
24
febbraio
Beppe Grillo chiede una riforma della Rai: «Ne parliamo dal 2013». Ma i Cinquestelle non sono al Governo?

Beppe Grillo
Con l’appoggio dei Cinquestelle al governo Draghi, il Grillo – Beppe Grillo – è tornato parlante. Dalle pagine del suo blog, il garante dei Pentastellati ha accompagnato l’avvio del nuovo corso politico rilanciando una lista di proposte per una “sostanziale riforma dell’informazione”. L’elenco spazia dal wi-fi gratuito alla digitalizzazione completa della Pubblica amministrazione, passando dalla riscrittura della Legge Gasparri. E poi c’è un punto che colpisce in particolare, per quanto annoso ed irrisolto: la Riforma della Rai.
Sul servizio pubblico, il fondatore del Movimento ha rispolverato un suo vecchio cavallo di battaglia ed ha chiesto di mettere in atto – tra le altre – la seguente proposta:
“Riforma della RAI sul modello BBC, con un canale senza pubblicità, riforma governance Rai con consiglieri indipendenti dalla politica, soppressione Commissione Vigilanza RAI“.
Il proponimento non è certo inedito, come del resto non lo sono le altre mozioni avanzate. “E’ dal 2013 che parliamo di queste cose” ha ammesso lo stesso comico. Proprio in quell’anno – qualcuno lo ricorderà – Beppe aveva indetto un sit-in dentro ai cancelli di Viale Mazzini per protestare, assieme all’allora Presidente della Vigilanza Roberto Fico, contro la “disinformazione” del servizio pubblico. In quell’occasione, aveva anche incontrato l’ex DG Rai Luigi Gubitosi.
Ne è passata di acqua sotto i ponti: nel frattempo, i Pentastellati hanno assunto la guida del Paese, e durante i governi Conte hanno dato l’imprimatur – in qualità di forza di governo – alla nuova Rai presieduta da Fabrizio Salini. Più o meno direttamente, insomma, hanno avuto voce in capitolo. Le occasioni per indirizzare l’azienda verso un modello ritenuto più virtuoso, dunque, ci sono state ma sinora l’auspicabile cambiamento non s’è visto. Ugualmente, anche l’intenzione del Movimento di mettere i partiti fuori dalla Rai non ha trovato compimento. E pure l’idea – nemmeno così difficile da realizzare – del canale senza pubblicità è rimasta sospesa.
Sentire Grillo parlare oggi di riforma della Rai – a otto anni da quella protesta plateale – suscita quantomeno straniamento.


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