3
novembre

TV SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: I MENU’ DI BENEDETTA DALL’ANALISTA

I Menù di Benedetta

I Menù di Benedetta

-        Paziente: Buongiorno, si può?

-        Terapeuta: Buongiorno, avanti. Ahh, aspetti, le serve una mano?

-        P: Comoda, ce la faccio, ce la faccio. EEecco.

-        T: Si sieda, prego. Sembra sfinito. È comodo così? Vuole dell’acqua?

-        P: No, grazie. Sono proprio sfinito, non ho più le forze.

-        T: Capita anche ai migliori. Mi dica, lei chi è?

-        P: Sono I menù di Benedetta, o quel che ne rimane.

-        T: Credevo l’avessero chiusa qualche anno fa?!?

-        P: Sì, sì, tecnicamente sono chiuso.

-        T: Ah, che sorpresa vederla ancora…

-        P: Sono sfinito, non ce la faccio più. Io sono stato un programma in gran forma, ho vissuto i miei anni. Pensi che andavo in onda ogni giorno su La7 e mi conduceva Benedetta Parodi.

-        T:  Mi ricordo di lei, ci eravamo incrociati per affrontare il cambiamento editoriale di La7 con l’arrivo di Cairo, no?

-        P: Sì, è vero. Sono sempre io. Sono durato due stagioni televisive intere ed ho sperimentato tante idee. I menù di puntata a tema, i cocktail, le apericette, la composizione della tavola e le composizioni floreali.

-        T: Certo, ricordo bene.

-        P: Ah, che bei tempi. Pensi che a quel tempo avevo pure la forza per fare il salvacena, una ricetta in 7/10 minuti di numero, col countdown al tg di Mentana!

-        T: Ma era live?

-        P: No, ero registrato, ma era come se fossi live. Mi spiego meglio, il tempo scorreva come se fossi in diretta, non c’erano tagli a posteriori.

-        T: Ah, ecco.

-        P: All’epoca non mi mancavano neanche le energie per ospitare dei personaggi famosi che si prestavano a cucinare delle loro specialità, avevo le forze per aprire i loro regali a prova di marchetta e per regalare loro i libri di Benedetta Parodi, altrettanto a prova di marchetta.

-        T: Insomma era in gran forma, tutte attività da giovanotto.

-        P: Ehhh. Sono anche sopravvissuto all’arrivo di Cairo che cancellò un po’ tutto, si ricorda, no?!

-        T: Sì, ricordo. E poi cosa le è successo.

-        P: Poi Benedetta Parodi se ne è andata. Sa com’è, i contratti scadono.

-        T: Ahh, ho capito. E lei come l’ha presa?

-        P: Beh, considerando che io sono I menù di Benedetta, non avevo molte possibilità di sopravvivenza senza Benedetta. Ma la cosa era nell’aria da un po’. Poi, una puntata al giorno con 4/5 ricette, anche se registravamo più puntate alla volta, è comunque un ritmo massacrante.

-        T: Insomma, la notizia della chiusura non l’ha sconvolta?!?

-        P: No, anzi. Ero pronto a godermi la pensione.

-        T: La pensione?

-        P: Si, qualche replica qua e là avevo messo in conto di farla. Mi aspettavo di andare incontro ad un periodo da tappabuchi nel palinsesto. Certo, pratiche come queste sono la fine per noi programmi, perché ci logorano, fanno scadere del tutto la nostra qualità e demoliscono l’affezione e la relazione col pubblico. Ma se è poco, va bene.

-        T: Capisco. Ma da come si presenta ora, mi pare che si sia logorato un po’ troppo.

-        P: Sì, esatto, non ce la faccio più. Repliche su repliche. Ad ogni ora. Ogni giorno. In tutti i mesi. Su La7, La7d e Lei. Della prima e della seconda stagione. In versione integrale o spezzettato. Basta. Basta.

-        T: è molto stanco, la capisco. Ha provato a segnalarlo ai suoi superiori?

-        P: Sì, più e più volte. Anche il pubblico e la critica ci hanno provato ma non ha ancora funzionato nulla.

-        T: Mmm. Ed ora cosa pensa di fare? Ha delle idee al riguardo?

-        P: Voglio suicidarmi.

-        T: Mmm. Procediamo con calma. Ci saranno certamente altre soluzioni.

-        P. Ma io non ce la faccio più.

-        T: Sta veramente pensando di togliersi la vita? Sa che poi nei vari talk ne parleranno per mesi, faranno dirette su di lei, cercheranno esclusive e indagheranno su ogni più torbido segreto della sua vita in diretta nazionale?

-        P: Non importa. Ma io non ce la faccio più.

-        T: Suvvia lei è ancora giovane, signor I menù di Benedetta! Ha pochi anni di vita, ci son programmi ben più anziani!

-        P: Certo, lo so. Ma quel mi sta logorando non è l’anzianità, bensì le repliche. L’essere continuamento spezzettato, segmentato o montato in modo da proseguire ad oltranza, è questo che mi sta sfinendo.

-        T: Ma se continuano a replicarla vuol dire che ancora funziona, non crede?

-        P: Questo ormai non mi consola più. È anche una questione di rispetto, dove è il rispetto della rete nei miei confronti?

-        T: Ok. Ma davvero vuole mettere in pratica un gesto tanto estremo?

-        P: No, non per ora. È solo un sintomo della mia grande stanchezza.

-        T: Ok. Meglio. Non faccia gesti estremi mosso solo dalla stanchezza.

-        P: Ma io non ce la faccio più.

-        T: Ok. Lamentarsi è un suo diritto. La diagnosi è chiara pensiero borderline da suicidio per logoramento da replica.

-        P: Ma mi devo curare io o la rete?

-        T: La prossima volta venite entrambi.

-        P: Se ce la faccio ad arrivare alla prossima volta.

-        T: Forza, resista! È ancora giovane.

-        P: Se, se. Arrivederci.

-        T: A presto. Le serve una mano ad uscire?

-        P: No, me la cavo. Arrivederci, salve.



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3 Commenti dei lettori »

1. kalinda ha scritto:

4 novembre 2015 alle 12:18

io mi guardo volentieri le repliche perchè Molto bene su Real time fa schifo.



2. alkatraz ha scritto:

4 novembre 2015 alle 19:12

vediamo come friggere un mars



3. Lucantonio Prezioso ha scritto:

7 novembre 2015 alle 10:40

O dio ma e’ geniale sto pezzo
Scherzi a parte io i menu di benedetta mi capita molto spesso di vederli d’estate o nel periodo natalizio e non vedo cosa ci sia di male sinceramente
Molto bene e’ fatto meglio dal punto di vista del montaggio ma finisce li bello ma non quanto i menu



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