Interviste



12
ottobre

IMMANUEL CASTO A DM: I SOLDI SPESI MEGLIO? QUELLI DALL’ANALISTA. SONO SCHIAVO DELLA SOCIETA’ DELL’IMMAGINE. NEL NUOVO ALBUM NON SOLO PORN GROOVE

Immanuel Casto

Immanuel Casto

Spesso associato alla “provocazione a tutti i costi” con i suoi video irriverenti sui temi più disparati che affliggono la nostra società, Immanuel Casto è pronto ad accogliere nuove sfide che mettano in luce la sua creatività. E così, dopo aver firmato la canzone originale “Porn to be alive” di Kubrick-una storia porno, nuova web serie presentata al Roma Fiction Fest, il cantante lombardo è irrefrenabile e un vulcano di idee che spaziano da un corto a carattere drammatico a un malizioso gioco da tavolo sullo sfruttamento della prostituzione.

Kubrick-una storia porno, è la nuova web-serie lanciata al Roma Fiction Fest di cui tu hai firmato la canzone originale “Porn to be alive”: secondo te questo connubio fra cinema d’autore e cinema porno potrà avere presa sul pubblico?

A prescindere dai temi che deve affrontare Kubrick, la vera sfida è nel fatto che sia una web-serie. Non è preclusa la possibilità che un’emittente decida di acquistare la serie, ma nel frattempo puntano al web dividendola in tre episodi, ricalcando le orme di Fritz. Lo fanno giocando le loro carte che sono quelle di trattare il mondo del porno con moltissima leggerezza, realizzando un prodotto fresco indirizzato a un pubblico molto giovane.

Analizziamo il titolo: Kubrick, ti piace? Hai visto qualche suo lavoro?

Beh si, assolutamente si. Forse per quanto riguarda il cinema non ho un regista favorito, ma è sicuramente uno dei miei preferiti. All’anteprima qualcuno ha detto “Si dice che Kubrick tira sempre”. Ed in effetti c’era talmente tanta gente all’anteprima che si è dovuta ripetere la proiezione prenotando una seconda volta la sala. Speriamo sia un buon auspicio anche per il web.

La seconda parte del titolo è invece “una storia porno”: qui siamo un po’ più ferrati. Ti sei avvicinato al genere porno per interesse, curiosità o strategia?

Alla base c’è una mera ispirazione. E’ un po’ come domandare a Dario Argento perché coltiva il genere del film horror. Ti posso dire quelle che sono le componenti alla base di ciò che faccio: una puramente artistica e una ludica legata al divertimento e a un senso liberatorio soprattutto per l’ascoltatore. Spesso anche chi mi apprezza pone molto l’accento sulla critica, sulla denuncia sociale di alcuni miei pezzi dimenticando però che uno degli aspetti più importanti del mio lavoro sia proprio il divertirmi e il divertire con i miei pezzi. In alcuni brani, invece, avevo come obiettivo una “riscrizione sociale”, più che una critica sociale. Non esprimo un giudizio, semplicemente dico le cose senza mezzi termini toccando determinati argomenti.

Diciamo che scegli l’arma della provocazione…

Quando scrivo un pezzo lo faccio dando voce alla mia ispirazione e pensando alla reazione dei miei fan quando l’ascolteranno, non a chi sto antipatico. Non penso a come infastidire qualcuno, ma non nego di trarre soddisfazione quando vedo che un determinato target che io non gradisco e che indirettamente critico con i miei pezzi si senta tirato in causa. In questo senso provocare mi piace.

Quanto è importante provocare per avere successo?




12
ottobre

MARIANNA DE MICHELI A DM: LA NOTORIETA’ TOUT COURT NON MI INTERESSA. VIVO CON SERENITA’ LA SITUAZIONE DI CENTOVETRINE

Marianna de Micheli

Da eroina della soap a compagna di Adolf Hitler. Marianna de Micheli ha deciso di puntare sulla versatilità per la sua carriera d’attrice. In attesa che l’azienda faccia luce sul futuro di Centovetrine, smessi i panni dell’affascinante Carol Grimani, ha deciso, infatti, di tornare al teatro dove è attualmente di scena a Roma con lo spettacolo Eva Braun, coniugata Hitler.

