“Voglio al più presto un confronto televisivo carte alla mano con Travaglio“. A lanciare il guanto della sfida è stato il neoeletto Presidente del Senato Piero Grasso, intervenuto telefonicamente nel corso della puntata di Servizio Pubblico in onda ieri sera. La seconda carica dello Stato ha chiesto diritto di parola su La7 dopo che il vicedirettore del Fatto Quotidiano lo aveva chiamato in causa con un intervento molto critico sul suo passato da magistrato. Grasso, che è parso molto infastidito dalle parole del giornalista, ha invitato Travaglio ad un faccia a faccia televisivo da tenersi al più presto, prima di una settimana.
“Sono state fatte nei miei confronti delle accuse infamanti (…) vorrei invitare Travaglio a un confronto televisivo con le carte alla mano su tutto quello che di infamante che è solito dire o scrivere nei miei confronti, soprattutto della mia nomina a Procuratore Nazionale Antimafia. Si parla di libertà di informazione ma è brutto sentirsi accusare senza poter rispondere” ha esordito Grasso.
A quel punto, Michele Santoro si è offerto di ospitare il contraddittorio richiesto ma il Presidente del Senato ha replicato: “non posso aspettare la trasmissione della prossima settimana. Io inviterò Travaglio ad un confronto in un luogo televisivo perché queste cose vanno fatte a caldo. Il contraddittorio è una regola di civiltà“. Parole accolte con un certo disappunto dal conduttore di Servizio Pubblico, il quale ha poi ironizzato sul luogo del possibile duello: “Mentana pensaci tu…“.
Ma veniamo all’oggetto del contendere: le “accuse” di Travaglio. All’inizio della puntata, il giornalista si era espresso con toni fortemente critici sulla figura di Grasso, dichiarando:
“Grasso è un italiano prima che magistrato, molto furbo, un uomo di mondo, che ha saputo gestirsi molto bene, non ha mai pagato le conseguenze di un’indagine, si è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini su mafia e politica. Quando era Procuratore di Palermo si è addirittura liberato di tutti i magistrati che facevano indagini su mafia e politica. Si è reso protagonista di alcuni gesti ben poco nobili, come rifiutarsi di firmare l’atto di appello contro l’assoluzione in primo grado di Andreotti…”
e giù ancora più pesante, aggiungendo dettagli sulla presunta distanza tra Grasso ed il magistrato Giancarlo Caselli, e sull’ottenimento di “leggi incostituzionali“ che avrebbero ostacolato quest’ultimo. Affermazioni che l’ex Procuratore Antimafia ha ritenuto lesive; da qui la sua decisione di intervenire a Servizio Pubblico e di chiedere un confronto a breve.
Non è la prima volta che Travaglio polemizza in tv con un Presidente del Senato: nel 2008 a Che tempo che fa criticò l’allora seconda carica dello Stato, Renato Schifani, con parole giudicate diffamatorie.
1. tania ha scritto:
22 marzo 2013 alle 00:39