23
marzo

Relazione Auditel al Parlamento: oltre 18 mln di Smart Tv in Italia (+210% in 5 anni)

andrea imperiali

Andrea Imperiali (Us Auditel)

Solo il JIC (Joint Industry Committee), ovvero l’organismo a controllo incrociato che, come nel caso di Auditel, riunisce tutte le componenti del mercato televisivo (broadcasters, investitori pubblicitari, agenzie e centri media) può garantire la best practice in termini di trasparenza, indipendenza e inclusività di tutti i soggetti nonché il corretto funzionamento del mercato dei media e dell’economia digitale in generale. È quanto emerge dall’annuale Relazione al Parlamento che il Presidente di Auditel, Andrea Imperiali, ha tenuto stamane nella Sala della Regina alla Camera dei Deputati.

La Relazione, dal titolo ‘Globalizzazione, mercato, sistemi di misurazione: il ruolo dei JIC nel nuovo contesto mediatico’, contiene una dettagliata analisi del mercato televisivo internazionale e delle novità che lo stanno caratterizzando: ovvero i rilevanti fenomeni di concentrazione e consolidamento che riguardano sia gli Stati Uniti sia l’Unione Europea.

Mercato globalizzato e scenario competitivo

Sullo stesso mercato globalizzato dei contenuti si intrecciano oggi sei diversi settori: la TV (nelle sue tradizionali articolazioni news, broadcast e sport), lo streaming (SVOD – Subscription Video On Demand – AVOD – Advertising Video On Demand – e FAST – Free Ad-Supported Television), il digital (social media e advertising), i videogames (sempre più convergenti), l’hardware (produttori di Smart TV) e il cinema (gli studios tradizionali).

Lo scenario competitivo è più complicato e agguerrito e mette a rischio la democrazia digitale. In tale contesto i sistemi di rilevazione delle audience devono esercitare un ruolo fondamentale. In primo luogo, perché, orientando l’allocazione delle risorse economiche e contribuendo a definire le politiche di finanziamento pubblico, equilibra le dinamiche competitive, che in questa fase sono sempre meno eque e uniformi. Poi perché consente di rilevare, in modo indipendente e imparziale, i cambiamenti nei comportamenti di consumo, che, solo se correttamente e tempestivamente tracciati, possono garantire un vero pluralismo e una compiuta democrazia dell’informazione.

TV, palcoscenico sfida globale

La TV in streaming, in particolare, conferma di essere il palcoscenico globale della sfida in atto fra i giganti statunitensi che muovono tutti alla conquista dell’Europa e dell’Asia e, pur di acquisire quote rilevanti di abbonati, adottano politiche di prezzo sempre più competitive. Nella UE, in risposta alla crescita tumultuosa degli oligopolisti digitali globali, si comincia ad assistere ai primi fenomeni di consolidamento cross-country tra i campioni nazionali della TV commerciale.

JIC, presidio del mercato

Tuttavia, come si evince dalla Relazione Auditel, la competizione tra soggetti che agiscono sullo stesso mercato e si contendono gli utenti finali prosegue, per molti aspetti, in condizioni di concorrenza ancora asimmetriche e non sempre eque né uniformi.

E qui emerge l’importanza del JIC, il modello indicato da AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) come perno della convergenza delle metriche e del presidio del mercato in termini di trasparenza, indipendenza e inclusività di tutti i soggetti. Soprattutto in Italia, dove la TV esercita un ruolo chiave.

Per Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei Deputati:

“La Relazione annuale Auditel è ricca di interessanti spunti e riflessioni, restituisce una fotografia del profondo cambiamento in atto ormai da diversi anni dello scenario dei media, grazie a un’evoluzione tecnologica che continua ad avanzare in modo esponenziale. Sebbene la tv rimanga il mezzo di comunicazione di massa più diffuso in Europa, la diffusione delle informazioni avviene sempre più attraverso il web. Accade così che questa costante e progressiva migrazione verso l’attività online stia modificando i flussi dei ricavi online. In tal senso, si conferma il ruolo sempre più importante che rivestono i sistemi di rilevazione degli indici di ascolto. Le importanti indicazioni della Relazione offriranno un contributo significativo nel dibattito in corso”.

Secondo il Presidente di Auditel, Andrea Imperiali:

“L’assoluta centralità della TV nel processo di trasformazione della società italiana in chiave digitale è certificata dai numeri. All’estensione della copertura broadband, che oggi interessa il 90% delle famiglie, è seguito, infatti, un boom degli schermi connessi: sono passati, negli ultimi 5 anni, da 70 milioni a oltre 93 milioni su un totale di circa 120 milioni di schermi complessivi presenti nelle case e nelle tasche degli italiani; un incremento dovuto principalmente alla Smart TV, che cresce, sempre negli ultimi 5 anni, del 210%, passando da 5 milioni a oltre 18 milioni di apparecchi. Non basta. In prospettiva, c’è un ulteriore impulso derivante dal processo di switch-off per il nuovo standard digitale terrestre e soprattutto dal Pnrr, che prevede al 2026 la realizzazione della cosiddetta gigabit society, ovvero la copertura broadband a un gigabit per tutte le famiglie italiane. Un cambiamento rilevante – prosegue Imperiali – che sta incidendo profondamente sulla fruizione e sui comportamenti di visione dei contenuti televisivi. Auditel è stata ed è perfettamente in grado di intercettarlo grazie alla Total Audience, che rileva e misura i consumi cross piattaforma e cross device, restituendo ogni giorno al mercato un quadro fedele e accurato di modalità di fruizione sempre più personalizzate e sempre più frammentateha concluso.

Per Giacomo Lasorella, Presidente di AGCOM: 

“Il tema della misurazione degli indici d’ascolto è un aspetto centrale. La Relazione odierna ci consegna un fenomeno di grande concentrazione delle piattaforme nel mercato dello streaming. Di qui la necessità di individuare nuovi strumenti di rilevazione secondo regole condivise e trasparenti in una logica cross mediale e di Total Audience. L’assetto regolatorio e organizzativo, dunque, è chiamato ad adattarsi a questo scenario in rapida trasformazione al fine di garantire un corretto funzionamento del mercato che tuteli gli utenti in maniera effettiva. In proposito la legislazione europea ha operato un intervento organico volto a salvaguardare il pluralismo, la trasparenza e l’indipendenza. In tale prospettiva il cosiddetto JIC rappresenta un modello virtuoso in grado di garantire la correttezza dei processi di misurazione”.

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