Com’è interpretare un personaggio controverso come Eva Braun?

All’inizio ero terrorizzata. La mia idea di lei è contraddittoria, come del resto lo sono io nella vita e quando mi capita di approcciarmi a nuovi personaggi. In una prima fase cerco di astenermi dal dare giudizi ma poi diventa inevitabile farlo. E’ un pò come quando con noi stessi tendiamo da un lato a giustificarci e dall’altro colpevolizzarci.

Credi che il pubblico di Centovetrine sia rimasto spiazzato?

Non lo so forse per i primi dieci minuti. E’ una cosa completamente diversa ma poi ci si dimentica di Carol.

Il regista dell’opera, Sergio Basile, è il tuo ex fidanzato…

Sì (ride, ndr). Sembra impossibile ma si può fare. Non ci sono state difficoltà sotto questo punto di vista anzi è stato anche un modo per riparlare di determinate cose che al momento non si sono potute affrontare. Quando la rottura è fresca non si riesce a parlare con tranquillità, invece, lavorare insieme a distanza di qualche tempo ci dato anche modo di risolvere le questioni per così dire in sospeso.

Come vivi la situazione di Centovetrine, le cui riprese al momento ferme potrebbero ricominciare a breve o mai più?

Vivo tranquillamente perchè era già successo a dicembre dello scorso anno e in quell’occasione ho avvertito il colpo più grande. Aspetto con serenità ogni decisione e il fatto di essere talmente occupata con il teatro mi aiuta a non stare con il cuore in gola.

Ti dà fastidio essere chiamata Carol Grimani?


11
ottobre

MALVINA SEFERI A DM: PECHINO EXPRESS? PIU’ DIFFICILE IN COPPIA

Malvina Seferi

Prima di partecipare a Pechino Express, Malvina Seferi non aveva mai sognato di andare in televisione. E’ stato l’amore a convincere la giovane modella e studentessa albanese dal fisico mozzafiato ad avventurarsi nel reality di Rai2. Malvina aveva appena conosciuto Simone Rugiati e temeva che la distanza avrebbe potuto ledere al loro rapporto. Il tempo, però, le ha dato ragione perchè la loro storia procede a gonfie vele…

Malvina come mai ha deciso di partecipare a Pechino Express?

Non avevo mai pensato di fare qualcosa in tv e quando Simone mi ha proposto di accompagnarlo in quest’avventura, lo conoscevo da tre settimane o forse un mese. A quel punto ho pensato che un periodo di lontanaza poteva mettere a repentaglio la nostra storia ancora all’inizio, volevo poi anche conoscerlo meglio e quindi l’ho seguito.

Col senno di poi rifaresti il programma?

Devo ammettere che è stata la scelta giusta perchè Pechino Express è una stata una bellissima esperienza.

L’essere in coppia con Simone ti ha aiutata?





10
ottobre

SVEVA SAGRAMOLA A DM: “GEO&GEO INCARNA IL VERO SERVIZIO PUBBLICO, NON SIAMO LA RAI SPRECONA”

Sveva Sagramola

Sorride, Sveva Sagramola, nella vita privata come davanti alle telecamere. La conduttrice Rai sta attraversando un periodo felice della sua vita, costellato di sentimenti positivi e gratificazioni. E’ serena, e lo si anche capisce dai toni equilibrati coi quali ci rilascia questa intervista. A DM, Sveva ha raccontato della sua maternità e della figlia Petra (“l’avventura più bella che mi sia mai capitata“), ma soprattutto della trasmissione Geo & Geo, che conduce ogni pomeriggio alle 17.40 su Rai3. Il programma, diventato ormai un vero cult, è un viaggio alla scoperta del Pianeta e delle sue meraviglie, con un’attenzione speciale alla salvaguardia dell’ambiente…

In quale prospettiva raccontate al vostro pubblico il mondo della natura?

