CdA



23
settembre

PARLA CON ME, SLITTA IL CONTRATTO DI SERENA DANDINI: NEL CDA ASSENTI CINQUE CONSIGLIERI

Serena Dandini

Per Serena Dandini è l’imprevisto che non ci voleva, quello che Michele Santoro era riuscito a dribblare nei giorni scorsi. Ora la conduttrice di Parla con me dovrà pazientare, ferma ai box per qualche giorno. Nella seduta del Cda di oggi, 23 settembre, è infatti mancato il numero legale per rendere valida la votazione a causa della mancanza in aula di cinque consiglieri legati alla maggioranza parlamentare. Si tratta di Verro, Rositani, Gorla, Petroni, Bianchi Clerici. Per ora non è quindi stato rinnovato il contratto alla Dandini e al suo programma serale. La presentatrice di Raitre, secondo i palinsesti, dovrebbe tornare in onda martedì 28 settembre. Ora quella data sarebbe tutta da confermare, anche perchè dalla redazione di Parla con me fanno già sapere: “Senza contratto non possiamo andare in onda“.

Le prime avvisaglie che l’esordio della trasmissione non sarebbe stato così liscio si erano avute nei giorni scorsi, quando la Rai aveva deciso di non mandare in onda lo spot in cui la Dandini scherzava con un finto Augusto Minzolini (nell’imitazione del comico Max Paiella). In quell’occasione anche il Presidente Garimberti aveva rimproverato la conduttrice, auspicando un “gioco di squadra” all’interno della tv pubblica. Poi c’erano state le dichiarazioni della stessa presentatrice, che in stile Santoro aveva annunciato l’intenzione di non rispettare le norme del DG Mauro Masi sui talk. “Ospiti, argomenti e composizione del pubblico spettano al conduttore” aveva detto.

Intanto Antonio Verro ha ridimensionato e giustificato l’accaduto: “Abbiamo scelto di non partecipare alla riunione di oggi, perché nell’ultima seduta del Consiglio si era deciso di non esserci questa settimana per solidarietà a Rositani che per motivi di salute non avrebbe potuto partecipare“. Da parte sua, il consigliere d’opposizione Giorgio Van Straten ha bollato l’episiodo odierno come “molto grave” e ha chiesto all’azienda di rendere note le sue intenzioni nei confronti di Parla con me, visto che lunedì mattina è prevista una conferenza stampa di presentazione.

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28
luglio

RAI: LE NOMINE SLITTANO A DOMANI. IN FORSE LA CONDUZIONE DI “IN MEZZ’ORA” DELL’ANNUNZIATA

Lucia Annunziata nello studio di In mezz'ora con Berlusconi

Siamo in piena estate ma in Rai si lavora alacremente per preparare la prossima stagione tv. Dopo molto rinvii, oggi era il giorno fissato dal Cda per stabilire le nuove nomine. Ma tutto è nuovamente rimandato a domani mattina. Tra le nominepiù attese quelle relative ai nuovi direttori di Raidue e Rainews, con Susanna Petruni e Franco Ferraro rispettivamente al posto di Massimo Liofredi e Corradino Mineo, secondo le proposte che sarebbero state formulate dal direttore generale. Domani quindi potrebbeero essere annunciati i nuovi direttori.

Nomine a parte, in Rai si apre un nuovo caso, dopo i precedenti illustri di Santoro e Dandini. Questa volta tocca a Lucia Annunziata che afferma: “Anche il mio caso è aperto, non so se tornerò a condurre ‘In mezz’ora’ in Rai”. Fino ad ora nessun dubbio era trapelato riguardo la sua conferma alla guida della trasmissione nel pomeriggio domenicale di Rai3, ma stando alle sue parole (“Non si sa se vedremo ancora ‘In mezz’ora’. Almeno con me”) il programma di approfondimento politico potrebbe tornare in onda senza l’Annunziata.

Per il momento nessuna replica, ma un nuovo grattacapo si aggiunge sul groppone dei vertici Rai. A questo punto, solo col caldo agostano verranno svelati gli ultimi tasselli.


