Un programma televisivo non è una storia di Instagram. Un follower non è uno spettatore. Ripetere a voce alta. Sembrano ovvietà ma ogni tanto conviene ribadirlo. Qualcuno, infatti, si sorprende del perché gli influencer in televisione fatichino. Piuttosto, la domanda è un’altra: perchè non dovrebbero faticare? Ci sorprendiamo se un agente di commercio, abile a vendere i prodotti, non abbia il proprio spazio in tv?
D’accordo l’ultimo quesito è provocatorio ma vuole sottolineare la flebile correlazione tra il mestiere della televisione e quello di internet. Lo sa bene Chiara Ferragni che si è tenuta alla larga dalla televisione, concedendosi pochissime ospitate e rifiutando il Festival di Sanremo. Non è un caso, dopotutto, se è la numero uno. Sbagliato, allo stesso tempo, considerare i due mondi come rette parallele, destinate a non incontrarsi mai; una convergenza è possibile ma implica determinate condizioni e consapevolezze.
I casi di successo
Gli influencer funzionano in tv quando fanno gli influencer. E’ il caso di Benedetta Rossi che conduce, con successo un programma su Real Time e Food Network, che non è altro che una versione deluxe (ma nemmeno tanto) delle ricette postate su Internet. Gareggiamo però su due campionati diversi: la leadership che ha nel mare magnum del web, in tv è tradotta come una nicchia fortunata.
Le differenze tra Instagram e TV
Diversamente, portare un influencer in tv ha il sapore di una scommessa. E’ vero che chi corre veloce sul web vanta in molti casi delle caratteristiche che combaciano con alcuni dei requisiti richiesti dal piccolo schermo. Ad esempio, lo youtuber e l’influencer, abile a fare le storie, possiede una buona capacità comunicativa, essenziale in televisione. Parimenti si dimentica che la tv è spontaneità artefatta, è costruzione, c’è finzione e c’è gioco di squadra; poche volte si parla a pubblici ben targetizzati e lo spettatore è in preda ad un processo di scelta ben più complesso di quello del follower. Posso seguire mille persone in contemporanea ma non guardare mille programmi.
Seguire un personaggio sui social non significa diventarne “stalker mediatici” pronti a seguirli in tutti i luoghi e in tutti i laghi: il following molto spesso è legato ad una particolare caratteristica dell”influencer (perchè dà consigli sul trucco, perchè vive una bella quotidianità, perchè fa belle foto) che in televisione svanisce. E poi c’è la regola aurea che vale pure per le superstar del tubo catodico: il contenuto è il re, non il personaggio.
La “furbizia” delle tv
Per i broadcaster nostrani, però, ogni limite sembra passare in secondo piano dinanzi alla prospettiva di poter contare su personaggi che, nel peggiore dei casi, ti movimenteranno i social (il successo social è l’alibi della tv 2.0) e che sono in qualche modo già testati, avendo dimostrato una capacità di attirare fan e di far parlare la stampa malgrado non conosciutissimi. L’influencer conduttore ha poi l’aria di essere una panacea per i programmi in streaming che puntano sugli swipe up che immediatamente ti portano a contatto col programma, senza l’intermediazione del telecomando.
Influencer in tv: madre e matrigna
In questo caso non è sempre facile distinguere tra successo e specchietto per le allodole. I risultati possono prescindere dalla bontà del prodotto e inoltre la valutazione positiva è contingentata al periodo attuale in cui le piattaforme streaming agli albori guardano alle crescite in percentuali più che ai numeri (esigui) in valori assoluti. Il rischio concreto è che il programma rimanga imprigionato nel perimetro della fanbase dell’influencer che lo divora altresì in termini di notorietà.
Fenomeno recente è che la crescente divisività dell’influencer in televisione. Il pubblico non perdona i parvenu, gli ormai ex ragazzi della porta accanto elevati a star senza avere un briciolo di credibilità o un talento artistico riconosciuto. Inevitabilmente allora l’attenzione mediatica diventa un boomerang portando pubblicità negativa, amplificando successi e flop che, con normali conduttori emergenti, passerebbero – a torto o ragione – inosservati. Ma del resto non esiste una medaglia senza l’altro lato.
1. giauz ha scritto:
17 giugno 2021 alle 21:26