Geo è una finestra sul mondo. In questi 15 anni abbiamo sempre trattato i temi della sostenibilità, perché l’obiettivo quello di mantenere il Pianeta intatto per il futuro dei nostri figli. L’uomo, infatti, attinge senza tenere conto degli equilibri naturali e restituisce solo inquinamento: dobbiamo educarci tutti a un maggior rispetto della Terra. Geo è anche un viaggio nella nostra storia e nelle nostre tradizioni culturali, gastronomiche, artistiche, paesaggistiche, dove approfondiamo tante cose che riguardano la vita quotidiana.

Avrai notato che ultimamente vanno in onda programmi di divulgazione che parlando di natura ed ambiente coi toni dell’avventura. Come giudichi questa tendenza?

La giudico bene. Il problema è sempre a che pubblico ci si rivolge: noi parliamo soprattutto a persone anziane, casalinghe e bambini che possono avere delle debolezze rispetto a certi linguaggi difficili. Per questo raccontiamo la natura in modo garbato, didattico, anche un po’ antico, che però ci ha sempre ripagati. Non ho niente contro la spettacolarizzazione della natura, che di per sé è già spettacolare, anche se quando guardo un documentario preferisco la calma e non uno stile aggressivo. A Geo facciamo approfondimento, incarniamo lo spirito di servizio della tv pubblica.

In questa missione, che portare avanti da anni, la Rai ha saputo gratificare il vostro impegno?

Sì, mi sono sempre sentita sostenuta dall’azienda che ha fatto il possibile per mettermi nelle condizioni di lavorare bene. Sento che c’è sempre stata una grande cura per Geo. Noi iniziamo alle 15.50 con Massimiliano Ossini e arriviamo fino alle 19, quindi copriamo tre ore con una proposta che richiede un grande impegno di mezzi e persone, e la Rai in questo ci ha sempre sostenuti. Noi non siamo la Rai sprecona, ma ogni anno facciamo i conti con la crisi e i tagli: a Rai3 c’è proprio un’etica su questo!

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7
ottobre

ROSARIO CARELLO A DM: PARLO DI FEDE ANCHE AI NON CREDENTI. BENEDETTO XVI PAPA MEDIATICO, USA IL LINGUAGGIO DEL TALK SHOW

Rosario Carello

Ogni settimana lo vediamo parlare di fede rivolgendosi a tutti. Non credenti compresi. Rosario Carello è il volto più rappresentativo dell’informazione religiosa di Rai1. Dal 2008 conduce A Sua Immagine, il programma d’approfondimento culturale in onda il sabato pomeriggio alle 17.10 e la domenica mattina dalle 10.30. La sua è una vocazione e una sfida allo stesso tempo: in un contesto socio-mediatico che trascura la spiritualità, Rosario riesce a portare in tv la testimonianza cristiana e il racconto dei grandi eventi ecclesiali. Il riscontro di pubblico è positivo e crescente, ma – come il giornalista ha raccontato a DM – non si tratta di un ‘miracolo’. Il segreto, infatti, sta in buona parte nell’approccio utilizzato dal suo programma.

Abbiamo cercato un modo popolare per raccontare la fede, che nel nostro Paese è un fatto rilevante per tante persone. Il sabato pomeriggio, ad esempio, presentiamo le storie quotidiane di chi, grazie al Vangelo, ha fatto qualcosa di importante. La gente, anche se non sembra, ha dei motivi per pregare e per farsi delle domande di fede. Questi interrogativi nessun programma li pone e noi invece lo facciamo, con un successo che ci dà ragione: negli ultimi quattro anni abbiamo raddoppiato gli ascolti.

Da chi è composto il vostro pubblico?

Per la stragrande maggioranza è fatto da persone che credono, ma abbiamo anche una componente di telespettatori non credenti, che si dividono equamente in due categorie: da un lato ci sono quelli in ricerca, dall’altro c’è chi vuole conoscere il fatto religioso non ancora per fede, ma per cultura.

Oggi anche molti programmi di divulgazione parlano di spiritualità, miracoli ed esoterismo. Come giudichi il loro approccio all’argomento?





6
ottobre

SILVANA GRASSO A DM: CACCIATA DA LA SCIMMIA PERCHE’ DUE PRIMEDONNE NON POSSONO STARCI. E VALSECCHI E’ PRIMISSIMA DONNA.

