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RAI: LE PROPOSTE DEL ROTTAMATORE MATTEO RENZI
di Cristian Tracà
01/11/2011 - 13:27

Rottamazione vs usato. Con un gergo da incentivo automobilistico la sfida che da qualche mese si consuma in una nuova versione all’interno del Pd non risparmia l’idea di televisione pubblica che le due correnti intendono affermare come linea maggioritaria. Matteo Renzi, il vispo sindaco di Firenze, all’interno della sua campagna di comunicazione molto forte per il rinnovamento del Partito Democratico si esprime a favore di una razionalizzazione privatistica del sistema radiotelevisivo.
Tra le cento proposte, molte delle quali etichettate come vintage anni 80 da Bersani, Renzi e il suo team di pionieri del nuovo si è espresso anche sulla questione della Rai, porgendo una mano trasversale a qualche altro esponente politico, di diversa estrazione, che aveva già avanzato ipotesi nella stessa direzione. Più concorrenza a Mediaset, meno incertezza di bilancio, fine del regime misto canone-pubblicità per gli stessi canali e netta separazione del finanziamento.
Le proposte specifiche sono la numero 16 e la numero 17 del manifesto della rottamazione. Ecco la ricetta renziana, che lasciamo alla descrizione diretta di coloro che hanno presentato la possibile fase due della sinistra italiana:
Oggi la Rai ha 15 canali, dei quali solo 8 hanno una valenza “pubblica”. Questi vanno finanziati esclusivamente attraverso il canone. Gli altri, inclusi Rai 1 e Rai 2, devono essere da subito finanziati esclusivamente con la pubblicità, con affollamenti pari a quelli delle reti private, e successivamente privatizzati. Il canone va formulato come imposta sul possesso del televisore, rivalutato su standard europei e riscosso dall’Agenzia delle Entrate. La Rai deve poter contare su risorse certe, in base ad un nuovo Contratto di Servizio con lo Stato.
Anche sulla governance il sindaco toscano, da molti considerato come l’uomo nuovo capace di battibeccare efficacemente con Berlusconi, non si nasconde dietro ad un dito e lancia la sua idea di gestione amministrativa ed editoriale della tv di Stato:
La governance della Tv pubblica dev’essere riformulata sul modello BBC (Comitato Strategico nominato dal Presidente della Repubblica che nomina i membri del Comitato Esecutivo, composto da manager, e l’Amministratore Delegato). L’obiettivo è tenere i partiti politici fuori dalla gestione della televisione pubblica.
Eppur si muove, penserete. Niente di così rivoluzionario, direte. E non avete tutti i torti: interessa però l’apertura della parte più centrista e giovane del Pd alla soluzione privatizzazione, linea che difficilmente troverà sostegno nelle aree più legate all’eredità del Pci, a prescindere dalla falce e martello sul simbolo dell’attuale forza politica che rappresentano. In fondo Renzi non è così distante da Formigoni.
Ricorderete il monologo di Santoro, forse il più veemente di tutta la stagione dell’ultimo Annozero, in risposta ad una simile proposta avanzata dal leghista Roberto Castelli, tanto da intitolare a distanza di pochi mesi il suo progetto Servizio pubblico. La Rai sarebbe dunque un ulteriore tassello nel mosaico di distinguo che le varie anime della sinistra porterebbero nella piattaforma per la redazione di un eventuale futuro di governo in discontinuità rispetto al berlusconismo.
Difficile immaginare una soluzione, figuriamoci pensarla a breve termine. La televisione pubblica sgombera di poltrone riservate e con una gestione editoriale svincolata dagli equilibri di potere consolidatisi nella storia d’Italia. Che qualcosa debba cambiare è evidente a tutti: nella fase della moltiplicazione dell’offerta l’azienda radiotelevisiva non può soggiacere a una struttura anacronistica.
Che la soluzione sia il privato, croce e delizia di ogni svolta socio-economica è anche questa una domanda da un milione di dollari. Con il referendum di giugno gli italiani hanno dato un segno forte di indisponibilità a concedere l’arbitrio su beni considerati storicamente come inalienabili.
Nel Belpaese, ed è questa la domanda principale, il servizio pubblico televisivo è pensato come una risorsa collettiva con le stesse caratteristiche dell’acqua o questa concezione di tv, prettamente europea, è già stata superata nelle coscienze?
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luigino dice:
mike, chiediamo a rosy bindi, ella sicuramente avrà una soluzione anche per la Rai.
