21
maggio

La bolla dei canali per bambini

Peppa Pig

Peppa Pig

La sua “dipartita” sul digitale è stata la prima coltellata inflitta alla cara vecchia generalista. E ora la tv dei ragazzi (lineare) fatica per lo stesso colpo, o forse peggiore, inflitto da altri. Una parabola discendente causata da concorrenza monstre, strategie low budget e di cannibalizzazione.

La kids tv ha sfruttato da subito le potenzialità derivanti dall’avvento del digitale terrestre. In poco tempo la programmazione a base di cartoni animati è diventata il cuore per una miriade di canali tematici, costringendo la generalista a battere in ritirata. Canali come Boing (nato nel novembre 2004) hanno cominciato a rosicchiare quote di share arrivando a superare l’1% nel totale individui. Un successo ottenuto a costi bassi e capace di far gola ai pubblicitari, ringalluzziti dal poter fare affidamento su un pubblico così definito e commercialmente appetitoso. Tuttavia il segmento canale per bambini non è espandibile all’infinito. La torta è una e non si allarga. Così la moltiplicazione progressiva dei canali ha ridotto inevitabilmente le fette di ciascuno.

Ma la mazzata finale ai canali per bambini e ragazzi, soprattutto in prospettiva futura, viene inferta dalle piattaforme OTT. Se i canali kids per primi hanno attaccato la generalista, per primi sono stati attaccati dal mondo di internet. La modalità di fruizione del ‘dove vuoi, quando vuoi e quanto vuoi‘ è particolarmente indicata per le abitudini ripetitive dei bambini e, ora che la dimestichezza dei genitori con i nuovi media è notevolmente cresciuta, sembra non avere più ostacoli.

In siffatto contesto appare comprensibile la mossa di Disney che ha chiuso i canali per concentrare gli sforzi sulla sua piattaforma streaming. Una decisione che probabilmente ha dato un po’ di respiro ai  competitor pay del satellite. Al contempo, Rai e soprattutto Mediaset sembrano non aver messo i bambini in cima ai loro sforzi sul web. In particolare, dopo una buona partenza, l’azienda di Cologno – che opera nel comparto con una joint venture con Turner (entrato nella fusione Discovery – WarnerMedia) – si è distinta sul lineare per la scarsità di investimenti.

Per dare un’idea quantitativa e immediata del calo, nel mese di marzo 2021 (con scuole chiuse in parte d’Italia), il canale prescolare Rai YoYo era leader con lo 0.93%, Boing arrancava allo 0.34% (0.23% per Boing Plus), superato da Cartoonito (0.41%) mentre K2 e Frisbee di Discovery segnavano lo 0.5% tallonati da Super allo 0.4%. Il mai decollato Rai Gulp era fermo allo 0.19%. Con un salto indietro nel tempo, scopriamo che, nel marzo di 10 anni fa, Boing vantava lo slot più seguito sul digitale, tra le 20 e le 21, con 501.000 spettatori (numeri oggi da Tv8 e Nove). Nell’intero 2020 il prodotto più visto di Boing, Steven Universe the movie, ha raccolto, invece,  327.000 spettatori.

Insomma la bolla sta per esplodere.

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