Ha vinto il migliore, o forse il meno peggio. La sessantesima edizione del Festival di Castrocaro, nella finale andata in onda ieri sera, sabato 26 agosto 2017, in diretta su Rai 1, ha incoronato il suo vincitore: a spuntarla tra i dodici cantanti in gara è stato il giovane Luigi Salvaggio, con il brano inedito ‘Il silenzio delle stelle’, preferito agli altri tre finalisti Vito Romanazzi, La Dolce Vita e i Metrò.
Nel corso di una serata poco talent e molto vintage, lo storico concorso dedicato alle promesse del panorama musicale ha deciso di premiare l’unica nota un po’ fuori dal coro rispetto al ventaglio delle discutibili ‘nuove proposte’. La giuria, presieduta da Claudio Cecchetto, a più riprese ha evidenziato l’originalità sia nella timbrica sia nella penna del vincitore, ventunenne cantautore siciliano e studente di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, primo classificato nel 2016 anche al Festival Città di Caltanissetta. Sono stati inoltre assegnati due premi speciali: uno per il brano più radiofonico – AFI per la musica – a Greta Doveri, l’altro, per la categoria Volti Nuovi, alla cabarettista calabrese Marianna Liquori.
Sul palco, a fare da ‘maestri di cerimonia’ della stanca kermesse, Marco Liorni e Rossella Brescia, purtroppo complici di un carrozzone troppo ingessato (meglio invece la presenza di Sergio Friscia nel dietro le quinte) e distante anni luce dall’universo giovanile a cui teoricamente si rivolge -Ivana Spagna in versione madrina è la ciliegina sulla torta-, che a confronto Sanremo è una sciccheria. Ma aldilà del parallelo quasi fuori luogo, da oltre vent’anni non si rintracciano nomi come quelli di chi invece, in passato, ha sfruttato l’occasione come un vero e proprio trampolino di lancio per la propria carriera: così fu per Giuni Russo, Gigliola Cinquetti, Alice, Luca Barbarossa, Zucchero e Silvia Salemi -tutti vincitori- o per Nek, Max Pezzali, Fiorella Mannoia, Caterina Caselli, Iva Zanicchi -partecipanti ma non vincitori- che sono effettivamente partiti da qui per poi ottenere l’affermazione sul campo.
Dopo 60 anni pare d’obbligo un check up completo della manifestazione sia per rispetto di chi la segue (pubblico che va assottigliandosi negli anni) ma soprattutto per onorare il più possibile una mission ultimamente solo sbandierata. Il vincitore di quest’anno, per esempio, avrebbe forse i numeri per muovere qualche passo in più nel mondo della canzone. Ma ci riuscirà?
1. aleimpe ha scritto:
27 agosto 2017 alle 19:24