La tv del dolore non fa sconti. E nemmeno Chi l’ha Visto? li fa. A sette anni dalla tragica notte di Avetrana – quando la madre di Sarah Scazzi scoprì in diretta nel medesimo programma che la figlia era stata uccisa – la trasmissione di Federica Sciarelli è di nuovo incappata nella drammatica fatalità. E nella sua discutibile ma voluta messa in onda. Stavolta è accaduto con l’omicidio di Noemi, la sedicenne di Specchia (Lecce) trovata morta a Castrignano del Capo: durante un’intervista con l’inviata Paola Grauso, i genitori del fidanzato della ragazzina hanno appreso che il loro figlio aveva appena confessato di aver commesso l’omicidio.
“Questo è un documento forte” aveva anticipato la stessa Federica Sciarelli. Forte e sconcertante sì non solo nei contenuti, ma anche per la loro decisione di trasmetterli in un momento delicato, decisivo per le indagini. Se la ricerca dello scoop è infatti il motore che spinge un programma informativo di successo ad essere tale, è altrettanto vero che in alcune circostanze sarebbe opportuno porre un argine alle eventuali derive sensazionalistiche legate a questa corsa alla notizia. Il caso Noemi – a nostro avviso – rientrava in questo frangente.
“E’ finita! Siamo morti!” ha urlato la madre davanti alle telecamere di Chi l’ha visto?. Il padre in lacrime: “hanno creato un mostro!“. L’uomo è indagato per sequestro di persona ed occultamento di cadavere e quindi – stando a quanto gli inquirenti stanno ancora ricostruendo – avrebbe aiutato il figlio a far sparire le prove del crimine. Questo non è certo un dettaglio. Tali sospetti, infatti, spingerebbero a valutare sotto una diversa luce anche le reazioni avute davanti alle telecamere di Rai3.
Gli inquirenti faranno il loro lavoro in tal senso, anche perché non è compito di una trasmissione tv stabilire se i due stessero dissimulando o meno in quel momento. Da un punto di vista televisivo, piuttosto, è legittimo chiedersi se quelle immagini così forti andavano trasmesse, anche e soprattutto alla luce del discusso precedente consumatosi ad Avetrana proprio nella trasmissione di Rai3. In quel caso avvenne tutto in diretta: stavolta, invece, si trattava di immagini registrate, che quindi potevano essere gestite diversamente.
Raccontare a voce quanto avvenuto, magari mostrando solo un fotogramma, avrebbe forse tolto qualcosa alla resa televisiva ma non alla notizia in sé. Invece l’impressione è che, oltre alla semplice cronaca, si sia dato spazio al sensazionalismo nella prima puntata stagionale. Il risultato è stato un evitabile reality del dolore che ha avuto come protagonisti non solo le vittime ma anche gli eventuali colpevoli.
Chissà cosa ne pensano il DG Rai Orfeo, che ieri sera si aggirava negli studi della trasmissione, ed il direttore di Rai3 Stefano Coletta, che fino a poco tempo fa era capostruttura proprio di Chi l’ha visto?.
1. RoXy ha scritto:
14 settembre 2017 alle 17:51