TG1



28
marzo

TIZIANA FERRARIO CAPOREDATTORE DI UNO MATTINA: SPEDIZIONE PUNITIVA DI MINZOLINI?

Tiziana Ferrario

Sembra destinato a durare per tutta la reggenza di Augusto Minzolini il conto che Tiziana Ferrario ha aperto proprio con la direzione del Tg1. Dopo la sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma che aveva chiesto l’applicazione della legge in merito alle pratiche di demansionamento professionale per motivi discriminatori (qui per i dettagli) con l’immediato reintegro, lo scontro tra la giornalista e il direttore si arricchisce di nuovi capitoli. Un braccio di ferro in cui lui descrive lei come una arroccata sulle sue posizioni che rifiuta pretestuosamente ogni incarico pur di arrivare alla guerra. Di contro lei continua a lamentare un’atmosfera ostile nei suoi confronti, come se l’astio politico fosse così forte da non poter esser superato nemmeno con una sentenza giuslavoristica.

Ma c’è di più. Minzolini ha trovato finalmente la sua soluzione al reintegro: niente ritorno alla conduzione del tg serale, ma una promozione a caporedattore di Uno Mattina (di cui vi abbiamo rivelato i nuovi conduttori estivi). Sulla carta un premio sicuramente, in realtà secondo chi conosce bene alcuni meccanismi una spedizione punitiva all’alba. Il nuovo ruolo comporterà infatti un caos all’interno delle gerarchie della redazione satellite del Tg1, dotata già di per sé di un caporedattore centrale, oltre che di quello normale di redazione, e l‘impossibilità per la Ferrario di tornare a metterci la faccia in quel telegiornale che ha cambiato radicalmente il suo volto dopo l’arrivo dell’attuale direttore. Praticamente una doppia beffa: lontano dagli schermi e per di più con un ruolo tendenzialmente sovrannumerario. Ennesima ripicca dunque?

Per ora la giornalista ha manifestato l’intenzione di accettare il nuovo incarico, nonostante dichiari di non aver mai ricevuto le proposte alternative che Minzolini invece dice di averle sottoposto più volte. Alla base di questa tregua molto effimera solo quel dovere di obbedienza, sancito dal Codice civile. La Ferrario sembra aver capito come continuare a lottare senza pregiudicare la sua posizione futura con comportamenti che un rapporto di subordinazione vieta. La prospettiva però sembra quella di un nuovo ricorso alle vie legali per ottenere il reintegro vero e proprio sul luogo di lavoro.




14
marzo

QUI RADIO LONDRA, STASERA GIULIANO FERRARA TORNA IN TV: NON RISPARMIERO’ NESSUNO

Giuliano Ferrara

Il caso Ruby, la riforma della giustizia, la crisi economica, le battaglie culturali, le provocazioni dialettiche… Basta il passo greve di un Elefantino a far tremare tutto, a far crollare d’un colpo il castello del pensiero unico. Stasera Giuliano Ferrara torna in tv, con una striscia quotidiana di commento giornalistico che andrà in onda dopo l’edizione delle 20 del Tg1. Lo stesso spazio che per anni fu di Enzo Biagi, con il suo Fatto. Il programma si intitolerà Qui Radio Londra e durerà solo cinque minuti, giusto il tempo di mettere mano al grilletto e sparare al pubblico una lettura personale delle più scottanti vicende d’attualità. Una al giorno, tanto per gradire.

Ieri sera il giornalista è stato ospite al Tg1 delle 20 per lanciare la sua nuova trasmissione e ammettere, in modo provocatorio, la sua discussa e presunta partigianeria. ”Tutti fanno i guasconi, tutti dicono che sono liberi. Io non faccio guasconate. Io sono un normale giornalista, sono un cittadino di questo Paese. Ho un temperamento e una certa libertà di tono. Sono schierato, direi che sono schierato. Santoro no, Lerner no, la Dandini no, Floris no: gli altri conduttori televisivi sono indipendenti e parlano a nome di tutti. Io invece sono un po’ schierato, lo confesso” ha detto il giornalista. Una punzecchiatura arguta rispetto alle critiche sollevate nei giorni scorsi nei suoi confronti.

Ferrara, infatti, era stato accusato di volersi servire dello spazio televisivo per sostenere la causa del premier Silvio Berlusconi, del quale è spin doctor. Voci critiche si erano levate anche rispetto al suo contratto con la tv pubblica, fissato per la durata di due anni a 15 mila euro a settimana (3mila a puntata, quindi). L’Elefantino, in ogni caso, sembra non curarsi troppo dei detrattori e promette che da Radio Londra non risparmierà nessuno, se non il Santo Padre.


