Sembrava un addio destinato ad essere definitivo. Un’uscita di scena nostalgica ma che furbamente non aveva chiuso le porte ad un possibile rientro in scena. Come se gli sceneggiatori sapessero che Lino Banfi avrebbe fatto dietrofront. D’altronde l’attore pugliese era riuscito a dare alla serie una connotazione forte e dell’impronta di Nonna Libero diventa quasi impossibile farne senza.
E così il settantacinquenne che con Un medico in famiglia ha vissuto la seconda fase d’oro della sua carriera, dopo il rivalutato trash degli anni Ottanta, in un’intervista a Sorrisi riapre le speranze dei fan:
La Rai ha ricevuto decine di migliaia di lettere e appelli perché questo personaggio rientrasse nella serie, e così abbiamo iniziato a parlarne. A me non dispiacerebbe, magari non per un ciclo intero ma per un numero limitato di puntate.
Al di là dell’enfasi numerica che sfiora il paradosso di voler far credere che negli ultimi tempi gli italiani firmassero contemporaneamente per abolire il Porcellum e per far tornare Nonno Libero, di base c’è un reale radicamento di quell’immagine nell’identità della serie. Il suo ritorno, anche una semplice capatina dagli States, potrebbe riaccendere l’appeal di una serie che si sta man mano accartocciando su se stessa (anche se è impossibile non riconoscerne la capacità di resistere al tempo meglio di ogni altra serie familiare).