Ci è voluta la disposizione di un giudice per le indagini preliminari, ma almeno adesso Barbara D’Urso potrà dormire sonni tranquilli. Con il provvedimento definitivo del 24 febbraio infatti, il Gip di Monza ha rigettato e archiviato per infondatezza l’accusa di “esercizio abusivo della professione giornalistica” dopo la causa intentata contro la popolare conduttrice di Canale 5. Barbara è soddisfatta: “Ho aspettato in silenzio questo giorno, ho preferito parlare solo in Procura senza reagire agli insulti”.
Il caso aveva fatto parecchio discutere: nel novembre 2014, a denunciare Barbara D’Urso era stato il Presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti Enzo Iacopino. All’interno del programma Domenica Live andavano in onda numerosi servizi giornalistici su grandi casi di cronaca: su tutti quello di Elena Ceste, la donna piemontese scomparsa e ritrovata morta in un canale nove mesi dopo. “Si susseguono nel programma televisivo Domenica live trasmesso da Canale 5 interviste curate dalla conduttrice Barbara D’Urso e realizzate dalla stessa con modalità che non tengono conto di esigenze quali la difesa della privacy e/ il coinvolgimento dei minori”, aveva scritto Iacopino nella denuncia, che era stata accompagnata da un lungo post su Facebook. “Si evidenzia pertanto che la signora D’Urso, pur non essendo iscritta all’Albo dei giornalisti, compie sistematicamente un’attività (l’intervista) individuata come specifica della professione giornalistica, senza esserne titolata e senza rispettare le regole, con negative ripercussioni all’immagine di quest’Ordine”.
Esaminati i fatti, il giudice Giovanni Gerosa ha accolto la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero, Walter Mapelli, in ragione della “tutela dei diritti fondamentali, quali quello di libertà di manifestazione del pensiero”. Tra le motivazioni, ha anche chiarito che la tipologia del programma di Barbara d’Urso è inquadrabile nell’infotainment (vale a dire quel mix tra informazione e intrattenimento), attività nella quale la conduttrice è coadiuvata da una redazione di giornalisti professionisti. In un comunicato, Mediaset fa sapere che questo precedente giuridico costituisce un punto fermo nel diritto della libera manifestazione del pensiero.
Barbara si è detta contenta di questa archiviazione. Come riporta oggi Il Corriere della Sera, ha dichiarato: “Tanti colleghi fanno il genere televisivo che faccio io, ma nessuno è attaccato così. E’ una sentenza storica: finalmente io come tanti altri non iscritti all’Ordine possiamo esprimere punti di vista facendo televisione”.
1. simone ha scritto:
1 marzo 2016 alle 11:32