Troupe



8
aprile

ISOLA DEI FAMOSI: DOPO RUBICONDI, SI RIBELLANO ANCHE I SINDACATI.

Più che i colpi di scena stavolta si rischiano i colpi in testa. La settima edizione dell’Isola dei Famosi passerà alla storia per le denunce e le sofferenze dei suoi protagonisti, dal tacco di Simona Ventura, che nella prima puntata si ribellò all’esile corporatura della ex Miss Muretto, fino all’at-tacco via via di tutti gli altri. Si sono alzati cori da curva nord, alla Davide Di Porto, ultimo eliminato del reality, tra i concorrenti VIP e NIP; primi su tutti Luca Ward e Aldo Busi, poi l’inviato Rossano Rubicondi  (per saperne di più clicca qui) e persino l’intera troupe, che ha lamentato le pessime condizioni igieniche, la scarsità di cibo e la mancanza di sicurezza.

A riportare le parole degli addetti ai lavori in Nicaragua, ci aveva pensato la giornalista dell’Espresso Beatrice Dondi, con un servizio dal titolo “L’Isola dei lavori forzati” (L’acqua potabile è scarsa, il cibo è razionato, si dorme spesso nelle tende e i sacchi a pelo non bastano per tutti. Meglio non parlare dei bagni, o meglio delle latrine di fortuna…).  Un  articolo a “tinte forti” seguito dalla risposta immediata del produttore Giorgio Gori (per leggerla clicca qui) e da quella recentissima della Ventura. Nel corso della diretta di ieri, infatti, la Mona nazionale si è collegata con due cameramen, veterani delle edizioni italiane e spagnole dell’Isola dei famosi, presso la postazione tecnica nicaraguense, per sapere cosa ne pensavano della situazione. E quest’ultimi hanno risposto così:

“Ci fa piacere che c’è chi si preoccupa per noi. Siamo lontani, in un posto sperduto, sappiamo che dobbiamo affrontare qualche difficoltà, ma siamo stati preparati per questo”

Come a dire – lo sapevamo che saremmo andati incontro a tutto questo – lo abbiamo scelto noi e ciò che accade è ordinaria amministrazione. Ma nonostante l’ennesimo chiarimento, i dipendenti degli appalti televisivi hanno organizzato per oggi un sit in di protesta davanti la sede principale della RAI di Viale Mazzini, per denunciare le condizioni di lavoro, al limite della legalità, cui, a loro dire, sono costretti operatori e tecnici dell’Isola dei famosi.




1
aprile

LAVORI FORZATI ALL’ISOLA DEI FAMOSI? GIORGIO GORI REPLICA ALLE ACCUSE DELLE TROUPE IN NICARAGUA

Villaggio vacanze o lavori forzati? Il dietro le quinte nicaraguense dell’Isola dei Famosi è diventato un caso vero e proprio, con accuse, repliche e controrepliche. A sollevare il polverone erano state le clamorose denunce di tecnici, elettricisti e cameramen, che avevano descritto una situazione di lavoro insostenibile e inviato una fitta documentazione a riguardo all’associazione sindacale Clb. La protesta è stata subito ripresa dal sito del settimanale L’Espresso, che ha approfondito quelle lamentele in un articolo (qui l’articolo del settimanale). In particolare si parla di alloggi di fortuna, cibo scadente, latrine insufficienti. Di fronte alle imbarazzanti accuse non si è fatta attendere una secca replica di Giorgio Gori, amministratore delegato di Magnolia, società produttrice del programma.

L’Isola è una produzione durissima, per chi sta davanti alle telecamere e per tutti quelli che ci lavorano. Solo dei veri professionisti possono affrontare 4 mesi in prima linea. Ma ben altro è parlare di lavori forzati“. Sono questi i toni con cui Giorgio Gori inizia una lunga e dettagliata replica, nel tentativo di gettare acqua sul fuoco e smentire le voci critiche che si sono susseguite in queste ore. Il produttore ne ha anche per l’articolo dell’Espresso che spaccerebbe un’emergenza come la condizione permanente di tutta la squadra che opera in Nicaragua. Stando alla sua ricostruzione, le situazioni obiettivamente critiche per i tecnici sarebbero state solo due, causate dal mare grosso che aveva impedito il rientro della troupe al campo base e costretto gli operatori ad allestire alloggi di fortuna su un’isola attrezzata ad ospitare solo 20 persone.

Inoltre secondo Magnolia le difficoltà delle prime settimane sarebbero state “fisologiche per una prima edizione in una nuova località” e avrebbero interessato solo le squadre “in missione” sull’isoletta di Lime Cay. Per ovviare ai disagi spesso causati dal mare grosso o dalle condizioni metereologiche poco favorevoli “la produzione- spiega Gori- si è dotata di un elicottero, inizialmente non previsto, e a breve ne avrà a disposizione un secondo”.