Nella serata che parte all’insegna della ‘cattiveria servita su un piatto d’argento’, con la Mystery Box ‘da C’è Posta Per Te’ inattesa, è il piatto frutto dell’amore di Federica per Nicolò a farla da padrone. E’, infatti, il più giovane della Masterclass – agevolato dalla spesa fattagli della gentile massaia – a spuntarla nella prova più enigmatica di questa edizione di Masterchef, battendo in volata Filippo, che si era comunque ben difeso evitando di scivolare sulla buccia di banana letteralmente messa sul suo cammino dal conte.
MasterChef 4, sesta puntata – Invention Test, eliminata Chiara
Non si vedono cloche all’orizzonte, ma in compenso nella tappezzeria ‘rosso Masterchef’ della dispensa si staglia uno dei volti più noti della pasticceria italiana: il grande maestro Iginio Massari. Senza troppe esitazioni si scopre che il tema dell’Invention Test è la torta nuziale tradizionale, con Nicolò che ha l’irripetibile possibilità di mettere in difficoltà tre compagni a sua scelta (Filippo, Stefano e Simone), obbligandoli a fare una torta a due piani. Prima che Nicolò scelga a chi dare la patata bollente, anche gli altri aspiranti chef vedono capitarsi dinnanzi Iginio ‘Nightmare’ Massari, che si palesa, nel terrore generale, con un de profundis in sottofondo. Altro che marcia nuziale.
Nonostante le difficoltà che si respiravano nel pre-gara, quasi tutti i concorrenti si destreggiano niente male, ad eccezione di Stefano, Arianna e Chiara. Quest’ultima, che si distingue certamente per un’originalità dal sapore naif, deve mandare giù il primo boccone amaro della serata. Neanche il fungo-amico, quello generatore di vita nel famoso videogioco SuperMario, può evitarle l’eliminazione. Chiara, in fin dei conti, ha perso perché non ha seguito le regole, volendo ‘correre verso la libertà’. Peccato che questa volta la libertà fosse fuori da quella porta che aveva varcato con occhi sognanti qualche mese fa. Sorride, invece, Federica, orgogliosa di aver surclassato tutti nella sfida più temuta di questa edizione. A lei l’onore di scegliere e guidare la ciurma, ma anche il solito fardello della sconfitta annunciata che torna a bussare per l’ennesima volta alla porta dei favoriti.