Doveva essere il non plus ultra dello sperimentale, l’avanguardia della fase di superamento del reality tradizionale, in realtà nella premiere di Uman- Take control di estremo c’è stato un meccanismo che è risultato eccessivamente ingarbugliato per gli schemi della tv di oggi, e forse troppo banalmente frivolo. In tv non si vedevano tanti giochi scanzonati dall’epoca di Buona Domenica targata Columbro-Cuccarini, tanto da impensierire seriamente una regia che non ha brillato per tempismo, misura e ritmo. Il concept del programma, tuttavia, qualcosa di accattivante sembra avercelo e lo spirito autoparodico della conduzione lascia intravedere buone prospettive.
Rossella Brescia nonostante tutto se la cava bene facendo una buona fusione della reality tv con simpatia e disinvoltura apprezzabili. Anche un esperto condottiero avrebbe avuto stasera difficoltà a gestire il grande numero di imprevisti e accavallamenti. Apre quasi più televoti della mecenate De Filippi al serale, media tra lo stile entusiasta della Marcuzzi e la conduzione peperina della Ventura (sembrerebbe voler fare della Morali la sua Fico e la sua Fogar).
I personaggi rischiano più che ritornare alla condizione di innocenza pre-televisiva di restare ingabbiati fatalmente nel loro personaggio catodico, con tutti i pregi e i difetti che questo comporta. Per un Tassinari ed un Maicol, (molto) casualmente colorati di fucsia e verde pisello, che il pubblico già spiattella a tutto spiano nelle prove, per un George che come sempre è il bersaglio più forte per le polemiche compensano un’impalpabile Siria (la donna meno arrembante) e un Sergio Volpini che porta così tanto i segni di capostipite da reality da non riuscire ad essere interessante nel circo di Uman.