Torino ha perso una grande opportunità, quella di ospitare il set della terza stagione de Il Paradiso delle Signore, ovvero una soap da 180 episodi della durata di 45 minuti ciascuno. Un lavoro massiccio ed impegnativo che i sindacati hanno bocciato, mettendo a rischio il futuro stesso del progetto. Ma anche dopo questo inatteso forfait, la serie dovrebbe vedere la luce e debuttare su Rai 1 il prossimo 19 settembre alle ore 14.00.
Il Paradiso delle Signore 3 torna a Roma
A riaccendere le speranze di quella parte di pubblico che si era appassionato alle vicende di Teresa (Giusy Buscemi) e Pietro (Giuseppe Zeno) è stato Giannandrea Pecorelli, numero uno della casa di produzione Aurora Film, che ha rilasciato una dichiarazione d’intenti a Prima Comunicazione, parlando del futuro e del fatto che il set resterà per forza di cose a Roma, agli studi Videa.
“Mi ero affezionato all’idea di girare Il Paradiso delle Signore al centro Rai di Torino. Negli ultimi tre mesi abbiamo lavorato a un concept che situava la storia nel capoluogo piemontese e che ora stiamo riscrivendo perché, tornando a girare a Roma, riportiamo la storia all’ambientazione originaria di Milano”.
Il Paradiso delle Signore 3: nuovi i personaggi e gli interpreti
Tutto da rifare a livello narrativo, dunque. Il che da una parte è un peccato, che ha rallentato la messa in produzione mettendo a rischio la “consegna” per settembre, ma dall’altro garantirà una continuità maggiore con le due stagioni già andate in onda. Un cambio d’ambientazione avrebbe rischiato di snaturare il tutto lasciando del passato solo il titolo, mentre conservare il vecchio set ed i vecchi sapori potrebbe maggiormente coinvolgere il pubblico della Rai.
Pubblico che già dovrà abituarsi al cambio d’orario e, purtroppo, al fatto che i vecchi personaggi non ci saranno più: la nuova stagione partirà circa tre anni dopo la seconda, nei primi anni ‘60, e sancirà la riapertura de Il Paradiso delle Signore, abbandonato da tempo ed ora affidato a nuovi volti.
Saranno quattro gli studi Videa dedicati agli interni della fiction mentre gli esterni saranno girati nel backlot, ovvero in un’aerea adiacente. Tre le troupe che lavoreranno agli episodi, quattro o cinque i registi ed oltre venti gli scrittori per questo modello di produzione industriale già sperimentato a Napoli.
Resta grande la delusione per Alberto Airola, commissario della Vigilanza Rai, secondo il quale i lavoratori di Torino “hanno avuto una narrazione dei fatti non corretta da parte di Cgil e Cisl“. E ancor più grande per Guido Rossi, direttore del Centro di produzione Rai di Torino, che ha così commentato a Repubblica, chiarendo che la proposta avanzata ai dipendenti era coerente con le disposizioni del contratto nazionale.
“Sono personalmente convinto si sia persa una grandissima opportunità per stabilizzare il Centro di produzione Rai di Torino e siamo molto amareggiati. Avevamo l’occasione di verificare la possibilità di realizzare a Torino una fiction pensata per essere “naturalmente” girata a Roma[...] Avevamo assicurato la possibilità di formazione, anche andando a Napoli per seguire le fasi di lavorazione di Un posto al sole. In ogni caso mi sono impegnato a gestire direttamente la rotazione. Quando sono arrivato mi hanno raccontato di un Centro in difficoltà. Ho provato a fare tutto quello che era in mio potere per portare lavoro qui”
1. Marco ha scritto:
3 aprile 2018 alle 17:24