Molti di voi lo conoscono perché interprete di Roberto Ferri, l’imprenditore calcolatore e perfido di Un Posto al sole, ma Riccardo Polizzy Carbonelli vanta un’esperienza lavorativa ben più longeva e intensa: da Nonno Felice fino a Una Grande Famiglia, la fiction campione d’ascolti di Rai 1 con Stefania Sandrelli. Dopo quasi dodici anni di Un Posto al sole è il momento dei bilanci, di uno sguardo critico d’insieme al servizio prestato e di un sincero ringraziamento al pubblico e allo staff della soap opera italiana che, recentemente, è approdata anche nella Grande Mela trasponendo le sue storie e i suoi intrighi in quel di Central Park e Time Square..
Parliamo dell’esperienza newyorkese di Un Posto al Sole: com’è andata?
E’ andata benissimo, siamo partiti con un gruppo ristretto di attori e tecnici, a copertura dei reparti necessari per le riprese. Poi la città di New York è un carosello di luci, colori e di vita, ma non ci siamo soffermati a fondo su questo perchè eravamo lì per lavoro. La cosa ha profondamente colpito tutti coloro che non avevano ancora vissuto la comunità italiana oltreoceano, coloro che la conoscevano per la prima volta e si sono imbattuti in un vero tessuto umano, in un cuore grandissimo di persone che ci hanno sostenuto e coccolato quasi come se fossimo persone di famiglia. Noi del cast ci chiedevamo: “Ma è vera questa cosa?” e quando siamo tornati: “Ma è successo davvero?”. Bisogna essere insensibili per non provare emozioni così forti, siamo stati premiati e accolti come non credevamo e anche a livello logistico abbiamo avuto tutto quello di cui avevamo bisogno.
Cosa dobbiamo aspettarci?
Ci aspettiamo un riscontro intellettuale come sempre: le storie di NY si alterneranno con quelle di Napoli, ci sarà la ricerca di qualcuno da parte di qualcun altro, il ritrovarsi, un incontrarsi, un indurirsi, un tornare indietro sulle proprie posizioni… Insomma tutti gli ingredienti di Upas, però a NY (ride ndDM)…
Bè sicuramente è più scenografica New York, anche se Napoli non scherza…
Bè diciamo che è una bella lotta fra Napoli e NY: sono due scenografie viventi e pulsanti e ti entrano letteralmente dentro al sangue. Io, poi, ho anche origini napoletane ma vivere 11 anni a Napoli è straordinario, così come è stato straordinario vivere 13 giorni della mia vita, fra l’anno scorso e questo, a NY. Ho ricordi meravigliosi che ho condiviso con mia moglie, anche lei attrice, che mi ha accompagnato. Io faccio il mio lavoro, ma c’è il serio rischio di perdere il senso del riscontro che Un posto al sole ha sugli altri, su questi cuori che gridano Roberto, Filippo e tutti nomi dei nostri personaggi. Abbiamo fatto foto, firmato autografi, parlato, scherzato, ognuno ha una sua storia da raccontare e Upas rappresenta davvero un forte contatto con l’Italia per quanti hanno deciso di vivere all’estero. E’ la Patria che loro amano ma che non vedono da un po’ di tempo.
Tu nella soap interpreti Roberto Ferri, un imprenditore calcolatore e a tratti un po’ burbero: cosa c’è di Roberto in Riccardo ?