Ci vuole il solito repertorio di faccine vagamente contrite per l’ultimo ingresso in scena di Barbara D’Urso che cerca di essere polemica con eleganza puntellando la magistratura in più passaggi per la decisione di bocciare il format di Baila prima ancora che andasse in onda. Nel giorno in cui la stampa porta alla luce le intercettazioni sull’assalto al palazzo di giustizia non ci resta che sorridere dinanzi a quest’astio ballerino di Maria Carmela che però promette giustizia in tribunale e in tv.
“Questa sera finale di Baila, finiamo qui. [...] Baila chiude qualche settimana prima del previsto perché c’è stato un provvedimento arrivato qualche ore prima del debutto del programma, senza averlo visto, in cui si sentenziava che il programma fosse uguale ad un altro della concorrenza. L’azienda ha comunque deciso di andare in onda, soprattutto per le 250 persone che ci lavorano, e siamo andati in onda con un programma amputato e monco ma comunque fieri di farlo. L’azienda ha fatto reclamo, aspettiamo il giudice che magari ci permetterà di farvi vedere tra qualche mese il vero Baila e sarete quindi voi a decidere se sarà originale o meno.”
Sembra voler parlare agli italiani e raccontare la verità su questo ‘incubo’ giudiziario. La conduttrice pensa di avere il sostegno della maggior parte del pubblico, nonostante la chiara bocciatura dell’Auditel (la quinta in prime time, bisogna sottolinearlo). Al di là delle variazioni sul tema che hanno più o meno ‘violentato’ il meccanismo, Barbarella finge di non sapere che per come gira ultimamente in televisione non era poi così scontato un risultato molto diverso, anche se la sentenza fosse stata di orientamento opposto. Che senso poi tentare di ritornare in scena tra qualche mese quando il retrogusto grottesco sarà ancora forte? Perché questa talent-ostinazione?
La finale vive più che mai nel segno del bislacco, tanto da chiudere battente senza che la pallida giuria (sdolcinata all’inverosimile) si fregi della presenza del presidente onorario. Al Bano non c’è, è andato via: Baila non è più cosa sua. L’impressione, forte, è che non ci sia nulla da dire e che si ondeggi incertamente rotolando verso un verdetto poco significativo, sulle ali di sogni che emanano forzature retoriche da ogni poro, ripescati qua e là tra un video simpatico e una beccata polemica.