Tre conduttori, uno studio total white e una sequenza di servizi dal ritmo serrato: ricetta che (con)vince non si cambia. Le Iene aprono il diciannovesimo anno di messa in onda con la consueta formula che ha sedotto milioni di ascoltatori e che l’ha resa trasmissione di punta della rete, una delle poche con un’identità ben precisa e riconoscibile.
Alta era l’attesa per l’inedito trio alla conduzione: Ilary Blasi, Giampaolo Morelli e Frank Matano, come da liturgia, hanno intrattenuto i telespettatori tra un servizio e l’altro con i loro bizzarri balletti. Chiaramente i riflettori erano tutti su Ilary Blasi: la ‘Capitana’, dopo nove mesi di stop dalla creatura di Davide Parenti, torna da vincitrice e con la consapevolezza di essere un nuovo volto di punta di Mediaset.
Non sembra passato nemmeno un mese dal dicembre 2015; Ilary è apparsa subito a proprio agio, spigliata e divertente, ma soprattutto divertita molto più rispetto al GF Vip. E’ diventata ormai una vera padrona di casa e ‘gran maestra di cerimonia’, non più spalla comica e vittima del sarcasmo pungente e bonariamente maschilista di colleghi come Mammucari o ‘voci’ come i Gialappi, ma conduttrice pacata e autorevole in quel contesto. Detta i tempi, chiama i servizi, ‘contiene’ l’esuberanza dei suoi partner.
Le due ‘spalle’ Morelli e Matano dimostrano da subito un discreto affiatamento, tra di loro e con Ilary. Recitano gli sketch di giuntura senza infamia e senza lode, ma con la prerogativa di una comicità e un umorismo che è proprio dei loro personaggi, quindi perfettamente funzionante. Il tempo ci dimostrerà se la scelta è stata valida, per ora passano l’esame con una sufficienza più che abbondante.
I difetti più che nell’interpretazione risiedono nei contenuti di alcuni sketch: assolutamente delizioso l’inizio metatelevisvo, con una Ilary costretta a inginocchiarsi sui ceci come espiazione dei peccati per aver accettato di condurre il Grande Fratello Vip, ma decisamente più deboli e ‘tirati’ altri intermezzi (uno su tutti quello in cui si ironizza sul sesso biologico di Platinette). Trattandosi di nemmeno mezz’ora di copione, è lecito aspettarsi qualche slancio di genialità in più.
Diversamente, cresce il livello dei servizi proposti: nell’ultima edizione i due appuntamenti settimanali (ma anche qualche polemica) avevano causato un fisiologico crollo dello spessore delle inchieste, che ieri sera sono state tutte molto interessanti e ben confezionate. Ci si è commossi con la ‘Nonna di Amatrice’, che è andata a cucinare per i vigili all’opera sulle aree colpite dal terremoto, si è sorriso col servizio dedicato al francese di Balotelli, ci si è indignati con il caso Brigliadori (e molti altri), e ci sono stati interessanti momenti di riflessione, come quello proposto dalla sempre ottima Nina Palmieri, che si è occupata del caso burkini sulle spiagge.
Ha un sapore ruffiano (ma legittimo) la scelta di piazzare una compilation di servizi ‘ai danni’ dell’ex sindaco di Roma Marino (PD) subito dopo un servizio contro il Movimento 5 Stelle. Il dubbio è che tale scelta voglia evitare nuove scintille con il Movimento di Beppe Grillo.
Le Iene, dunque, sembrano aver ritrovato lo smalto di una volta, sia dentro che fuori dallo studio, ma il giudizio non può che rimanere sospeso fino a martedì, quando Nadia Toffa, insieme ai colleghi, si lancerà nel primo esperimento di totale ‘autogestione’ del programma.
1. Lorenzo ha scritto:
3 ottobre 2016 alle 12:32