Silvana Grasso

Silvana Grasso

La Scimmia ha perso Silvana Grasso. La prof del nuovo reality di Pietro Valsecchi, in onda su Italia 1, è stata fatta fuori dal programma senza che il pubblico potesse apprezzare la singolarità di un personaggio che poteva mixare, cosa difficile in questi tempi, cultura e pop in maniera straordinaria. E’ proprio l’ex assessore alla cultura del comune di Catania a contattarci per raccontare a DavideMaggio.it cosa è successo nella ’sala professori’ del nuovo esperimento di Taodue.

Lei è stato il mio incipit ma anche la mia apocalisse. Per aver detto quello che ha detto, io sono stata cacciata da La Scimmia. Ha presente quando uno entra nel caveau di una banca? Ecco, lei è stata la combinazione affinchè Valsecchi entrasse nel caveau della banca Grasso.

Valsecchi non era a conoscenza del personaggio Silvana Grasso?

Era pazzamente innamorato del personaggio. Allora dov’e’ il drama!? Glielo posso dire in versi, me lo consente?

Ma prego…

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio.

Non vedo dove sia il problema…

A lui, da un lato, il fatto che io fossi già personaggio gli piaceva da impazzire, però da un altro lato si chiedeva: “ma questa che ha già una sua storia personale, come facciamo ad educarla, come facciamo a tenerla a freno, visto che è ingovernabile e sul web, per quello che ha fatto di suo, è già un bel nomen?”. In sostanza il concetto è che due primedonne insieme non possono starci, e Valsecchi è una primissima donna.

Continui…

Il Capo, Valsecchi, ci riuniva come ai tempi di Tiberio, tempi nei quali si riuniva la corte e alla domanda del Re “come si cucina un grosso rombo?”, l’unica proposta del senatore poteva essere… una padella grande. E, allo stesso modo, i miei colleghi si sono sempre limitati a ridere se lui rideva, rattristarsi se lui si incupiva, mortificarsi se lui sembrava indispettito e a contrirsi ove lui si dimostrava funestato. Io, invece, che non riconosco la ‘libido adsentandi’…

I colleghi non sono stati solidali?

I miei colleghi quando hanno visto l’articolo del blog che mi impreziosiva si sono indispettiti. Per capire, deve vedere chi sono gli altri,  perchè se no non si renderà conto. Unica eccezione è Walter Siti, che è un genio, un gran signore, un galantuomo. Tra l’altro mi ha proposta lui.

Ma cosa è successo?

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5
ottobre

LUCA BONACCORSI A DM: LA MIA FIDANZATA GEPPI CUCCIARI? E’ SULLA BUONA STRADA PER DIVENTARE MRS GREEN

Luca Bonaccorsi

Se pensate che l’umido sia solo da associare alla meteorologia e che la canapa sia qualcosa da fumare, forse avete bisogno di lui. Del paladino della società verde, colui che porta avanti il principio delle “tre R”, ovvero riciclare, riutilizzare e ridurre. Parliamo del giornalista Luca Bonaccorsi che la scorsa settimana ha debuttato su La7d alla conduzione di Arriva Mr.Green, programma del venerdì sera in dieci appuntamenti dedicati all’ecosostenibilità e ai consigli su come ottimizzare al meglio i consumi casalinghi. Luca, ossia Mr.Green, entrerà nelle case delle famiglie italiane con il compito di combattere le loro cattive abitudini “insostenibili”.

Con questo programma assumi un’altra identità. Come ti senti nei panni di Mr.Green?

Molto bene, visto che affronto tematiche che ho sempre trattato nella mia carriera. Il programma è una sorta di S.O.S. Tata declinato però ai temi dell’ecosostenibilità. Nella prima parte di ogni puntata seguo le famiglie italiane per un po’ di giorni. Vedrò cosa mangiano, come si vestono, quali shampoo usano, quanta acqua e luce consumano. Poi do’ loro una pagella, anche abbastanza severa e spiego quanto danno fanno al pianeta con le cattive abitudini. Nella seconda parte do’ invece dei consigli e dei compiti, e propongo delle modalità alternative per vivere rispettando l’ambiente e ottimizzando i consumi casalinghi.

