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aprile

Sergio del Prete (Viacom) a DM: «Con VH1 siamo gli unici a raccontare la musica sul digitale. Mtv rimane sul satellite»

Sergio Del Prete

Sarà Fabri Fibra ad inaugurare le produzioni italiane di VH1, il canale di Viacom (numero 67 dtt) dedicato alle icone musicali del passato e del presente. Mercoledì 3 maggio alle 22.50, il rapper marchigiano sarà infatti protagonista di una puntata di Storytellers, storico format live di MTV Italia in cui l’artista di turno è chiamato a raccontare e cantare i propri brani davanti al suo pubblico, seguita da un’intervista con Victoria Cabello. “E’ un’operazione perfetta per noi” ci ha detto il VP Editorial Content di Viacom Italia, Sergio Del Prete, che abbiamo raggiunto in occasione della presentazione del palinsesto del canale per la primavera-estate 2017.

Il canale è nato a luglio, però pensiamo abbia raggiunto una sua maturità adesso, ad aprile, perciò abbiamo deciso di comunicarlo. E’ un brand internazionale che fa parte del gruppo Viacom ed è presente in America già da molti anni, nato pochi anni dopo Mtv. Noi abbiamo deciso di portarlo in Italia dandogli però una forma adatta al mercato e al pubblico italiano. E’ un canale musicale al 100% che ha per la maggior parte della sua programmazione video musicali e che però abbiamo deciso di completare con una programmazione di prima serata fatta di documentari, backstage, concerti, film, che raccontano il mondo della musica e degli artisti più famosi.

Del Prete ci ha descritto così la fisionomia di VH1 Italia, che per il 2017 ha in serbo un’infornata di appuntamenti dedicati alle star musicali. Oggi, il canale ricorderà Prince ad un anno dalla morte con il meglio dei suoi video e alle 22.50 con il film di Purple Rain. A maggio, spazio ai concerti di Muse, Oasis e Jimi Hendrix, ma anche ai rock movies come Quadrophenia o Sound City. Il mese di giugno sarà dedicato ai Beatles e finirà con uno speciale su Glastonbury 2017. In estate andranno in onda film d’animo musicale come La febbre del sabato sera e School of Rock.

Qual è il target di riferimento?

Ci rivolgiamo a un pubblico dai 25 ai 54 anni, quindi un pubblico più grande ma anche più ampio, che però non è indefinito. Abbiamo identificato all’interno di questo target – che poi è quello della generalista – un cluster che abbiamo chiamato i ‘music lovers’: un pubblico che ama la musica e che da una parte vuole godere della programmazione musicale, ma dall’altra vuole approfondire e andare un po’ al di là, perché ha degli artisti preferiti di cui vuole sapere tutto. Quindi c’è anche una dimensione del racconto, del documentario, dello speciale o dell’intervista.

Uno degli appuntamenti principali sarà Storytellers, che aprirà anche le produzioni italiane di VH1…

Sì, Storytellers è un nostro brand quindi prevediamo di avere già le versioni americane e inglesi registrate, poi quelle italiane che abbiamo fatto in passato, più altre che gireremo in futuro. Periodicamente prevediamo quindi di farne uno.

Acquisterete anche delle produzioni?

Sì, acquisteremo film, documentari, backstage e speciali: quello che serve per raccontare determinati artisti noi lo compreremo sul mercato. Quindi avremo sicuramente una quota di acquisizioni specifiche per costruire questi eventi.

Nell’adattamento del canale al pubblico italiano avete riscontrato difficoltà?

La difficoltà l’abbiamo riscontrata perché abbiamo lanciato un canale da pochi mesi e quindi, come in tutti gli ambiti, è necessario far conoscere il brand. La musica, così come il cinema o le serie tv, funziona se il brand è autorevole. E nonostante noi siamo Viacom e con Mtv abbiamo la musica nel nostro dna, VH1 è un brand nuovo sul mercato quindi ha bisogno di essere conosciuto, apprezzato. Ma a parte questo, non abbiamo riscontrato difficoltà. Anzi, abbiamo trovato una grande opportunità e pensiamo che la dimensione di racconto della musica sia una cosa che in questo momento stiamo facendo solo noi sul free to air e abbiamo notato che è molto apprezzato. C’è un grande revival della musica in tv, c’è tantissima musica in tanti formati e abbiamo trovato anche noi interesse in questo. E’ naturale che stiamo parlando di un cluster formato non da milioni di persone, non di dati da generalista, ma di un numero grande di persone appassionate di musica che ci viene a cercare in prima serata.

