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Adolescence, una serie da vedere assolutamente

Adolescence, Recensioni

di Stefania Stefanelli

18/03/2025 - 21:36

Adolescence, una serie da vedere assolutamente

4.6 /5

Netflix sta raccontando una storia che nessun genitore vorrebbe mai vivere nè tantomeno guardare su uno schermo, perchè è una storia che fa male. Ma in Adolescence è raccontata così bene, con così grande maestria tecnica ed interpretativa, da diventare per ciascuno un’esperienza quasi indispensabile.

La storia è semplice nella sua straordinarietà: Jamie (Owen Cooper), un ragazzino di tredici anni, viene brutalmente prelevato all’alba dalla polizia perchè accusato di aver ucciso in modo ancor più brutale una sua coetanea la notte prima. La famiglia, una normale e tranquilla famiglia come tante, pensa si tratti di un errore di persona, ma dovrà fare i conti con la fine della vita così come l’ha conosciuta fino a quel momento.

I quattro episodi, ognuno girato in un incredibile piano sequenza, raccontano in tempo reale gli eventi e sono diversissimi l’uno dall’altro. Seguono lo svolgimento della stessa vicenda ma si concentrano su personaggi e aspetti diversi: nel primo l’arresto, nel secondo l’indagine nella scuola, nel terzo l’incontro del ragazzo con la psicologa e nel quarto la vita dei suoi genitori a oltre un anno di distanza dai fatti.

Quello che ne viene fuori, al netto di un’indagine in qualche modo facile, è il controverso mondo dell’adolescenza, con le sue regole feroci dalle quali gli adulti vengono tenuti fuori. Un mondo fatto di bullismo, insicurezza, dolore, incoscienza, crudeltà, capacità di mentire ed un continuo tentativo di mostrarsi già grandi quando dentro si è in fondo ancora bambini.

La serie non fa sconti, è dura e coinvolgente, con dialoghi serrati e altrettanti lunghi silenzi che raccontano ogni cosa. Il cast è eccezionale e su tutti brilla Stephen Graham – qui anche autore e produttore – che interpreta l’enigmatico padre di Jamie: i suoi occhi che osservano per lunghi minuti la perquisizione integrale del figlio, angosciando lo spettatore come se la vedesse lui stesso, valgono da soli il prezzo del biglietto.