7
marzo

TG1: TIZIANA FERRARIO DISCRIMINATA. IL TRIBUNALE CONFERMA IL REINTEGRO DELLA GIORNALISTA

Tiziana Ferrario

Minzo, la senti questa voce?! Tiziana Ferrario deve essere reintegrata al Tg1: lo ha (ri)stabilito il giudice. Il tribunale di Roma ha infatti rigettato il ricorso della Rai contro l’ordine di riammettere la giornalista alla conduzione del notiziario e alle mansioni di inviata per i grandi eventi (maggiori info sulla sentenza del 28 dicembre scorso, qui). Oggi la magistratura ha nuovamente respinto quella che era stata una decisione presa da Augusto Minzolini nell’ambito della sua redazione. 

Mettendo in atto di un progetto di “svecchiamento” del Tg1, il direttorissimo aveva infatti sostituito Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e la stessa Ferrario, da anni presenze stabili della conduzione in video. Qualcuno aveva subito gridato all’epurazione forse ignorando che, anche quando discutibile, la distribuzione delle mansioni lavorative rientra nelle competenze del responsabile di redazione. Ma i giudici disposero il reintegro di Tiziana Ferrario, con una sentenza che oggi viene confermata. “Sussistono elementi indiziari che convergono univocamente nel far ritenere che lo spostamento della lavoratrice dalle mansioni di conduttrice di telegiornale sia da addebitare più che ad effettive esigenze organizzative ad una volontà ritorsiva posta in essere dai vertici della redazione al fine di sanzionare il dissenso manifestato dalla giornalista nei confronti della linea editoriale impressa al telegiornale dal direttore” si legge nella decisione del Tribunale di Roma. 

La Ferrario esulta per la sentenza: “è il piu bel regalo che potessi ricevere per la festa dell’8 marzo, dopo mesi di dolorosa solitudine e umiliazione come donna“. E intanto sulla capoccia di Minzolini pende un’altra spada di Damocle: ora il direttore potrebbe essere costretto a far tornare in video la giornalista, tradendo così i suoi piani di “rinnovamento”. Anche Domenico e Giovanni Nicola D’amati, legali della anchorman, impugnano la decisione del tribunale e fanno notare che “ora la Rai non ha più alcun appiglio” per non eseguirla.





25
febbraio

GIULIANO FERRARA TORNA IN TV: UNA NUOVA “RADIO LONDRA” DOPO IL TG1 DELLE 20

Giuliano Ferrara

L’Elefantino torna a barrire in tv, nientemeno che dalla prima rete. Attualità, politica, cultura… pare che da marzo lo vedremo ogni giorno sul piccolo schermo. Giuliano Ferrara ha rotto gli indugi e dal prossimo mese condurrà una rubrica giornaliera di pochi minuti che dovrebbe andare in onda tra il Tg1 delle 20 e il game-show Affari tuoi. Ora è (quasi) ufficiale. A confermalo è stato lo stesso giornalista, dicendo: “Ho avuto l’offerta di rifare la mia vecchia rubrica Radio Londra e l’ho accettata“. Il direttore de Il Foglio non appare in video dal 2007, cioè dall’abbandono dell’approfondimento di Otto e mezzo, che presentava su La7. Una mancanza la sua, che alcuni iniziavano a sentire e che forse speravano di colmare dopo alcune dichiarazioni che lo stesso Ferrara aveva diffuso due mesi fa. 

“Ho avuto delle offerte professionali generose e chissà che non mi torni la voglia di travestirmi, genere cabarettistico-teologico a me più confacente, in qualche figura di nuovo telepredicatore aveva scritto sul suo giornale lo scorso dicembre (maggiori info qui). E subito qualcuno lo aveva esortato a tornare in pista, a battagliare ancora in tv. L’Elefantino ora ha accettato: su Rai1 condurrà Radio Londra, forse resuscitando un’omonima rubrica che presentò su Canale5, prima, e Italia 1, poi, dal 1988 al 1994, anno dell’entrata in politica di Silvio Berlusconi. La fascia oraria del nuovo programma di Ferrara è prestigiosa e significativa, la stessa che anni fa era occupata da Il Fatto di Enzo Biagi.

La trattativa sulla nuova creatura televisiva è ora nelle mani del direttore della prima rete Mauro Mazza e del DG Mauro Masi, che giovedì prossimo sottoporrà il progetto al Cda Rai. Manca ancora la firma definitiva, dunque, ma al momento non sembrerebbero esserci particolari ostacoli al ritorno dell’elefantino della giungla dell’informazione sulla tv pubblica.