16
marzo

IL CDA RAI CONFERMA LO STOP AI TALK SHOW: LA PALLA PASSA ALLA COMMISSIONE DI VIGILANZA

Nulla da fare. Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha confermato, nella riunione d’urgenza convocata ieri dal Presidente Paolo Garimberti, la delibera approvata il 1° marzo scorso: tutti i talk show politici resteranno sospesi fino alla conclusione del periodo elettore. La decisione, votata a maggioranza (5 voti contro 4) nonostante l’auspicio di Garimberti nel trovare un “punto di incontro” e la lettera del Presidente dell’AgCom Corrado Calabrò, cozza con la sospensione del Tar del Lazio del provvedimento varato dall’AgCom per le emittenti private, anch’esso basato sul regolamento predisposto per la Rai dalla Commissione di Vigilanza.

In altre parole, mentre Sky, Mediaset e Telecom Italia Media potranno proporre regolarmente programmi di approfondimento politico conformi alla legge sulla par condicio, la Rai sarà l’unica a doversi affidare alle sole tribune elettorali. Il CdA ha comunque dato mandato al Direttore Generale della Rai Mauro Masi di illustrare la situazione alla Commissione di Vigilanza (il cui Ufficio di Presidenza è convocato per oggi alle 13.30), a cui spetta quindi la “decisione” finale.

Il Presidente della Rai Paolo Garimberti rispetta la decisione della maggioranza ma si dichiara amareggiato “per la divisione” in Consiglio di Amministrazione e per la “mancata ripresa dei talk show”. Il Presidente della Vigilanza Sergio Zavoli, che insieme a Mauro Masi avrà il compito di trovare urgentemente una strada alternativa, ha espresso tutta la sua contrarietà alla delibera: “Si attendeva una scelta diversa in ordine all’invito di ripristinare i programmi d’approfondimento nel periodo elettorale, per i quali era gia’ stata ritenuta non obbligata la loro soppressione”.

Dura anche la reazione di Giovanni Floris:





15
marzo

IL TAR DEL LAZIO BOCCIA LO STOP DEI TALK SHOW POLITICI PER LE TV PRIVATE. IL CDA RAI CONVOCATO D’URGENZA

C’è grande fermento nei corridoi di Viale Mazzini. Non solo per la vicenda che riguarda Santoro,  Minzolini, Berlusconi e l’AgCom ma soprattutto per la decisione del Tar del Lazio sui talk-show politici delle emittenti private, sospesi giorni addietro dall’Autorità per la garanzia delle comunicazioni varando un provvedimento-costola del regolamento predisposto per la Rai dalla Commissione di Vigilanza.

La terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale presieduta da Maria Luisa De Leoni ha accolto il ricorso di Sky e Telecom Italia Media in relazione alla sospensione del regolamento varato dall’AgCom. Ne consegue che tutte le tv private (in primis Mediaset, Sky e Telecom Italia) potranno riprendere le trasmissioni di qualsivoglia talk show politico, purchè conforme alle canoniche norme sulla par condicio.

Grande soddisfazione per Sky Italia e, in particolar modo, per il direttore di SkyTG 24 Emilio Carelli, da sempre estimatore dei “faccia a faccia” politici in periodo elettorale. Anche Mediaset si è dichiarata appagata dalla sentenza e deciderà “responsabilmente” (a causa della ristrettezza degli spazi a disposizione) nei prossimi giorni come posizionare i propri programmi di informazione.

C’è chi, intanto, è nel caos più totale. Parliamo del Consiglio di Amministrazione della Rai, convocato oggi d’urgenza (alle 12) dal Presidente Paolo Garimberti.


2
marzo

IL CDA RAI SOSPENDE TUTTI I TALK SHOW POLITICI, I PROTAGONISTI PROTESTANO

Caos totale nella giornata di ieri. Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha infatti votato, a maggioranza, la sospensione temporanea, per tutto il periodo di campagna elettorale, della messa in onda dei talk show politici quali Porta a Porta, Annozero, L’ultima parola e Ballarò che, per un maggiore equilibrio politico, verranno sostituiti dalle classiche tribune elettorali.

La rigida applicazione del Regolamento della Commissione di Vigilanza (non era prevista, infatti, la sospensione della messa in onda ma un maggiore rispetto della par condicio in base a delle specifiche regole) ha scatenato l’ira di tutti i diretti interessati, pronti a combattere in nome della libertà d’espressione. In prima fila il Presidente del CDA Rai Paolo Garimberti che ha fatto il possibile affinchè non si arrivasse a tale soluzione, tentando per giunta la strada dell’interpretazione formale dalla Vigilanza.

Duro Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, che sottolinea il danno per l’azienda, per gli abbonati e per il sistema parlando pertanto di “trionfo del silenzio sull’informazione”. Lo segue a ruota Milena Gabanelli che, per quanto Report (come Presa diretta) non rientri nei “bersagli” del CDA, ha parlato (fonte: Radio Capital) di norma che “viola il principio democratico del diritto di essere informati e ci costringe a calpestare ciò in cui crediamo”.

