La7



4
luglio

ENRICO MENTANA RISPONDE A SANTORO: DIVERSAMENTE LIBERI? LA LIBERTA’ E’ UNA SOLA.

Enrico-Mentana

Doveva essere il nuovo binomio dell’informazione libera, di fatto al momento c’è solo un vivace botta e risposta come tra due illustri sconosciuti che per potersi fidare l’uno dell’altro devono prima annusarsi per bene. Enrico Mentana pur di portare Annozero a La7 si era offerto di tenere il programma sotto la testata del suo telegiornale. Per Michele Santoro invece, abituato com’è ai vaffanbicchieri di Masi, è inaccettabile che l’editore possa mettere un veto ai contenuti del suo programma.

Dalla prospettiva di Santoro, anche Mentana dopo aver difeso la politica del suo editore, è da rivalutare come un giornalista diversamente libero. Come promesso ieri sera nel corso del suo telegiornale, il direttore del TGLa7 ha replicato alle accuse con una lettera pubblicata oggi dal Corriere della Sera:

Caro Michele nella tua lettera aperta a me indirizzata dalle colonne del Fatto Quotidiano, dopo la rottura delle trattative per il tuo arrivo a La7, affermi che siamo «diversamente liberi». Non so cosa voglia dire: non abbiamo mai lavorato insieme, e per quanto mi riguarda so che la libertà non è mai relativa. Dirigo un telegiornale, non una struttura clandestina: e tutti quindi possono misurare la libertà di cui godo, e che mi sono presa attraverso la garanzia di risultati che porto all’editore.




3
luglio

LA7 CHIARISCE: SANTORO VOLEVA MODIFICARE IL PROGRAMMA SENZA PREAVVISO

Michele Santoro

Michele Santoro voleva fare il diavolo a quattro e La7 non c’è stata. Spuntano nuovi particolari sulla mancata firma del contratto tra il giornalista più ’scomodo’ del piccolo schermo e l’emittente di Telecom Italia Media. Dettagli che si aggiungono a quelli riportati nei giorni scorsi dal conduttore e che in parte li smentiscono. Il paladino della libera informazione aveva infatti dichiarato di aver abbandonato le trattative perchè La7 non intendeva assumersi responsabilità legali e voleva interferire sulla sua attività giornalistica. Colpa di pressioni esterne e del conflitto di interessi, si era detto. Oggi la società del Gruppo Telecom Italia proprietaria della rete terzopolista replica a quella versione. Dice la sua.

La rottura delle trattative è dovuta alla richiesta continua e perentoria effettuata dal dott. Michele Santoro di riservarsi il diritto, una volta individuato il tema della trasmissione, di modificare, anche in senso profondo, l’ eventuale ‘premessa’, gli ospiti in studio, la scaletta, i filmati da trasmettere e quanto altro fosse necessario per gestire in totale autonomia il programma da Lui condotto, senza alcun ragionevole preavviso (erano stati concessi solo alcuni minuti)” ha scritto l’editore in una nota. Secondo La7, dunque, il conduttore avrebbe tirato troppo la corda e lì sarebbero iniziati i problemi sul contratto. 

Le richieste esigenti di Santoro sarebbero state infatti in contrasto con “le regole interne che presiedono i rapporti con tutti i volti della rete” e varebbero esposto l’editore a ”ingiustificati rischi legali di natura penale e civile“. Ecco dunque spiegato una volta per tutte il significato di quella formuletta incomprensibile e laconica con cui La7 annunciava di aver interrotto le trattative con il divin Michele per ”inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore“.

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3
luglio

SANTORO CONTRO MENTANA: NASCONDE IL CONFLITTO D’INTERESSI, SIAMO DIVERSAMENTE LIBERI.

Enrico Mentana, Michele Santoro

Te c’hanno mai mandato a vaffanbicchiere?  Ricevere una dimostrazione di tracotanza da parte di Michele Santoro è una galanteria che spetta davvero a pochi. L’elenco dei privilegiati, aperto mesi fa dal ‘conuto e mazziato’ Mauro Masi, oggi si arricchisce e annovera anche Enrico Mentana, direttore del Tg La7. In una recente intervista al Corriere, il Mitraglietta aveva parlato della trattativa arenata tra l’emittente di Telecom e Santoro in termini poco graditi al giornalista, e così il conduttore di Annozero non ha esitato e rendere pan per focaccia a modo suo. Batti e ribatti. In un film comico saremmo alla scena degli schiaffoni.

Come è noto, Enrico Mentana non si è mai incatenato per la libertà di informazione. Anche quando aveva promesso di farlo. Pur nutrendo nei suoi confronti una enorme stima professionale, ritengo che abbiamo nei confronti del potere (economico, politico ed editoriale) atteggiamenti molto distanti. Il che ci rende diversamente liberi“. Così Santoro ha replicato al direttore del Tg La7, secondo il quale il divino Michele avrebbe esagerato nelle trattative con Ti Media, chiedendo libertà assoluta. “L’editore, accordandogliela, rivendicava il diritto di conoscere i contenuti delle trasmissioni, dovendone rispondere del resto qualsiasi giornalista non può dire o scrivere quel che gli pare. Esistono obblighi di legge” aveva aggiunto Chicco Mitraglia al Corriere.

