C’è un po’ di tristezza a vederlo ridotto così: su una rete cadetta e non sull’ammiraglia, i servizi (i “riflessi filmati di una volta”) con i gol in prima visione di sole sei partite anziché nove, gli inviati così seriosi e impostati in luogo di quelli ruspanti e genuini che spopolavano negli anni ottanta, gli 8-9 milioni di spettatori dei bei tempi ridotti ai 2-2,5 milioni di oggi.
90° minuto ha compito 40 anni, prima puntata il 27 settembre 1970, e li dimostra tutti. E’ cambiata la televisione, è cambiato il calcio, è cambiato anche il modo di raccontare il gioco più bello del mondo. Si rischia di essere retorici ma la nostalgia per quello che era l’appuntamento domenicale più atteso dagli italiani è davvero tanta.
Spartiacque tra la prima e la seconda parte di “Domenica In” (ed oggi tristemente incastonato tra il “Tg2 Meteo” e “Numero uno”), era spasmodica l’ attesa per i racconti degli inviati dai campi e la mente non può non tornare al campano Luigi Necco sempre circondato da bambini, a Tonino Carino da Ascoli e la sua difficoltà a scandire cognomi di calciatori stranieri spesso impronunciabili, a Franco Strippoli ed i suoi capelli col riporto e tanti altri.