Dunque, dove eravamo rimasti? A Porta a porta si torna a parlare del delitto di Sarah Scazzi. E si riparte da lì, dal plastico dell’abitazione di Michele Misseri che campeggia al centro dello studio come un emblema. Guardi il modellino, così dettagliato, e capisci tante cose. E’ trascorso un anno dal ritrovamento del corpo senza vita della quindicenne di Avetrana e oggi la tv si aggrappa morbosa alle ammissioni di suo zio, il quale si dichiara unico colpevole del misfatto. La trasmissione di Bruno Vespa approfondisce proprio l’aspetto delle due verità attualmente a confronto: quella di Miché e quella di chi accusa di omicidio sua moglie Cosima e sua figlia Sabrina.
Nella puntata di Porta a Porta in onda stasera è atteso un intervento esclusivo dello stesso Misseri. Intanto, parlano i suoi ex difensori Roberta Bruzzone e Daniele Galloppa, i quali sono stati accusati dall’uomo di averlo indotto a dare una versione diversa ai giudici. Accuse false, replicano gli esperti davanti a Vespa, citando incongruenze temporali e testimoniando che zio Michele incriminò sin da subito sua figlia. Salvo poi ritrattare e professare il suo mea culpa in tutte le trasmissioni tv pronte ad accoglierlo.
A beneficio del pubblico, il magistrato Simonetta Matone fa il conto delle versioni che Miché avrebbe cambiato in questi mesi: sono cinque. Arriva pure lo psichiatra Paolo Crepet, che tenta di decifrare i comportamenti mutevoli dell’uomo. “E’ tutta farina del suo sacco?” domanda sibillino. Poi parte l’intervista “esclusiva” di Porta a Porta a Misseri, e dopo pochi minuti lo zio è già in lascrime. Alè. “Non capisco perchè all’inizio ho accusato mia figlia ingiustamente. Sabrina non mi perdonerà mai” piagnucola.