Parole che hanno fatto innervosire Santoro, che oggi ha ribattutto: “le sue dichiarazioni fanno intendere che io avrei richiesto all’editore una libertà illimitata e irresponsabile. Siccome non è così, non capisco per quale ragione egli voglia assumere il ruolo di chi nasconde o vela con le sue interpretazioni il conflitto d’interessi“. Così, nel sommo giudizio santoriano, Mentana è si è trasformato di colpo da giornalista acuto, corretto e indipendente a difensore dell’occulto conflitto d’interessi orchestrato da Berlusconi grazie alla potente “dittatura di Mediaset” teorizzata nei giorni scorsi.





1
luglio

COSA STA SUCCEDENDO ALLA TELEVISIONE ITALIANA? IL MERCATO DELLA LIBERTA’

Cosa succede alla televisione italiana?

Non c’è pace per la tv. Non c’è pace per i contratti: il caos è all’ordine del giorno, tutti contestano tutti e ad ogni ora che passa tutti gli schieramenti sembrano poter cambiare. I problemi legati alla realizzazione del cartoon di Adriano Celentano in questa lunga e calda estate di trattative e salti di barricate, presunti o meno, è solo l’ultimo atto. Il caso del cantante-produttore-guru che non potendo al momento più mettere piede in Rai (così pare) si era assicurato una vetrina per un nuovo progetto su Sky, meta degli esuli in cerca di spazi di libertà (o presunta tale), preoccupa quantomeno simbolicamente.

La lista delle battaglie si allunga sempre più nella guerra dei mondi del piccolo schermo: le minzolinate varie e le decisioni dei giudici del lavoro sui vari reintegri, i ribelli considerati ‘bolscevichi’ che tra abbandoni, rescissioni e dimissioni nicchiano sulla gestione dei contenuti e sulla reale libertà del mercato, le faide intestine e sotterranee. Per come si stanno configurando le dinamiche della televisione che verrà c’è davvero da stare molto attenti. Due sono le prospettive: l’allontanamento definitivo della popolazione digitalizzata dai meandri della tv o la palingenesi da tutti invocata.

Il ragazzo della via Gluck siamo sicuri che non avrà difficoltà a trovare nuovi sostenitori per la sua iniziativa, considerata l’esposizione mediatica di quello che ormai è diventato il suo brand ambientalista ed alternativo e appurato il seguito che ha consolidato con l’alleanza virtuale con la linea di Annozero. Così come non faranno vita da pensionati nè Lucia Annunziata né lo stesso Santoro. Tra giornali, riviste, web tv e canali tematici vari non mancherà chi vorrà accaparrarsi le loro firme.


30
giugno

CASO SANTORO, MENTANA: LA7 CHIARISCA CHE NON C’E’ STATA CENSURA DI MERCATO

Enrico Mentana

Enrico Mentana vuole vederci chiaro. Il direttore del Tg La7 è intervenuto sullo strappo creatosi oggi nelle trattative tra Michele Santoro e la tv di Telecom Italia Media (leggi qui), chiedendo all’emittente di esprimere in modo inequivocabile la sua posizione. L’appello di Mitraglietta è arrivato dopo che il conduttore di Annozero aveva denunciato l’esistenza di pressioni contro la sua assunzione. “Siamo di fronte ad una nuova, eloquente ed inoppugnabile prova dell’esistenza nel nostro Paese di un colossale conflitto di interesse” aveva tuonato il paladino della libera informazione, riferendosi a forze oscure che sarebbero entrate in gioco per ostacolare il suo passaggio al terzo polo televisivo.

Speriamo che le trattative riprendano, anche se le parole di oggi non lasciano ben sperare“ ha esordito il direttore del Tg di La7 durante l’odierna edizione delle 20. Poi, entrando nei particolari della vicenda, ha commentato: ”visto quello che ha detto Santoro è necessario per tutti noi che Telecom Italia Media chiarisca in modo inoppugnabile che ha fatto le sue scelte senza nessuna pressione esterna“. Secondo Mentana, l’emittende dovrebbe perciò fugare ogni dubbio, spiegando che dietro lo strappo di oggi non ci sono strane manovre né conflitti d’interesse.  

Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare in perfetta libertà” ha poi assicurato il giornalista, precisando che una rete non è libera se prende Santoro e non lo è se non lo prende“. Però- ha proseguito – “se un’azienda tratta con il proposito di prendere un professionista come Santoro e poi tronca queste trattative, ha il dovere di spiegarsi perchè sennò si è autorizzati a pensare che qualcuno non volesse qualche risultato“. Con queste parole, Enrico Mentana ha chiesto trasparenza sul caso televisivo che più tiene banco in questi giorni. Interessante ricordare che, nelle indiscrezioni dei mesi scorsi, il direttore del Tg La7 era stato indicato come uno dei promotori della trattativa tra Michele Santoro e l’AD della tv di Telecom, Giovanni Stella.





