L’attenzione è tutta catalizzata su di lui, in quel modo morboso e “popolano” rappresentato dai tristissimi ”collegamenti con la città natale”. Marco però non è un personaggio da circo mediatico. Dosa le dichiarazioni e le presenze in tv. Così chi vorrà sapere come sta il vincitore di Sanremo a una settimana dalla vittoria dovrà sintonizzarsi sabato su Rai3, dove Marco Mengoni sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa.
Dopo l’esperienza di due anni fa in cui era salito sul palco dell’Ariston da pischello vincitore di XFactor 3, interpretando Credimi Ancora, Marco Mengoni è tornato in Riviera con una personalità artistica più definita. L’aria sofisticata, il look elegante ma non scontato, l’emozione durante l’interpretazione di Ciao Amore Ciao di Luigi Tenco e una vena interpretativa intensa spostano la discussione su di lui dal “però mi arriva” al “però canta”.
Paradossalmente, pur essendo Marco uno dei figli di talent di quest’anno, bersaglio di quelli che “siamo tutti musicisti con tanto di diploma del Conservatorio” sono i Modà, che stanno alla sessantatreesima edizione di Sanremo, come Valerio Scanu era stato alla sessantesima, Marco Carta alla cinquantanovesima e la Marrone alla sessantaduesima. Tutti insieme nella categoria “hanno fan invasati su internet“, che, nel prossimo festival, si potrebbe aggiungere a quelle dei Big e dei Giovani.
In sala, al momento dell’apertura della busta, il pubblico urlava il nome di Marco. Sarebbe stato divertente vedere la reazione rivoluzionaria dell’Ariston davanti alla vittoria dei Modà. I momenti di rivolta della platea sanremese hanno sempre quella componente folkloristica che a noi piace un casino. La questione è una sola. Noi italiani abbiamo talmente tanti limiti mentali che anche apprezzare una canzone piuttosto che un’altra diventa sintomo del valore intellettuale di una persona, del suo orientamento politico e della sua filosofia di vita. Per cui se a uno piacciono gli Elio e le Storie Tese è molto intelligente, abbastanza cool e vota a sinistra, se gli piace Maria Nazionale è per forza “di nome” nazional popolare e probabilmente è conservatore di destra, se gli piacciono gli Almamegretta… va bè … bacia il quadro di Stalin ogni mattina. In ogni caso, se a uno piace un cantante uscito da un talent, il diritto di voto dovrebbero toglierglielo.
La conseguenza è che la confessione, per esempio, che “Per tutte le volte che” di Valerio Scanu vi è piaciuta ha il valore psicologico di un coming out di quelli clamorosi e i vostri amici “intellettuali a ogni costo” potrebbero continuare a guardarvi con la faccia leggermente disgustata per un tempo indefinito. Un po’ come confessare che, se uno il pomeriggio sta a casa, guarda Uomini e Donne. Roba da prove di coraggio.
Ma a questo punto, se qualcuno pensa che Kekko con tre k dei Modà, quello dei baci che se si potessero mangiare ci sarebbe più amore e meno fame (qui, il testo), ha scritto un verso con senso zero e ha cantato la sua canzone nella tonalità “Martin Castrogiovanni mi sta pestando un piede”, per chi deve votare il prossimo week end? La risposta, speriamo, nelle prossime puntate de La Vita in Diretta.
1. MisterGrr ha scritto:
20 febbraio 2013 alle 12:41