18
settembre

E’ NATA UNA GIURIA ANZI QUATTRO

Tu si que vales - la giuria

L’avvento dell’autunno porta con sé nuove edizioni di consolidati talent che rispondono al nome di (in ordine d’apparizione): X Factor, Tale e Quale show, Ti lascio una canzone e Tú sí que vales. Giovedì, venerdì e sabato scorsi hanno quindi preso il via i programmi che occuperanno le prime serate dei prossimi mesi, ma più che i riconfermati conduttori o i novelli concorrenti a tenere banco sono i membri della giuria. Quattro giurie molto diverse tra loro hanno iniziato a muovere i primi passi, ma sapranno restare in marcia per l’intera stagione?

X Factor: quattro artisti a bordo palco

La giuria della nona edizione del talent di SkyUno, X Factor, si presenta con due conferme, Mika e Fedez, un ritorno, Elio, ed una new entry, Skin. L’impatto iniziale è che la giuria sia competente sotto ogni profilo artistico, rappresentando la quasi totalità delle declinazioni musicali contemporanee, dal rap alla canzone mono-nota. Tutti i giudici sono inoltre anche artisti in attività, il che amplifica l’attendibilità dei loro giudizi, percepiti come qualificati, anche se a volte mixati con il gusto personale e le simpatie umane. Tra loro i giurati mostrano sinergia, si muovono in un clima disteso di derisione reciproca, garantendo brio senza però scadere in immagini stantie di ostentata fratellanza. La giuria riesce ad essere televisiva e protagonista della scena, sia durante le performance che nei momenti di backstage, mantenendo perennemente l’attenzione puntata su di sé. Il rischio e la fortuna di avere quattro artisti con personalità a bordo del palco è che il palco stesso, poi, diventi solo un corridoio.

Tale e Quale show: esperti d’epoca

La giuria del varietà del venerdì sera di Rai1, rimasta inalterata per tutte le quattro stagioni precedenti, ha per la prima volta fatto i conti con un cambiamento. Al debutto figuravano due conferme, Claudio Lippi e Loretta Goggi, ed una novità, Gigi Proietti. Il nuovo giurato, sebbene si stia ancora ambientando, è perfettamente in continuità con i compagni di bancone, essendo della stessa generazione artistica. In questo Tale e Quale continua a rispettare una delle volontà che da sempre ha dichiarato, ovvero quella di volere una giuria di “signori” dello spettacolo, così che i concorrenti si sentano giudicati da maestri della scena. C’è da dire che a questo proposito non si è mai venuti meno. Il rischio, semmai, è che i giudici siano fin troppo “signori” e diventino portatori sani di un varietà televisivo ormai superato, fatto di occhi sbigottiti per l’eclatante bravura degli artisti, di prolissi aneddoti di vita e di finti qui pro quo che non divertono neanche per sbaglio. Il pericolo quindi è che, come originali pezzi d’epoca, conquistino con il loro sapore di antico ma difficilmente trovino un senso nell’attualità.

Ti lascio una canzone: giurati col cuore tecnico

A Ti lascio una canzone una vera e propria giuria c’è da sole tre stagioni ed ogni anno si è modificata. Per questa edizione si è puntato su due conferme, le quote azzurre rappresentate da Fabrizio Frizzi e Massimiliano Pani, e due novità, le quote rosa con Chiara e Lorella Cuccarini. I quattro giurati sono presentati dalla conduttrice con parole d’amicizia più che da qualifiche professionali, per esempio Frizzi è “il suo fratellone”. La giuria riveste una posizione secondaria, è infatti completamente sotto le redini della padrona di casa, l’unica autorizzata a dare e togliere la parola. I membri della giuria sono per lo più personaggi avvezzi al mezzo televisivo, con l’unica eccezione di Chiara, che infatti rimane una outsider mal amalgamata al resto del gruppo. Complici forse anche il salto generazionale e la zoppicante parlantina della vincitrice di X factor, la sua posizione pare quella della giovane fanciulla che per sbaglio si siede al tavolo degli adulti e non sa che scusa inventarsi per andarsene. Nel complesso i giurati si mostrano morbidi, dispensatori di valutazioni delicate in cui troppo spesso il gusto personale è fatto passare per parere tecnico. Riuscirà la giuria a trovare una direzione comune in modo tale da non sembrare solo la copia della prima fila di poltrone dell’Ariston?

Tú sí que vales: la parola ai giurati

Il talent show del sabato sera di Canale5 si ripresenta con la medesima formazione dell’anno precedente (Maria De Filippi, Rudy Zerbi, Gerry Scotti), ad eccezione della presenza di Mara Venier, divenuta fissa e non più solo occasionale. La giuria è così composta da tre membri che esprimono il proprio parere ed una quarta giurata chiamata ad esprimere il parere del popolo. La giuria è regina incontrastata dello show, gestisce liberamente tempi e spazi, intervenendo nell’esibizione e divenendo una parte di essa. I giurati, infatti, non si limitano ad esprimere pareri, ma si muovono nello studio, chiacchierano con i talenti (o presunti tali) e, grazie al montaggio, diventano commentatori in itinere dell’esibizione, attirando con la propria espressività l’attenzione del pubblico. I pareri espressi non sono motivati da giudizi tecnici ma sono spesso guidati dalla sensibilità personale e dal buon senso, per questo spesso trovano pieno accordo nel pubblico. Quella di Tú sí que vales è anche l’unica giuria a non mostrarsi in mezzobusto, ma presenzia a figura intera su comode poltrone (o perlomeno così paiono).

Con l’affermazione del talent come forma televisiva dominante, si è assistito anche alla nascita di un nuovo ruolo televisivo, tanto schifato quanto ambito: il giurato. Essere membro della giuria di un talent show, però, non è solo un modo facile per stare in video facendo poca fatica. Fare il giurato vuol dire anche abbandonare gli abiti di scena e cedere ad altri le redini del palco, per accomodarsi in prima fila a cercare nella sfilata dei concorrenti quello a cui affezionarsi ed a cui dare il proprio sostegno, nella lieve consapevolezza che fare bene il giurato significa trovare quel talento all’altezza di prendere il proprio posto.



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