Intervista a Daniela Ranaldi di Uomini e Donne
Suo malgrado è stato uno dei personaggi più discussi dell’estate. L’assenza dallo studio di Uomini e Donne ci ha spinti a cercare Daniela Ranaldi, in arte Danielona, per saperne di più sulla vicenda che le è costata un processo per detenzione e spaccio di stupefacenti conclusosi con la sua assoluzione. Raggiunta nel salotto di casa sua, in pieno centro storico a Roma, Daniela ci ha raccontato i momenti non facili, complicati dall’aggressività dei mezzi di comunicazione ma addolciti dall’affetto del pubblico e soprattutto dal legame con la redazione della trasmissione e con Maria De Filippi, che non chiama mai per nome. Daniela ne ha per tutti, persino per il nostro Davide Maggio al quale, un po’ per odio un po’ per amore, lancia una simpatica sfida dialettica. Tutto questo, in attesa del suo ritorno previsto tra un mese…
Innanzitutto Daniela, come sta?
Mi sto riprendendo abbastanza bene. Sono stati mesi molto movimentati, mi sono capitate cose che non dovrebbero succedere.
Cosa le ha fatto più male in queste settimane?
Le persone che hanno parlato, che mi hanno pesantemente offeso e giudicato senza sapere e senza averne il diritto. Mi dispiace essere stata attaccata per una cosa che era da capire perché tutti sbagliano. Io, poi, faccio solo parte del pubblico di una trasmissione e non credevo facessero tutta sta caciara, mettendo in mezzo chi la trasmissione la fa davvero. Non ho trovato giusto che si parli di me per colpire lei (Maria De Filippi, ndDM), non c’entro niente con la conduttrice. Mi ha dato fastidio essere giudicata per una cosa così pesante perché io posso fare del male a me stessa ma non agli altri. Ho combattuto molto con la malattia, non la mia, e nella mia vita ne ho viste di tutti i colori.
Se non ci fosse stata l’assoluzione?
Ho sempre creduto nella giustizia, credo che un giudice sia prima di tutto uno psicologo che sa comprendere la persona che ha davanti; in questo caso, il mio giudice, una donna, l’ha fatto.
Ma perché secondo Lei la controllavano già?
Non è assolutamente vero, so che la stampa ne ha parlato ma non è così. Hanno poi descritto un viavai nel mio palazzo che esiste ma non dipende da me: al primo piano c’è una casa alloggio per le persone disabili. Ricordo che internet mi ha condannato prima che mi facessero la causa, mi hanno descritto in manette ma non è mai successo.
In quei momenti difficili ha sentito la redazione?
Sì sai sono tredici anni, il prossimo sarà il quattordicesimo, che sono in questa trasmissione e credo che abbiano capito la situazione, anche se non c’è mai stata confidenza ma solo una conoscenza tra noi. E poi parliamo di una persona intelligente (Maria, ndDM) che penso non abbia creduto neanche per un secondo a quello che hanno scritto i giornali.