enzo biagi



25
febbraio

GIULIANO FERRARA TORNA IN TV: UNA NUOVA “RADIO LONDRA” DOPO IL TG1 DELLE 20

Giuliano Ferrara

L’Elefantino torna a barrire in tv, nientemeno che dalla prima rete. Attualità, politica, cultura… pare che da marzo lo vedremo ogni giorno sul piccolo schermo. Giuliano Ferrara ha rotto gli indugi e dal prossimo mese condurrà una rubrica giornaliera di pochi minuti che dovrebbe andare in onda tra il Tg1 delle 20 e il game-show Affari tuoi. Ora è (quasi) ufficiale. A confermalo è stato lo stesso giornalista, dicendo: “Ho avuto l’offerta di rifare la mia vecchia rubrica Radio Londra e l’ho accettata“. Il direttore de Il Foglio non appare in video dal 2007, cioè dall’abbandono dell’approfondimento di Otto e mezzo, che presentava su La7. Una mancanza la sua, che alcuni iniziavano a sentire e che forse speravano di colmare dopo alcune dichiarazioni che lo stesso Ferrara aveva diffuso due mesi fa. 

“Ho avuto delle offerte professionali generose e chissà che non mi torni la voglia di travestirmi, genere cabarettistico-teologico a me più confacente, in qualche figura di nuovo telepredicatore aveva scritto sul suo giornale lo scorso dicembre (maggiori info qui). E subito qualcuno lo aveva esortato a tornare in pista, a battagliare ancora in tv. L’Elefantino ora ha accettato: su Rai1 condurrà Radio Londra, forse resuscitando un’omonima rubrica che presentò su Canale5, prima, e Italia 1, poi, dal 1988 al 1994, anno dell’entrata in politica di Silvio Berlusconi. La fascia oraria del nuovo programma di Ferrara è prestigiosa e significativa, la stessa che anni fa era occupata da Il Fatto di Enzo Biagi.

La trattativa sulla nuova creatura televisiva è ora nelle mani del direttore della prima rete Mauro Mazza e del DG Mauro Masi, che giovedì prossimo sottoporrà il progetto al Cda Rai. Manca ancora la firma definitiva, dunque, ma al momento non sembrerebbero esserci particolari ostacoli al ritorno dell’elefantino della giungla dell’informazione sulla tv pubblica.




12
dicembre

CHE FAZIO…SITA’!

Che Tempo Che Fa @ Davide Maggio .it

RaiTre è una rete palesemente di sinistra. E fin qui, per quanto la Radio Televisione Italiana dovrebbe essere assolutamente super partes, diciamo che potrebbe parlarsi, seppur forzatamente, di espressione di un pluralismo che, al pari della terzietà, deve (o dovrebbe) essere garantito.

Allo stesso tempo RaiTre rappresenta la terza e la minore delle 3 emittenti della TV pubblica.

Probabilmente se lo stesso “atteggiamento” caratterizzasse la prima rete della RAI non si riuscirebbe a tollerare una situazione di parte qual è quella di RaiTre.

Ultimamente, però, c’è qualcosa che non va e questo “qualcosa” si chiama “Che Tempo Che Fa“.

A prescindere da valutazioni strettamente artistiche sul conduttore che, fosse stato per me, dopo la realizzazione della più pietosa edizione della storia del Festival di SanRemo, non gli avrei affidato nemmeno la conduzione dell’oroscopo che segue SottoVoce di Gigi Marzullo, c’è da dire che i conti non tornano.

L’aver sottolineato, infatti, che RaiTre rappresenta la terza e la minore delle emittenti della TV pubblica non è stato fatto a caso.

Gli ascolti di un programma (ed in generale di un rete) sono quelli che determinano il budget di cui la rete stessa può disporre per la produzione dei propri programmi. Tra questi costi ci sono, ovviamente, anche quelli che vengono spesi per gli ospiti da invitare nei suddetti programmi.

E’ una regola abbastanza ovvia e comprensibile che a rete “maggiore” corrisponda ospite di levatura maggiore e a rete minore ospite di levatura minore. 

In questo caso, guarda un po’, le cose stanno diversamente! Che Tempo Che Fa è diventato un programma in cui Fabio Fazio, in barba alle regole fondamentali dello showbiz, regala ai propri telespettatori ospiti e rivelazioni eccellenti.

Ospiti e rivelazioni eccellenti destinate ad un pubblico di nicchia qual è quello di RaiTre.

Non è naturalmente nemmeno un caso che ad essere ospitati con incredibile disponibilità e garbo siano personaggi vicini alla sinistra italiana.

Riuscire ad ospitare nientepopodimenoche Adriano Celentano ha rappresentato l’elemento di spicco di questa esclation.

Un corteggiamento durato mesi ma che, alla fine, ha dato i Suoi frutti.

Come dire : “Lo so che non degni della Tua presenza nemmeno il più prestigioso dei programmi perchè devi mitizzare il Tuo personaggio, ma non puoi non venire ospite in quello che è ormai il tempio della faziosità. Quel programma che rispecchia appieno le Tue ideologie politiche nel quale non puoi non sentirti a casa”.

Non trascurabile nemmeno l’ultima ospitata da urlo con scoop compreso : il ritorno di Enzo Biagi in RAI.