Come sono le famiglie che incontra Mr. Green?

Il target è molto vario. Dalla famiglia ricca con Ferrari e piscina coperta alla famiglia popolare con sei figli. E poi molte coppie. Ospite della prima puntata è stato Gerry Scotti. Il programma è realizzato con la consulenza di Edison, azienda che da 125 anni opera nel nostro paese con politiche energetiche nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita, di cui Gerry è testimonial.

Nel tuo percorso personale e professionale queste tematiche sono state sempre in primo piano…

Diciamo che è stata una sorta di conversione lenta e consapevole. Mi sono sempre piaciuti il mondo della scienza e quello della natura, ma la coscienza ecologista è cominciata a maturare intorno al 2006, quando ho iniziato a leggere e scrivere libri su temi ecologici. Nel 2008 poi ho diretto il giornale Terra, fino al 2011. Questa è ufficialmente la mia prima conduzione, devo dire che ho pensato di aver fatto dei disastri inimmaginabili. Poi per qualche bizzarro motivo, chi se ne intende e ha visto il programma, ha detto che non è andata proprio così. A questo punto vediamo come va Mr. Green, spero che piaccia.



5
ottobre

LICIA COLO’ A DM: IL KILIMANGIARO FA SOGNARE LA GENTE. LA POLEMICA CON LA CLERICI? NON ESISTE. LA VENIER INVECE SE L’E’ PRESA CON ME

Licia Colo'

Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, è una davvero difficile trovare un luogo del pianeta che Licia Colò non abbia esplorato assieme al suo pubblico. Da diversi anni, la presentatrice e reporter di Rai3 conduce Alle falde del Kilimangiaro, la trasmissione che accompagna i telespettatori alla scoperta di mete insolite, di località da sogno e culture lontane. Anche in questa stagione, l’appuntamento della terza rete tornerà in onda alla domenica (dal 14 ottobre alle 15) con novità tecnologiche ed itinerari che, come la conduttrice racconta a DM, soddisferanno un po’ tutti i gusti (e tutte le tasche).

In effetti il nostro è nato come un programma di viaggio ma negli anni abbiamo pensato di modificarlo e ci siamo allargati ad altri ambiti che non fossero solo il viaggio di svago ma anche quello di conoscenza. Il Kilimangiaro della domenica è un contenitore ed anche un luogo dove ospitare delle persone che ci vengono a raccontare il mondo…

Quali novità riserverete al pubblico in questa edizione?

Stiamo tentando di sfruttare le nuove tecnologie, cercheremo di rendere il più possibile partecipe il pubblico. Abbiamo uno studio nuovo, che sembra un enorme aeroporto oppure una stazione ferroviaria moderna dove si incontra la gente del mondo. In quest’ottica vorremmo creare un’affezione con tutti. Abbiamo sempre trasmesso i viaggi ripresi dai registi, ora daremo spazio anche ai video e alle storie che ci arrivano via web: l’interattività sarà la vera novità. Per quanto riguarda le mete, proporremo filmati che ci fanno sognare ma daremo anche un’immagine di luoghi che non siano il classico posto dove spaparanzarsi sulla spiaggia.

In questo periodo di crisi i vostri itinerari si adegueranno alle tasche degli italiani?

Ci sarà una mediazione, perché molte persone che seguono il programma mi fermano per strada e dicono: “Licia ti ringrazio perché noi viaggiamo con te”. Grazie a noi conoscono molti posti da sogno, e questo aspetto è giusto che continui ad esserci. Però daremo sicuramente spazio anche a viaggi in località più vicine, dove si possono fare delle cose molto belle spendendo molto poco. Credo che in un momento difficile la gente tenda a buttarsi un po’ giù, ma non dobbiamo perdere mai la voglia di sognare!

L’avvento del digitale terrestre ha portato un fiorire di canali dedicati ai viaggi e alle esplorazioni: come avete reagito a questo fenomeno?