30
giugno

MICHELE SANTORO: IL NO DI LA7 E’ LA PROVA DI UN COLOSSALE CONFLITTO DI INTERESSI

Michele Santoro

Michele Santoro non andrà a La7. La notizia della mancata conclusione dell’accordo è stata diramata poco fa tramite una nota di Telecom Italia Media. La motivazione a cui fa riferimento l’azienda riguarda “inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore”.

Non si è fatta attendere la replica del conduttore di Annozero: in una lunga nota il giornalista parla di un colossale conflitto di interessi a cui nemmeno La7, terra dell’informazione libera, si sarebbe potuta sottrarre.

“Siamo di fronte ad una nuova, eloquente ed inoppugnabile prova dell’esistenza nel nostro Paese di un colossale conflitto di interesse. Un accordo praticamente concluso, annunciato dallo stesso telegiornale dell’editore coinvolto, apprezzato dal mercato con una crescita record del titolo, viene vanificato senza nessuna apprezzabile motivazione editoriale“.

Pochi minuti l’annuncio di Telecom Italia Media, il titolo dell’azienda ha registrato un crollo in borsa del 4.59%. Le dichirazioni del conduttore proseguono:

Naturalmente non possiamo fornire le prove dell’esistenza di interventi esterni ma parla da solo l’interesse industriale che avrebbe avuto La7 ad ospitare un programma come il nostro nella sua offerta”.

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30
giugno

NIENTE LA7 PER MICHELE SANTORO

Michele Santoro

(ANSA) – Telecom Italia Media, editore de La7, ha interrotto le trattative con Michele Santoro. Lo si legge in una nota in cui si parla di “inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore”.

Arriva la replica di Santoro via Facebook:

Siamo di fronte ad una nuova, eloquente ed inoppugnabile prova dell’esistenza nel nostro Paese di un colossale conflitto di interesse. Un accordo praticamente concluso, annunciato dallo stesso telegiornale dell’editore coinvolto, apprezzato dal mercato con una crescita record del titolo, viene vanificato senza nessuna apprezzabile motivazione editoriale.
Naturalmente non possiamo fornire le prove dell’esistenza di interventi esterni ma parla da solo l’interesse industriale che avrebbe avuto La7 ad ospitare un programma come il nostro nella sua offerta.
Improvvisamente ci sono stati posti gli stessi problemi legali che la Rai pone a Milena Gabanelli e norme contrattuali che noi consideriamo lesive della libertà degli autori e dei giornalisti.
Per non tradire le attese del pubblico, ci siamo impegnati a farci carico delle eventuali conseguenze legali delle nostre trasmissioni, ad autoprodurle e a procedere per gradi, senza un contratto quadro, con una prima serie di undici puntate. In questo modo, sia noi che l’editore, avremmo potuto liberamente valutare l’opportunità di continuare la collaborazione.
Ricordiamo a tutti che il dottor Stella, amministratore delegato di Ti media aveva pubblicamente dichiarato che non c’erano divergenze economiche e che La7 non aveva nessun problema a mettere in onda un programma come Annozero. Un programma che, tra infinite difficoltà e attacchi di ogni tipo, è sempre stato realizzato in completa autonomia. Perché hanno cambiato idea? Chi ha interesse ad impedire che si formi nel nostro Paese un terzo polo televisivo che rompa la logica del duopolio?
Per tornare a crescere l’Italia deve liberarsi del conflitto di interesse e di tutti coloro che non hanno avuto il coraggio di opporgli le ragioni della libertà di opinione e della libertà di mercato. Sulla scia del successo di Tuttiinpiedi, con l’aiuto fondamentale del pubblico, dimostreremo presto che un Paese semilibero non ci basta. Tutto cambia.
Michele Santoro

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30
giugno

PIERSILVIO BERLUSCONI: AVREI VOLUTO FLORIS MA NON SANTORO. SKY? FORSE CON L’INTRATTENIMENTO (VENTURA E XFACTOR) HA RASCHIATO IL FONDO DEL BARILE.

Piersilvio Berlusconi (Olycom)

La bufera che si è abbattuta ieri sera su Cologno Monzese avrà intimido le donzelle in procinto di sfilare sul red carpet ma non Piersilvio Berlusconi. A margine della presentazione dei palinsesti autunnali, il vice di Mediaset ha risposto alle domande dei giornalisti, spendendo più di una parola per la concorrenza e per il mancato ingaggio di Giovanni Floris a Mediaset.

Ha confermato, infatti, il tentativo di strappare alla Rai il conduttore di Ballarò, che con i suoi quasi 5 milioni di spettatori di media è diventata una spina nel fianco per le proposte delle altre reti. A questo proposito Piersilvio nega qualsiasi interesse per Michele Santoro, l’unico mattatore attualmente ancora sulla piazza:

A pensare a Santoro faccio veramente fatica. Dobbiamo essere aperti a tutte le voci, ci stavamo muovendo per Floris, ma Santoro proprio no. Ormai e’ un politico, che non e’ una cosa negativa perche’ in qualche modo e’ un fenomeno. Ma andarlo a prendere da un’altra azienda per portarlo da noi, francamente no“.