Perché avete deciso di riproporre Happy Days?

Happy Days non è centrale nella programmazione di VH1, però secondo me ha senso. Richiama un po’ una golden era, è intrisa di musica e pensiamo ci stia molto bene perché è uno di quei classici che noi vogliamo riproporre. Non è sbagliata come operazione. Abbiamo riproposto David Bowie, Kurt Cobain, vogliamo quindi parlare anche dei classici ma in maniera fresca, innovativa. Sarà in versione Hd. Non direi che è centrale nel racconto del canale, ma ci sta.

Che riscontro avete da parte degli artisti italiani?

Sono tutti molto contenti, perché hanno la possibilità di avere un canale musicale dove si può spingere la musica italiana mettendola al pari di quella internazionale e dove si possono costruire operazioni speciali in prima serata per l’uscita di un determinato album. Fabri Fibra, ad esempio, è un’operazione perfetta per noi perché fa rap, ma ha quarant’anni, ha tanti album alle spalle ed è maturo. Ha tante cose da raccontare. Ma anche Gabbani, che fa delle hit pazzesche pur non avendo una lunghissima carriera alle spalle, trova spazio sul canale. Rispetto ad Mtv, invece, su VH1 trova meno spazio l’avanguardia, la musica più contemporanea, gli artisti emergenti che si rivolgono esclusivamente ad un pubblico giovanissimo. Mtv è un mondo specifico che trova in Sky la sua casa ed è un mondo separato, che comunque si completa con quel che facciamo.

A proposito di Mtv, ogni tanto qualcuno ipotizza un ritorno sul digitale terrestre: ma sono attendibili queste voci?

No, assolutamente. So che Mtv è un brand che tende a creare discussione, ma son quelle voci che non so da dove escano.

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3 Commenti dei lettori »

1. RoXy ha scritto:

21 aprile 2017 alle 13:21

Ma per carità… VH-1 ad oggi, per come è fatto il suo palinsesto, è un canale completamente inutile. Da VH-1 ci si aspetterebbe ben altro, documentari e special sui più grandi artisti della storia, concerti storici, ma niente di tutto questo. E adesso il signorino ci fa capire che vuole creare dei programmetti ad hoc per quei quattro artistucoli italiani moderni usciti dai talent, ma questa non è assolutamente la mission di VH-1 negli Stati Uniti. Poi la bugia su Happy Days, trito e ritrito, attualmente trasmesso anche da Paramount e fino a qualche giorno fa anche da TV2000 (ed ho detto tutto) se la poteva risparmiare. E’ ovvio che Happy Days venga usato da loro come tappabuchi visto che ne hanno acquistato i diritti e non hanno soldi per comprare altri programmi.



2. Guasty ha scritto:

21 aprile 2017 alle 14:04

Mah, contenti loro di essere visti da 4 gatti su Sky… dopo che hanno preferito i quattrini scegliendo di seguire la linea editoriale internazionale per cui MTV deve stare sulla pay (in effetti era un’anomalia da noi, ma è stato un canale storico) e dopo essere scappati dal digitale anche con MTV Music, non ne azzeccano una ’sti qua. Tutto a favore di TV8 ovviamente; a parte due-tre programmi (come Il testimone e Mario con Maccio Capatonda per citarne alcuni) il resto èra proprio fuffa per 14enni su MTV. Imparagonabile il confronto con il palinsesto della nuova rete Sky, davvero di qualità.



3. Travis ha scritto:

21 aprile 2017 alle 14:51

Concordo in linea di massima con gli altri commenti. Su VH1 è giusto che ci siano i video musicali, meno giusto che siano sempre gli stessi anche a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro. Ben vengano gli speciali, i concerti e anzi, visto il coinvolgimento della Cabello, auspico anche programmi musicali ad hoc (TRL mi manchi) ma la deriva a canale per 12enni sarebbe dietro l’angolo. Su Happy days è inutile cercare di convincersi che possa centrare con un canale musicale, ci sarebbero state mille altre più opportune (Glee, ma anche Nashville, Vinyl e tante altre).



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