Non solo ipotetica opinionista. Diana Del Bufalo ormai si candida a un ruolo da protagonista in una eventuale rivisitazione sessantottina di Hair: lei ama tutti, ricorda una figlia dei fiori, dispensa affetto, complimenti ed amore. Nella guerra dei calvi Diana non si espone e regala complimenti tanto a Jurman quanto al Mengacci Junior oltre a Vessicchio e ai discografici ovviamente. Qualcuno la definirebbe gatta morta.
Ad Amici aleggia l’ombra dei vincitori passati acchiappa-teenager: Marco Carta, prima di andare a fare una corsetta al parco (vista la mise), entra nello studio e può anche permettersi di dire di non avere tempo (o voglia?) di vedere il programma. Il trionfatore sardo è in buona compagnia: il calo di interesse e di attenzione per questa edizione è molto evidente. E non ci riferiamo all’Auditel (ieri , difatti, il programma è stato seguito da 3.961.000 spettatori con il 25.37% di share).
Amici è una macchina perfetta ma persino nella apparente perfezione manca qualcosa: la fidelizzazione. Per anni, i telespettatori del programma hanno portato avanti una crociata contro la piega trash presa dal talent. Adesso manca però siamo al paradosso opposto: non esiste il contradditorio e le poche discussioni non possiedono il mordente passato, mancano delle personalità che facciano la differenza (e non a caso la Del Bufalo oscura tutti), mancano degli idoli dei teenager pronti a far esplodere le linee telefoniche.
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