16
febbraio

IL TG5 BATTE IL TG1: SCONFITTA DI NON RITORNO? MINZO NON CI STA, MENTRE MENTANA SUPERA IL 10%

Augusto Minzolini

Destini incrociati. Proprio quando Silvio Berlusconi viene rinviato a giudizio con rito immediato per concussione e prostituzione minorile (il processo inizierà il prossimo 6 aprile, ndDM), il direttore del Tg1 Augusto Minzolini si trova alla sbarra, messo davanti al fuoco delle accuse. E se i grattacapi del premier riguardano gli sviluppi giudiziari del caso Ruby, quelli del giornalista Rai interessano i dati d’ascolto televisivi. Carta canta: domenica scorsa il notiziario della prima rete è stato battuto da quello di Canale5, 22,5% contro 22,38%. Ecco la prova - affermano i detrattori – che il tg “berlusconiano” del Minzo ha fallito! Così l’altalena dello share ha subito assunto una connotazione politica.

Il sorpasso del Tg5 ai danni del Tg1 segna un punto di non ritorno nella caduta degli ascolti del telegiornale diretto da Minzolini” ha dichiarato l’esponente Pd Giachetti. Qualcuno poi ha gridato persino al complotto, sostenendo che il ‘direttorissimo’ faccia apposta ad affossare il suo notiziario, in modo da favorire quello di Mediaset. Vi sembra plausibile? A nessuno, però, è venuta in mente l’alternativa più semplice, quella per cui gli ascolti tv si alternano da sempre tra vittorie e sconfitte. Nel 2007, ad esempio, il Tg1 è stato battuto 3 volte dal competitor di Canale5, 19 volte nel 2006, 70 nel 2005, 14 nel 2004, 25 nel 2003… Bisogna inoltre annotare che, dati alla mano, la domenica sera è spesso stata il tallone d’Achille del primo notiziario Rai (a favore del Tg5), quindi per stabilire se quel ko sia effettivamente un “punto di non ritorno”, dovremo considerare l’eventuale ripetersi dell’espisodio in futuro, magari durante la settimana.

Mentre Minzolini respinge le accuse con la ben nota atarassia (“La polemica politica è accettabile. Non lo è quella legata all’auditel. Il Tg1 ha un’anima ed è bene che ce l’abbia…“), il responsabile del Tg5 Clemente Mimun afferma: “Ho troppa esperienza per abbattermi o per esaltarmi sui dati d’ascolto di un giorno, di una settimana, di un mese. L’imperativo è quello di fare un buon tg e noi lo facciamo“. Ma tra i dati recenti sui notiziari, ci sono anche altri numeri significativi che riguardano le testate dirette da Enrico Mentana e Mario Orfeo.





5
febbraio

SDRAIATO SARAI TU: MINZOLINI E BERLINGUER SI RINFACCIANO I PECCATI DI LINGUA. MA QUEL RAPPORTO TRA TG E GOVERNI NON E’ NATO IERI

Augusto Minzolini e Silvio Berlusconi

Slurp! Ecco l’ennesima leccata del direttore “Minzolingua“, prova evidente che il suo Tg1 sia ormai a completo servizio del potere. Nei giorni scorsi i detrattori ci hanno dato dentro con le critiche e gli sfottò a cantilena, furiosi più che mai dopo l’intervista rilasciata dal premier Berlusconi al notiziario della prima rete. Il motivo? Le domande poste a Silviuccio erano troppo accomodanti, per non parlare dell’atteggiamento del giornalista Michele Renzulli, che invece di incalzare il Presidente del Consiglio gli avrebbe fatto solo da reggi-microfono. Le accuse in merito, piovute abbondanti da più parti, hanno suscitato l’immediata reazione di Augusto Minzolini, il quale ieri vi ha replicato a tono consultando l’archivio del Tg3.

All’interno della rubrica “Media”, in onda nell’edizione delle 13.30 di ieri, il notiziario di Rai1 ha trasmesso lo spezzone di un’intervista realizzata nel 2007 all’allora premier Romano Prodi dal vicedirettore del Tg3 Pierluca Terzulli. Il giornalista chiedeva: “Si può dire che volete passare dalla fase dei sacrifici a quella dell’abbassamento delle tasse?“. Il Professore raggrinziva le labbra, poi con tono serafico rispondeva: “Sì, mi sembra una sintesi giusta“. “Ovviamente quella volta nessuno si sognò di contestare alcunché, questa volta invece non solo contestazioni ma anche falsificazioni” ha commentato di seguito Mario Prignano, autore del servizio. La stilettata del tg di Minzolini ha colpito con precisione il Tg3, che da lì a poco affidava una secca replica al suo direttore.