Ma la decisione del CDA ha dato vita anche ad una guerra interna tra Bruno Vespa e Michele Santoro:





11
dicembre

IL CDA RAI BOCCIA IL “TELEVOTO FAZIOSO” DI MONICA SETTA

MONICA SETTA, "IL FATTO DEL GIORNO"

Faziosità! Un elemento imprescindibile, per una televisione stabile“. Eh già, proprio così! E’ più difficile trovare, tra i volti noti, dei personaggi che siano politicamente super-partes, che vedere Mina al Festival di Sanremo. L’ ultimo capitolo della saga de “i Faziosi” riguarda la straripante Monica Setta, volto nuovo e vincente (in termini di auditel) del pomeriggio di Raidue, rea secondo il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo (quota PD) di mettere in scena dei distorsivi televoti sulle questioni politiche di maggiore attualità che puntualmente danno ragione a idee e personaggi del centro-destra.

Il CdA Rai ha approvato l’obiezione del suo consigliere e ha quindi “tirato le orecchie” alla Setta, bocciando il meccanismo di partecipazione popolare al suo programma “Il fatto del giorno” e ammonendola anche sui toni sensazionalistici utilizzati, nonchè sull’annuncio di notizie esclusive “acchiappa-share” poi non comunicate e prive di riscontro (su tutti, i nomi dei politici che frequentano abitualmente transessuali).

Ho la coscienza a posto” ha risposto la Setta, che ha controbattuto punto per punto alle accuse a lei rivolte: “Il meccanismo del televoto l’ho ereditato da Milo Infante che l’ha utilizzato per tutta le passata stagione a ‘Insieme sul due’; [...] I miei ospiti sono sempre per il 50% del centro-destra e per il 50% del centro-sinistra. [...] E’ vero ho detto che avrei fatto i nomi dei politici che vanno a trans, poi non l’ho fatto. Ho ritenuto che non fosse giusto nei confronti delle loro famiglie. [...] E poi ho avuto paura: ho ricevuto telefonate notturne e sms anonimi con su scritto ’stai attenta’.”


27
novembre

QUESTIONI DI POTERE: IL CDA RAI SILURA IL DIRETTORE DI RAITRE RUFFINI, CEDE LA POLTRONA A DI BELLA E APPROVA L’AUMENTO DI STIPENDIO DI BRUNO VESPA

Antonio Di Bella

La settimana che volge al termine ha portato in Rai molte novità di cui da tempo si vociferava: il CdA di Viale Mazzini ha finalmente deliberato su alcune scelte cruciali per la scacchiera politica… pardon… per il palinsesto delle varie reti.

Su tutte, ha tenuto banco “l’atteso siluramento” del  direttore di Raitre Paolo Ruffini a favore dell’ex direttore del Tg3 Antonio Di Bella, a sua volta silurato a favore di Bianca Berlinguer. Una decisione che ha avuto una lunghissima gestazione a causa dei nuovi assetti del Partito Democratico (by Bersani) e che ha visto la luce grazie ai voti favorevoli di 8 membri del consiglio (tra cui quello del presidente del CdA Garimberti che ha parlato di Di Bella come di “un forte innesto di energia”), mentre si era espresso negativamente il consigliere Nino Rizzo Nervo. Ma non è finita qui.

Il CdA ha dato il suo assenso anche ad un altro nodo da sciogliere: il rinnovo contrattuale di Bruno Vespa, che dopo diversi rinvii, ha avuto la sua vittoria. A dispetto delle richieste di moderazione in tempi di crisi e delle analisi economiche, Vespa è riuscito ad ottenere un nuovo contratto, con tanto di aumento. Il giornalista abruzzese infatti guadagnerà dal 1 settembre 2010 al 1 settembre 2013 (con opzione per il 2014) 2 milioni e 124 mila € l’anno, tra base e serate speciali. Il contratto “base” del conduttore di “Porta a Porta” era di soli 1,2 milione di € annui a cui andavano aggiunti i “gettoni di presenza” per serate speciali e partecipazioni varie; con questo rincaro il giornalista abruzzese si vedrà riconosciuto praticamente per intero (300 mila € sui 400 mila € totali) l’aumento richiesto, con buona pace dei detrattori e dei conti economici Rai alimentati per lo più dai cittadini abbonati.