Rai e Sky hanno fatto la pace. Si conclude la battaglia legale tra la tv di Stato e quella a pagamento. O meglio, entrambe ritirano le proprie reciproche pretese, unendosi per i diritti sportivi dei più importanti eventi. Questo è quanto emerge dal memorandum d’intesa sancito tra il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi e l’amministratore delegato di Sky Andrea Zappia. Ma andiamo a conoscere più nel dettaglio i termini dell’accordo, a cominciare dalla parola fine sulla questione criptaggio.
Rai: nessun criptaggio su Sky (almeno per un anno)
La “patata bollente” era rappresentata dal criptaggio da parte della Rai di determinati eventi in tv (soprattutto le partite di calcio, dalla Nazionale alla Coppa Italia) a danno degli abbonati Sky che usano il decoder anche per la visione dei canali del digitale. Il memorandum d’intesa – come riporta Repubblica – prevede proprio l’abbandono dell’oscuramento da parte della tv di Stato per almeno un anno. Dodici mesi che i vertici di Viale Mazzini terranno sotto osservazione, per capire se tale mossa può portare benefici in termini di ascolti e raccolta pubblicitaria.
E termina, dunque, la querelle legale. La questione criptaggio, infatti, spinse Sky ad una milionaria richiesta di risarcimento nei confronti della Rai che, dal canto suo, contro-contestava l’utilizzo della Digital Key, la chiavetta usb che consente agli abbonati la visione di tutti i canali, anche quelli criptati sul satellite.
Rai e Sky unite (per risparmiare) sui diritti sportivi
La nuova intesa siglata tra Gubitosi e Zappia, inoltre, prevede il rafforzamento dell’alleanza tra Rai e Sky per quanto concerne la condivisione dei diritti sportivi relativi ad eventi di primo piano. Un passo significativo era già stato fatto per le Olimpiadi di Rio 2016 (che la Rai ha acquistato in esclusiva da Sky), ma l’accordo raggiunto ora accentua ancora di più la pace tra le due emittenti che, quando possibile, uniranno i rispettivi fattori produttivi (studi televisivi, troupe per le riprese esterne, archivio immagini, etc…) anche per una “semplice” questione di risparmio.
Resta un solo nodo da sciogliere: quello della lotta all’evasione del canone Rai. La tv di Stato pretendeva l’accesso alla banca dati per conoscere nomi e cognomi degli abbonati alla tv satellitare, sicura che tra di loro si nascondessero più di un milione di famiglie che non pagano l’abbonamento alla tv pubblica. Da Viale Mazzini, però, rinunciano a tale richiesta (che Sky, per ovvi motivi, non avrebbe mai potuto soddisfare), decisi a percorrere altre vie per scovare gli evasori del canone.
Insomma, alla fine vissero tutti felici e contenti.
1. griser ha scritto:
13 marzo 2014 alle 13:41