Report è “inciampato” nella cosiddetta copertura legale. Al momento, sembra essere questa la motivazione per giustificare la situazione di stallo cui è costretto il programma di Rai 3, condotto da Milena Gabanelli. Ufficializzata nei palinsesti autunnali della terza rete Rai, e forte del successo ottenuto nella precedente edizione, la squadra di Report non sa ancora se e quando tornerà in onda: “Di solito iniziamo a maggio per le puntate di autunno. Siamo a metà luglio, e quello che so lo leggo sui giornali, a me nessuno ha detto nulla direttamente” ha dichiarato la conduttrice a Il Fatto Quotidiano.
E a proposito della discussa copertura legale (che, stando a quanto calcolato dall’ufficio legale, si aggira attorno ai 12 milioni d’euro), la Gabanelli cerca di fare chiarezza, precisando che la somma non è altro che “un accantonamento che l’azienda si ritroverà, visto che in 14 anni abbiamo ricevuto solo una condanna di 30.000 euro (e abbiamo fatto ricorso) per una presunta violazione della privacy, ma nessuna sentenza definitiva a nostro sfavore”. Dunque, chi c’è dietro a tutta questa bagarre contro Report? La conduttrice, forte degli attestati di stima ricevuti da Lorenza Lei, non ha dubbi: “Deduco che l’azionista, ovvero Giulio Tremonti, stia usando il suo potere per creare ostacoli“.
Il motivo? “Report ha un taglio molto economico, entra spesso nei temi legati alle decisioni di Tremonti, il ministro che da quasi 10 anni firma la politica economica del Paese. In diverse occasioni lo abbiamo criticato e lui, più di altri, non ama essere contraddetto e sbugiardato“ ha proseguito. E infatti, tempo fa, proprio Tremonti presentò all’Agcom due esposti contro il programma domenicale di Rai 3. Un fatto che, per la Gabanelli, rafforza l’idea del presunto complotto: “Non essendoci gli estremi per rivolgersi a un tribunale ordinario perchè abbiamo raccontato fatti incontestabili, ha preferito l’Agcom, dove le poltrone sono assegnate per appartenenza politica, e contestare un mancato pluralismo informativo. E così sta passando il principio che un giornalista può fare il cane da guardia a condizione che scodinzoli anche un pò, pena la sanzione”.
La conduttrice si sbottona, confermando di non aver per nulla digerito quello che considera, a suo danno, “un precedente pericoloso per la libertà d’informazione“. E nel calderone dei “bocciati” ci finisce gran parte della Rai, non certo esule da colpe: “Molti di coloro che l’amministrano non sanno come si fa un’inchiesta, partono dal presupposto che la critica al politico sia di natura ideologica”, puntando il dito contro consiglieri e direttori che non sanno neppure in che pessimo stato si trovano redazioni, sale di montaggio e tutto ciò che rappresenta il vero motore della tv di Stato. “Credo che non si pongano nemmeno il problema – prosegue la Gabanelli – perchè a loro è chiesta fedeltà politica, non conoscenza del mezzo”.
Parole che non passeranno certo inosservate, e che forse aumenteranno il già alto rischio di non andare in onda (o farlo a stagione più che inoltrata): “Non è escluso. Nessuno di noi è dipendente, e quindi non possiamo permetterci di anticipare spese di produzione senza le garanzie richieste. Ma siccome ci vogliono mesi per preparare le puntate di Report, più passa il tempo e più questo rischio incombe. Penso che lo sappiano, e se non lo sanno ne approfitto per dirlo”. Messaggio ricevuto? Staremo a vedere.
1. ANTONIO1972 ha scritto:
18 luglio 2011 alle 13:02