Così senza botto ma col senso. E’ tornato Boris ma non aspettatevi una rivoluzione o i fuochi d’artificio. La serie si muove in continuità, sin troppo, con le precedenti. E’ una prosecuzione che va avanti sfruttando quel memorabile universo senza smuovere gli equilibri o creare situazioni davvero inedite che sarebbe lecito attendersi dopo una pausa di 12 anni, una terza stagione stanca e il rispolvero in pompa magna ad opera di Disney Plus. Questo è ciò che emerge dalla visione in anteprima dei primi due episodi (domani sarà rilasciata l’intera stagione).
Stessi personaggi, talvolta evoluti dal punto di vista lavorativo ma non da quello umano, e medesime semplificazioni narrative. Il plus in termini di novità è che la squadra degli Occhi del Cuore si trova a lavorare per una piattaforma streaming e non più per una rete generalista. Se a livello di racconto il risultato non cambia, quello che cambia è nel rapporto con gli spettatori: all’epoca Boris si inseriva in un contesto di crescente insofferenza per la generalista, questa volta smitizza i meccanismi di un’osannata nuova tv. Di conseguenza se prima il pubblico (di nicchia) di Boris non combaciava con quello degli Occhi del Cuore, ora invece c’è una coincidenza.
Allo stesso tempo, anche per tali motivi, fatichiamo a comprendere perchè la serie da realizzare sia Vita di Gesù, che riporta alla memoria le fiction classiche più che i recenti lavori della nuova serialità all’italiana (comprensibile invece sarebbe stato un reboot de Gli Occhi del Cuore nell’era dello streaming). Un altro genere sarebbe risultato più accattivante e coinvolgente. Forse fare riferimenti velati, ad esempio, a crime alla Gomorra o Suburra era ritenuto troppo “rischioso” dai produttori?
1. giauz ha scritto:
28 ottobre 2022 alle 12:23