Marco Leonardi



23
gennaio

MARCO LEONARDI A DM (MEDIASET PREMIUM): PREMIUM PLAY ANCHE PER I NON ABBONATI? STIAMO VALUTANDO. VEDREMO SE CONCEDERE L’ANTEPRIMA DI ARROW A ITALIA1

Marco Leonardi

Il 2013 di Mediaset Premium parte all’insegna delle serie-evento. Dopo Revolution, ultima creatura mediatica di J.J. Abrams che ha preso il via il 15 gennaio, sta per arrivare su Premium Crime The Following. L’attesa serie con Kevin Bacon sarà – ed è la prima volta che accade – trasmessa in contemporanea su Sky. Il perché di questa scelta e le altre novità del mondo Premium ce le spiega Marco Leonardi, Direttore Contenuti e Marketing Mediaset Premium.

Lei ha detto che “The Following è la serie dell’anno tant’è che Sky ce l’ha richiesta…”. Ma per Mediaset la mancata esclusiva non dovrebbe essere un limite?

No, perché la nostra customer base non è sovrapponibile a quella di Sky ragion per cui non creo un danno ai miei clienti. Inoltre non credo che una sola serie possa essere determinante per la scelta di una piattaforma. Questa è stata un’opportunità che abbiamo semplicemente colto.

The Following non è l’unica serie Mediaset ad essere “condivisa” con Sky. In termini economici quanto è profittevole questa strategia?

Non c’è stato uno scambio in denaro ma solo di contenuti.

Quali sono allora i contenuti che vi siete accaparrati?

Le partite, per il resto non ricordo i termini esatti dell’accordo.

Premium Crime è il primo canale della piattaforma pay di Mediaset. Quanto la sua posizione è marcata rispetto agli altri canali?




9
maggio

PERCHE’ A MEDIASET SONO COSI’ LIBERI CON I BONOLIS E I POMERIGGI E CON I TELEFILM SONO MORALISTI? AL TELEFILM FESTIVAL SI DISCUTE DELLA CRISI DEI TELEFILM SULLE GENERALISTE

Telefilm Festival - Buscaglia-Freccero-Grasso-Leonardi

E’ già finita la Golden Age dei telefilm in Italia? Se lo chiedevano ieri Giorgio Buscaglia (Responsabile Programmazione Cinema e Fiction RaiDue), Laura Corbetta (Amministratore Delegato YAM112003), Carlo Freccero (Direttore Rai4), Marco Leonardi (Direttore contenuti Mediaset Premium), Carlo Panzeri (Vice Direttore Rete4), Alberto Rossini (Direttore editoriale Canali televisivi – Digicast spa), Fabrizio Salini (Vice Presidente Fox Channels Italy) e Luca Tiraboschi (Direttore Italia 1), ospiti del dibattito moderato da Aldo Grasso nel corso del Telefilm Festival. Alla base della domanda gli ascolti in calo della produzione telefilmica sulla tv generalista, passati dall’11.09% di share di due anni fa all’attuale 9.81%. La kermesse ha provato ad analizzare, con l’aiuto del CERTA (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano), le ragioni che hanno determinato la flessione negli ascolti. Un calo generalizzato che, però, come la ricerca ha evidenziato, non ha colpito il genere procedural.

A tal proposito, Giorgio Buscaglia non può che ammettere il buon funzionamento dei polizeschi, frutto altresì del lavoro di Cbs che ha deciso di puntare sul genere riscuotendo notevoli successi. “I polizieschi – continua Buscaglia – si concludono in una puntata; il pubblico non ne può più ed è difficile far capire che la serie continua. Lost su Raidue ha perso audience dalla prima puntata della seconda stagione cioè da quando si è scoperto che c’era una botola”. Alle affermazioni di Buscaglia fanno eco quelle di Fabrizio Salini, convinto che il procedural sia un genere capace di catturare più pubblico; ciò malgrado nel caso di Fox e della sua molteplice offerta il problema della supremazia di un genere non si pone. Sullo stesso argomento, Freccero ritiene che il procedural sia un genere da sempre radicato nei gusti del pubblico: “credo che ci sia un consumo stabile della tv generalista di alcuni generi. Tutti questi telefilm della Cbs hanno preso il posto di Derrick”. Chiamato a rispondere, invece, sulla crisi dei telefilm in generale, il guru di Rai4 parla di mancanza di editorialità delle generaliste e, lanciando una frecciatina a Tiraboschi, aggiunge: “Chi vede il telefilm nella generalista è un disgraziato, perchè glielo spostano continuamente. Rabbrividisco con Dr. House, prima su Italia 1, poi su Canale 5, poi ancora su Italia 1. Dicono che ci sia il coordinamento palinsesti, e chi fa tv sa che chi ci lavora è gente che non fa nulla”.

Non coglie la provocazione, però, il direttore di Italia 1 che si limita ad individuare le tre cause alla base della crisi. Queste sono individuabili nel mutuato scenario competitivo (“una volta Italia 1 era la matrice da cui uscivano le grandi serie televisive, oggi i telefilm sono trasmessi da tutti”), nell’usura del prodotto e nel download (“alle generaliste il prodotto arriva per ultimo; inoltre la differenza tra un successo di una serie e l’insuccesso è di circa 400 mila telespettatori, gli stessi - pressapoco – che seguono il telefilm sulle altre piattaforme”) e nella sceneggiatura (“negli ultimi anni non ho visto niente di forte, solo scimmiottamenti”).


30
marzo

SQUADRA ANTIMAFIA, PALERMO OGGI: LA MAFIA ATTRAVERSO GLI OCCHI DELLE DONNE. DA DOMANI SU CANALE CINQUE

Squadra Antimafia - Palermo Oggi @ Davide Maggio .it

Tornano le indagini di Canale 5, che fino a due settimane fa hanno visto protagonisti i Ris alla loro quinta stagione, e che da domani in prima serata si spostano a Palermo, con l’antimafia del questore Claudia Mares.

Squadra antimafia-Palermo oggi” è la nuova serie in sei puntate, prodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi con la regia di Pier Belloni, per raccontare la lotta alla mafia siciliana attraverso una chiave di lettura tutta al femminile. Il cuore della storia, infatti, è la relazione tra il vicequestore Claudia Mares, interpretata da Simona Cavallari, e Rosalia Abate, una discendente di una famiglia mafiosa interpretata da Giulia Michelini. Le due donne, legate da un tragico fatto accaduto nel passato, si ritroveranno ad essere nemiche in una Palermo che, quando si tratta di Mafia, confonde i confini del bene e male e annega in quell’ambiguità, tra talpe e infiltrati, che rende difficile capire chi stia dalla parte giusta e chi da quella sbagliata.

Spiega il regista Pier Belloni: “Le vicende delle due donne si scontrano puntualmente, come la Legge contro la Mafia, passandosi il testimone del punto di vista, che rimane principalmente femminile. E proprio questo è stato l’aspetto curioso del progetto: vedere la mafia, fino a oggi raccontata al maschile, con occhi di donna, occhi lucidi che rimettono le cose a posto senza farsi ingannare dall’ambizione della conquista di potere“.