Olocausto



26
gennaio

Giornata della Memoria 2018, programmazione: «Tutto davanti a questi occhi» a reti unificate

Tutto davanti a questi occhi, Samuele Modiano

Nell’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia, la tv celebra la Giornata della Memoria con palinsesti dedicati e con un’iniziativa comune. Domani, Rai, Mediaset, Sky e La7 hanno infatti concordato di trasmettere il documentario Tutto davanti a questi occhi, realizzato da Walter Veltroni e prodotto da Sky con Palomar. Il film, che racconta la persecuzione razziale e lo sterminio degli ebrei attraverso la testimonianza di Sami Modiano (sopravvissuto al campo di sterminio di Birkenau), verrà proposto in accordo tra le principali emittenti proprio per il valore della testimonianza civile che esso contiene. 




23
gennaio

MI RICORDO DI ANNA FRANK: IL DRAMMA DELL’OLOCAUSTO RIVIVE SU RAI 1

Mi ricordo di Anna Frank

Mancano pochi giorni al 27 gennaio, Giornata della Memoria per tutte le vittime dell’Olocausto. Tra le tante proposte televisive che nel corso di tutta la settimana ricorderanno il tristemente celebre anniversario, vale la pena segnalare Mi ricordo di Anna Frank, l’ottimo film per la tv prodotto da RaiFiction nel 2009, in onda questa sera alle 21,10 su Rai1. Liberamente ispirato al romanzo omonimo di Alison Leslie Gold, il tv movie diretto da Alberto Negrin – che in prima visione il 27 gennaio 2010 ottenne una media di 7.022.000 spettatori e il 25.79% di share – racconta l’amicizia tra Anna Frank e Hannah Goslar.

La storia parte dal primo incontro ad Amsterdam delle loro due famiglie tedesche che avevano abbandonato la Germania per proseguire con la vita quotidiana delle due amiche, i primi amori, l’inizio delle leggi antiebraiche, l’occupazione tedesca, la sparizione di amici e parenti, la separazione improvvisa da Anna quando tutta la famiglia Frank decide di nascondersi nell’alloggio segreto ricavato dietro gli uffici della ditta del padre; ma anche gli inutili tentativi di Hanneli di mettersi in contatto con Anna che lei crede scappata in Svizzera, la delusione di non essere stata informata dalla sua amica.

Hanneli ricordando Anna è felice all’idea che almeno la sua amica sia salva, lontana da quegli orrori. Fino a quando scopre che Anna è lì, a Bergen Belsen, tra i deportati senza alcun privilegio come invece, grazie al padre antico ministro della Repubblica di Weimar, era fortunatamente accaduto a lei. Hanneli tenterà di avvicinarsi ad Anna, rischiando la vita, ma tutti gli olandesi verranno portati lontano, in un’altra baracca e Hanneli saprà della morte di Anna solo dopo la fine della guerra quando Otto Frank andrà a trovarla in ospedale e le dirà che sua figlia non è sopravvissuta. 


3
febbraio

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE: IL DRAMMA DELL’OLOCAUSTO QUESTA SERA SU CANALE 5.

Il Bambino con il pigiama a righe

Affrontare la tragedia dell’Olocausto, confrontandosi con un evento collettivo così doloroso e carico di orrore non è facile per nessuno. Da sempre, scrittori e registi di fronte alla doverosa necessità di testimoniare e raccontare la verità sullo sterminio ebraico, hanno più volte preferito percorrere strade parallele. Percorsi che potessero rievocare e denunciare il trauma del genocidio in maniera meno diretta. Per mitigare la tragedia e la bestialità nazista, si è spesso ricorso a un punto d’osservazione privilegiato, come ad esempio quello dei bambini. Da Anne Frank, il cui diario, considerato una delle opere più rappresentative legate alla Shoah, ha ispirato numerosi film, sino a Jona che visse nella balena o La vita è Bella.

E’ in questo filone che si inserisce Il bambino con il pigiama a righe, un film del 2008 diretto e sceneggiato da Mark Herman, adattamento del romanzo omonimo dello scrittore John Boyne. La pellicola in onda questa sera su Canale 5, a meno di una settimana dalla Giornata della Memoria, racconta la forte amicizia tra due bambini: Bruno e Shmuel, il primo figlio di un comandante nazista, nuovo direttore di un campo di sterminio, il secondo un bimbo ebreo, rinchiuso assieme al padre nello stesso campo. Il piccolo Bruno, trasferitosi con la sua famiglia, in una casa vicina al campo di concentramento, spinto dalla sua sete d’avventura, si avvicina a quella che ai suoi occhi di bambino, sembra una strana fattoria.

Attraverso il filo spinato, conosce e stringe amicizia con un ragazzino vestito con una curioso pigiama a righe. Bruno non riesce neppure a immaginare la triste realtà, ma sarà Shmuel col passare dei giorni, a fargli capire che ciò che indossa non è un pigiama e quella che vede non è una fattoria. Un giorno, Bruno scopre di poter oltrepassare il filo spinato, e si offre così di aiutare Shmuel a trovare il suo papà, che non vede da alcuni giorni. Procuratosi un altro “pigiama”, entra nel lager.