Bianca Berlinguer ha infatti parlato di “grave scorrettezza” di “comportamento a dir poco sleale“, nel tentativo di dimostrare “che siamo tutti uguali, cioè incapaci di fare i giornalisti, di porre domande vere ai membri dell’esecutivo“. In soldoni: caro Minzolini, sdraiato ci sarai tu. A fermare gli stracci volanti è intervenuto Paolo Garimberti: “Trovo inaccettabile il ‘fuoco amico’ di una testata su un’altra. Parafrasando un testo sacro: sarebbe opportuno pensare di più alla trave che è nel proprio occhio” ha affermato. Per dovere di cronaca, annotiamo che il Presidente della Rai aveva utilizzato espressioni simili anche quando il ’direttorissimo’ era stato canzonato da una parodia del programma Parla con me di Serena Dandini.


23
gennaio

LUTTO AL TG1: E’ MORTA LAURA MAMBELLI.

Laura Mambelli

“Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”. Con queste parole tratte da una famosa canzone di Francesco Guccini, i giornalisti del Tg1 hanno voluto ricordare la collega Laura Mambelli prematuramente scomparsa. La conduttrice e giornalista del Telegiornale di Rai 1, si è spenta a soli 50 anni nel giorno del suo compleanno, dopo una breve malattia.

La Mambelli aveva iniziato la sua carriera nella carta stampata collaborando con diversi quotidiani, tra cui Paese Sera e il Corriere della Sera, per passare poi alla tv. Entrata in Rai nei primi anni ‘90, per  il Tg1 aveva lavorato a lungo come inviata di cronaca seguendo tra i tanti casi il rapimento di Giuliana Sgrena, l’alluvione di Messina, il terremoto di San Giuliano di Puglia e la vicenda legata alle violenze dell’asilo di Pistoia.

Infine era arrivata alla conduzione in studio delle edizioni della notte e delle 13,30. Per due stagioni aveva inoltre collaborato alla trasmissione di Michele Santoro, Annozero. Un lutto per il mondo del giornalismo che, per il  segretario nazionale Usigrai Carlo Verna, con la morte della Mambelli, perde un volto pulito che come pochi altri ha interpretato appieno l’impegno del servizio pubblico.

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6
gennaio

AUGUSTO MINZOLINI ALL’ATTACCO: DA META’ GENNAIO IL TG1 MONITORERA’ FAZIOSITA’ E CANTONATE ALTRUI.

Augusto Minzolini

Chi di spada ferisce di spada perisce. E’ proprio il caso di dirlo. Capita infatti che Augusto Minzolini, il direttorissimo del Tg1, logorato dalle ripetute accuse di faziosità che gli piovono addosso da più fronti decida di prendere il toro per le corna. Anzichè in difesa, il Minzo d’ora in poi giocherà all’attacco. Santoro, Dandini, Floris, si salvi chi può perchè a sguinzagliare il Ruffia Radar ci penserà il TG1. Dalle pagine di Panorama il direttore annuncia la nascita di Media, una rubrica di 60 secondi che da metà gennaio, all’interno del tg, monitorerà faziosità e cantonate dei colleghi. La rubrica farà da vero e proprio contraltare alla Minzo Parade del Fatto Quotidiano e sarà la migliore risposta a tutte le critiche di parzialità mosse al TG1.

Un attacco frontale quello scatenato da Minzolini che, con ogni probabilità, solleverà un mare di polemiche. Un antipasto ci viene addirittura dall’Aiart, l’associazione di telespettatori cattolici, che si chiede: “Minzolini farà del Tg1 una sorta di clava mediatica? È questo il compito del principale Tg del servizio pubblico?“. L’intervista al settimanele diretto da Giorgio Mulè è l’occasione per Minzolini di fare alcune precisazioni. A cominciare dalle famose note spese, sulle quali precisa: “Non c’e’ alcuna inchiesta interna e comunque sono disposto a dimostrare che le mie spese sono sempre state in ordine”.

Sull’altra questione che scotta, ossia quella del reintegro di Tiziana Ferrario, il direttore dice: ”La sentenza e’ il frutto di un intreccio perverso fra politica, magistratura e baronati tv. Susanna Petruni e Francesco Giorgino, rimossi dalla conduzione da Giulio Borrelli e Clemente Mimun, non andarono dall’avvocato. Con questa logica un editorialista del Corriere della sera che non convince piu’ il direttore potrebbe imporre la sua firma in prima pagina rivolgendosi alla magistratura”.