Mike dice:
Quindi per Renzi i programmi di Rai 3 sono servizio pubblico da finanziare con il canone? Quindi per Renzi la dirigenza della RAI deve essere nominata dal Quirinale e non dalla Commissione parlamentare apposita? Quindi per Renzi la RAI deve essere affidata ad un uomo solo (un Scalfaro qualunque) invece che alla sovranità del Parlamento? Quindi Renzi, se fosse stato in Parlamento nel 1976, avrebbe votato contro alla "Riforma del 1976" con la quale il controllo della RAI passò dal Governo al Parlamento? Renzi lo sa che con il suo sistema si ritornerebbe ai tempi pre-1976? E pensare che il PCI (oggi PD) ai tempi della RAI pre-1976 gridava alla "dittatura televisiva della balena bianca"... ah, già: Renzi vuole mettere la "dittatura (rossa) del (suo) Quirinale" come se già la RAI non fosse piena di politici fino all'osso! Se questo è quanto il "nuovo" del PD è capace di proporre... figuriamoci i "vecchi" provenienti dal PCI!
luigino dice:
dimenticavo....non sarebbe un problema: abbiamo Santoro che lavorerebbe per 1 euro :)
luigino dice:
@Andrea: io posso anche concedere qualche pubblicità (per esempio 1 spot e basta,quindi massimo 15-30 secondi). Ma solo quello..... la cosa sarebbe fattibile se alla rai le persone venissero pagate secondo criteri ordinari.Chessò, Bruno Vespa con 1500 euro al mese. Se non accetta, può andarsene via.... un'altra persona, anche più preparata di lui, vorrà il posto. Io farei così :)
luigino dice:
luke: 1)io con le mie tasse finanzio anche, chessò, gli ospedali, eppure vorrei usufruirne il meno possibile. Che discorso è? 2)in alcuni paesi mi risulta che il canone sia d'obbligo per ogni utenza domestica (a parte le secondo case intestate allo stesso proprietario). In questo modo tutti sarebbe costretti a pagarlo,ufficialmente avendo o non avendo la tv.
Andrea dice:
Sono stato poco chiaro: al finanziamento tramite il canone dovrebbe seguire la completa eliminazione (e non riduzione) di pubblicità da ogni singolo canale nazionale Rai.
Andrea dice:
Concordo con luigino. Il canone serva a finanziare tutti i canali Rai (compresi quelli radio). All'estero ci riescono, perché non potremmo anche noi? In Rai c'è già abbstanza pubblicità, proporre un affollamento pari a quello delle private sarebbe da spararsi, secondo me. Su una cosa concordo: fuori i partiti dalla TV pubblica. Una TV spoliticizzata sarebbe dinamica, forte, rappresentativa di tutti e senza dubbio più forte anche dal punto di vista economico.
luke dice:
Io invece il canone lo tirerei via, perchè a) mi sono stufato di pagare un servizio che non sempre usufruisco b) non tutti in Italia lo pagano,allora io chi sono il pirla? Caro Matteo torna a girare la ruota che è meglio!
Maserv dice:
Mi sembra che Renzi citi la BBC a sproposito. Il BBC Trust (quello che lui chiama Comitato Esecutivo) e il Director General (equivalente di un Amministratore Delegato) sono nominati dal Governo, non dalla Regina che si limita a ratificare qualsiasi decisione del governo (il Royal Assent e` una formalita` mai negata negli ultimi 300 anni). E il Trust non e` certo composto da persone che con la politica non hanno nulla a che fare: il nuovo presidente del BBC Trust nominato da qualche mese e` Lord Patten, ex presidente del partito Conservatore, ex ministro, ex Governatore di Hong Kong e tutt'ora membro della Camera dei Lord per il partito Conservatore. In piu` il BBC Trust non ha alcuna voce in capitolo nella gestione quotidiana dell'azienda (come per esempio il CdA della RAI che approva i palinsesti e i contratti). Il BBC Trust stabilisce gli obiettivi e il Director General ha potere quasi assoluto nella gestione dell'azienda. Poi non e` detto che questo modello non sia migliore di quello attualmente in vigore in RAI, ma non dipingiamolo per quello che assolutamente non e`. Che poi la delusione e` grande.
luigino dice:
Secondo me il signor Renzi ha detto una colossale baggianata. Oggi lo scopo della tv di stato è proprio quella di garantire un minimo di informazione in TV. E per fare ciò, il sistema deve essere autosufficiente (cioè finanziarsi con il canone)....