La Sai l’Ultimissima



9
luglio

CHI LASCIA LA STRADA VECCHIA PER LA NUOVA…

La Sai l’Ultimissima @ Davide Maggio .it

Un sonoro 22,89% di share con una replica della replica!

E’ stato questo il risultato del prime time di sabato scorso di Canale5. 

Un risultato che, volendo andare oltre l’euforia del risultato in sè per sè, fa riflettere.

La Sai l’Ultimissima, infatti, altro non è che il “Meglio di” dei 10 gloriosi anni di programmazione de “La Sai l’Ultima”, vero e proprio cult della nostra televisione, partito sabato 4 luglio 1992 quando la prima serata iniziava ancora alle 20.30.

Una replica della replica, insomma, che, a costo zero, ha portato a casa un ennesimo, soddisfacente risultato.

L’ennesimo caso che stimola alcune semplici considerazioni.

Ultimamente capita spesso e volentieri di parlare, in termini assolutamente entusiastici, di vecchie glorie della tv del passato e, altrettanto spesso e volentieri, è chiaramente percepibile una vera e propria nostalgia nei confronti di quella televisione che, ora come ora, non si produce più.

Ad animare, infatti, gli spiriti dei produttori di oggi c’è quella che oserei definire una “caccia al format” quasi ossessiva che se da un lato è meritevole di portare alla ribalta anche nel nostro paese dei programmi cult a livello mondiale, dall’altra ha il grosso difetto di affossare dei geni televisivi nostrani che hanno saputo ideare prodotti destinati ad entrare nella storia della nostra tv ma soprattutto hanno avuto lo straordinario potere di far breccia nel cuore dei telespettatori.

Badate bene, non credo che un programma debba andare avanti all’infinito per il semplice fatto d’essere foriero di ascolti ragguardevoli.

Come per ogni cosa è necessario che venga adattato per rispecchiare i gusti, per forza di cosa evoluti, del pubblico.

Ma questo non significa che debba essere necessariamente soppresso il vecchio in favore del nuovo che molto spesso non riesce a eguagliare. 

E soprattutto non capisco perchè menti televisive straordinarie debbano trovare meno spazio per l’avanzata galoppante di format stranieri, spesso deludenti.

Quelle stesse menti che non solo hanno saputo ideare programmi indimenticabili ma che sono riusciti a traslare in Italia programmi stranieri riuscendo perfettamente nella delicata opera di adattamento di cui parlavo alcune righe più su.

Come non ricordare la straordinaria Fatma Ruffini, il mitico Gigi Reggi, l’indimenticabile Signor No (Ludovico Peregrini), il compianto Illy Reale solo per citarne alcuni.

In Italia avremmo lo straordinario privilegio di poter inventare in casa dei format da esportare o di riadattare in maniera eccellente format storici che non potrebbero non trovare, anche oggi, un seguito di aficionados.

L’unico segno dato in questa direzione è stato il recente acquisto da parte di Endemol dei diritti per l’Italia de “La Ruota della Fortuna” la cui edizione rinnovata sta riscuotendo, com’era prevedibile, successi clamorosi in paesi come la Francia e la Spagna.

Scordammoce ‘o passato? Nemmeno per idea!