Della finale di Miss Italia 2020, trasmessa ieri in streaming e culminata con l’incoronazione di Martina Sambucini, salviamo una sola cosa: la perseveranza di Patrizia Mirigliani, che non si è arresa dinanzi al Covid e allo snobismo delle reti tv, che (sbagliando) l’hanno definitivamente boicottata. Purtroppo, però, la diretta alla quale abbiamo assistito ha comunque sancito la fine di ciò che Miss Italia ha rappresentato nell’immaginario collettivo, e ne ha anche umiliato il senso.
Non c’è nulla di male a premiare la bellezza, i Mirigliani lo fanno da ben ottantuno anni, ma sembra che ormai sia una cosa di cui vergognarsi. E allora ecco le finaliste sfilare in abiti castigati (e orrendi), senza il classico costume, addirittura senza numeretto, forse perchè per una donna essere rappresentata da un numero potrebbe essere svilente. Una virata che si poteva anche evitare, dal momento che non si era sull’attuale Rai1, e che ha fatto somigliare questa finale più ad una seduta d’esame universitario che altro. E dire che bellezza e cultura possono convivere benissimo, come ben sa la finalista che studia per diventare cardiochirurgo ma non disdegna le passerelle.
Al di là di questo, l’impoverimento al quale è andato incontro l’evento è tangibile. Anche una diretta streaming può funzionare, può essere accattivante, se punta sui volti giusti, su una fotografia luminosa e soprattutto su un audio decente e un video che non salti all’improvviso. Invece la finale di Miss Italia 2020 è apparsa dilettantesca, con Manila Nazzaro in giuria che, intervistata dal conduttore Alessandro Greco, ha risposto alle sue domande mentre portava avanti in contemporanea la propria diretta Instagram.
Greco, molto più adatto alla tv pubblica di un tempo che non a quella moderna che vive oggi sul web, è stato affiancato dall’organizzatrice e presentatrice di tutte le selezioni di Miss Italia nel Lazio Margherita Praticò, che in apertura ha però voluto chiarire la propria posizione: lei era una spalla, il presentatore ufficiale soltanto lui. Un passo indietro poco intonato al concetto di valorizzazione della donna, e che infatti Greco ha immediatamente rispedito al mittente, temendo forse qualche reazione (ché di questi tempi non si sa mai).
Non rimpiangiamo i tempi in cui il concorso riempiva più prime serate con la perpetua carrellata di centinaia di finaliste timide e impreparate, che non avevano alcuna dimestichezza con la telecamera e non alleggerivano l’insopportabile lungaggine dello spettacolo. Ma vedere ridotta la storica kermesse a questo streaming da tv locale è stato decisamente troppo.
1. pietrgaf ha scritto:
15 dicembre 2020 alle 12:23