Un ritorno in video di cui non sono per niente contento. Assolutamente d’accordo nel riconoscere a Biagi l’eccellenza in campo giornalistico ma a me non piace, anzi mi urta, il modo in cui quest’eccellenza viene “gestita” e portata in video. D’altronde sarebbe stato più saggio, vista la veneranda età di 86 anni, rimanere a casa e lasciar spazio a giornalisti in erba (sono, come saprete, un forte sostenitore dello svecchiamento delle nostre tv). 

Ma anche in questo caso c’è poco da scandalizzarsi. Il ritorno di Biagi come quello di Santoro & Co è una questione strettamente politica. E al telespettatore tocca accettare passivamente le scelte di una politica televisiva, poco televisiva ma molto politica dove la faziosità partitica ruba la scena alla qualità.

Ne è un chiarissimo esempio, d’altro canto, una risposta che il giornalista ha dato a Fazio. Alla domanda su quale sarebbe il suo nome in codice se dovesse collaborare con i servizi segreti (riferendosi ai recenti casi di giornalisti che collaborano con i servizi segreti ed ai nomi in codice usati) un affaticato e poco brillante Biagi risponde “COGLIONE”. 

A questo punto mi sento di appoggiare Luttazzi che in un’intervista pubblicata oggi su Repubblica dichiara di vedere difficile un Suo ritorno sulla TV di Stato e non a caso il quotidiano titola ”Luttazzi non crede alla nuova Rai”. Anche in questo caso non sarei favorevole ad una disepurazione di un personaggio che esordiva in ogni puntata del suo Satirycon con queste testuali parole : “Attenzione! Il programma che sta per andare in onda contiene fellatio, cunnilingus, masturbazione, feci, urina, sadomasochismo, Bruno Vespa e qualsiasi altra cosa la fetida mente di Daniele Luttazzi abbia fermentato in quest’ultimo periodo. Il suo linguaggio esplicito è fatto apposta per turbare gli imbecilli. A tutti gli altri, buon divertimento.”

Diamine! E’ questione di buongusto! Non solo di politica.

Mi viene da sorridere pensando alla possibili reazioni che potrebbero scatenarsi se a realizzare un programma come il “meteo di Fazio” (e relativi ospiti) fosse stato Emilio Fede su Rete4. Con un indirizzo politico completamente opposto, sia chiaro! Si griderebbe allo scandalo, si parlerebbe di regime, si parlerebbe di stumentalizzazione delle emittenti di Berlusconi, si tornerebbe a ciò che ha caratterizzato gli ultimi 5 anni della vita politica di questo paese. Si tornerebbe a spargere O D I O!

Tuttavia ho cercato di chiedermi il perchè. Sapete com’è, forse non è mai accaduto che un programma della terza rete goda di tutti questi apprezzamenti e sia tenuta in così alta considerazione da vertici dell’azienda e dagli stessi personaggi ospitati.

Escluderei che si tratti di semplice benevolenza nei confronti di un programma “compagno” da parte dei rinnovati vertici RAI.

Credo che la questione sia ancora più sottile.

Come saprete, con la proposta di legge Gentiloni, nel 2009 RAI e Mediaset dovrebbero spegnare il segnale terrestre di una emittente per portarla in via definitiva sul digitale.

Bene! Se da una parte c’è certezza sul fronte Berlusconiano in relazione allo spostamento di Rete4, dall’altra non c’è assolutamente la certezza che ci si aspettava.

C’è, infatti, chi sostiene che ad essere spostata potrebbe benissimo essere RaiDue e non RaiTre (l’ipotesi più plausibile).

Chissà per quale motivo!

Nella situazione attuale, però, uno spostamento sul digitale della seconda rete invece della terza, significherebbe un vero e proprio suicidio (in termini di ascolti e, dunque, di profitti) per la televisione di Stato. 

La voglia di mantenere in chiaro, per tutti, sul terrestre la rete dagli accenti purpurei è forte. Così forte che si è riusciti addirittura a pensare di preferire per lo spostamento l’ “anonima” RaiDue. Tanto, qualora le cose andassero male, si può sempre aumentare il canone, figuriamoci. Ci sono i telespettatori a pagare!

Proprio per questo mi viene da pensare che un “rafforzamento” della terza rete possa essere dettato da queste necessità. Garantire ascolti degni di nota a giustificazione di un’eventuale permamenza di quella sembrava la prima destinataria del provvedimento di Gentiloni sul terrestre.

Qualora così dovesse essere prevedo anche la scusa che sarà fornita agli ignari telespettatori. RaiTre bisognava lasciarla lì dov’era poichè caratteristica saliente dell’emittente è l’informazione regionale che non può venir meno!

Prima di chiudere, do un’occhiata fuori dalla finestra. Che Tempo Che Fa? Sembra che si stia per abbattare un temporale!

  • UPDATE del 12 dicembre 2006, h. 20.35

Due precisazioni :

  1. Non mi si venga a dire che il salotto di Fazio sarebbe destinato a divenire il nuovo “centro del confronto politico in TV” se soltanto i politici di destra si degnassero di accettare gli inviti che lo stesso Fazio non tarda ad inviare. Sarebbe come chiedere ad Eva Henger di girare un film porno in un convento sotto l’occhio vigile di una “squadra” di Suore.

  2. Da non trascurare la modifica di palinsesto che il ritorno di Biagi potrebbe comportare. Non è un’ipotesi così remota la sottrazione di una seconda serata a Porta a Porta per cederla all’anziano ed affaticato giornalista.