”. Io vedo i miei numeri, ho un’idea di quanto posso essere popolare, ma mi rendo conto di aver sottostimato tutto. Adesso, sono fiera dei miei ragazzi ma so che serve un rafforzamento della struttura con persone con più esperienza di me e di quelle che sempre in buona fede mi hanno aiutato fin qui. Serve anche, in certi momenti, essere più pronta a combattere e io non pensavo di doverlo mai fare.

Un po’ fumosa la parte sul suo compenso percepito per l’affare Balocco:

Parlare di cachet è improprio, perché quella cifra è il compenso dato alle mie società per i miei diritti di immagine, per la promozione e l’intera operazione. Non si deve far confusione tra la persona fisica Chiara Ferragni, il brand e le aziende. Inoltre, senza l’operazione, la donazione non sarebbe stata fatta.

L’influencer coglie poi la palla al balzo per sottolineare implicitamente l’inadeguatezza della legge (come se una legge dovesse dirci sempre ciò che è giusto o sbagliato, vero o falso):

Per fortuna con il nuovo Ddl beneficenza, o Ddl Ferragni (ride, ndr), tutto sarà molto più chiaro. Se ci fosse stato prima, avremmo scritto sul cartiglio “Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’ospedale Regina Margherita con una donazione di 50 mila euro fatta da Balocco”. Nessuno avrebbe potuto dire niente e ci faceva onore comunque. Se c’è un effetto positivo di questa vicenda, è che ora abbiamo un Ddl beneficenza.

Chiarisce di aver fatto tutte le donazioni riguardo alla bambola Trudy mentre non si affrontano altre questioni rimaste in sospeso. Sul finale fa sorridere una frase in cui si pone ancora come fonte di ispirazione:

Anche se ora vengo descritta come una “criminale”, cerco di ispirare le persone verso cose positive perché questo è il mio modo di comunicare.

La crisi con Fedez

L’intervista è stata realizzata il 20 febbraio prima che le notizie su una separazione definitiva con Fedez trapelassero. Lei commenta così il rapporto col marito:

Lui in tanti weekend non c’è stato. In altri, c’è stato (…) Comunque, è mio marito. E secondo me, in certe situazioni di caos esterno, le altre cose è meglio tenerle dentro la coppia (…) La priorità è proteggere la famiglia e i figli. Poi, naturalmente, qualunque cosa io faccia, se ne parla: se la faccio con lui o se la faccio senza di lui e chiunque nel mondo può dire la sua e avere le sue opinioni, ma per me, piuttosto che dare spiegazioni, è più importante fare quello che reputo più giusto: tenere i problemi tra le mura familiari.

Ma non hanno fatto un reality in cui andavano in terapia di coppia?

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