Carlo Panzeri



8
ottobre

BOOM! FEYLES E TIRABOSCHI VIA DA RETE4 E ITALIA1. IN DISCUSSIONE TUTTE LE DIREZIONI DI RETE (MARCO COSTA AI CANALI TEMATICI?)

Giuseppe Feyles

Giuseppe Feyles

Un corposo valzer di poltrone è pronto a scuotere Cologno Monzese. Da alcune settimane, infatti, a Mediaset sembrano essere in discussione tutte le direzioni di rete, comprese quelle dei canali tematici. Poche le certezze, che vi comunichiamo in anteprima.

Si tratta di due addii: quello di Luca Tiraboschi alla direzione di Italia 1 e quello di Giuseppe Feyles ai vertici di Rete 4, pronto – pare – a fare ritorno a Roma.

Incertezza sui successori, in relazione ai quali vi riportiamo alcuni rumors.

Mediaset: i rumors sulle nuove direzioni di rete

Per i canali tematici del gruppo, attualmente nelle mani dei direttori delle tre principali reti, si fa il nome Marco Costa che guiderebbe così tutti i canali minori free del gruppo.

Per Rete4 due, al momento, le alternative: una, più probabile, che vedrebbe Carlo Panzeri, già vice direttore dal 2006, salire al vertice; l’altra, meno accreditata, vorrebbe un passaggio di Luca Tiraboschi dalla seconda alla terza rete del gruppo di Cologno, sempre in qualità di direttore.

Per Canale 5 (unica direzione che potrebbe non subire variazioni) ancora più incertezza: circola persino il nome dell’ex AD di Magnolia, Ilaria Dallatana, ma pare ci sia chi non voglia nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi. Il motivo? Troppo ambiziosa, dicono.




9
maggio

PERCHE’ A MEDIASET SONO COSI’ LIBERI CON I BONOLIS E I POMERIGGI E CON I TELEFILM SONO MORALISTI? AL TELEFILM FESTIVAL SI DISCUTE DELLA CRISI DEI TELEFILM SULLE GENERALISTE

Telefilm Festival - Buscaglia-Freccero-Grasso-Leonardi

E’ già finita la Golden Age dei telefilm in Italia? Se lo chiedevano ieri Giorgio Buscaglia (Responsabile Programmazione Cinema e Fiction RaiDue), Laura Corbetta (Amministratore Delegato YAM112003), Carlo Freccero (Direttore Rai4), Marco Leonardi (Direttore contenuti Mediaset Premium), Carlo Panzeri (Vice Direttore Rete4), Alberto Rossini (Direttore editoriale Canali televisivi – Digicast spa), Fabrizio Salini (Vice Presidente Fox Channels Italy) e Luca Tiraboschi (Direttore Italia 1), ospiti del dibattito moderato da Aldo Grasso nel corso del Telefilm Festival. Alla base della domanda gli ascolti in calo della produzione telefilmica sulla tv generalista, passati dall’11.09% di share di due anni fa all’attuale 9.81%. La kermesse ha provato ad analizzare, con l’aiuto del CERTA (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano), le ragioni che hanno determinato la flessione negli ascolti. Un calo generalizzato che, però, come la ricerca ha evidenziato, non ha colpito il genere procedural.

A tal proposito, Giorgio Buscaglia non può che ammettere il buon funzionamento dei polizeschi, frutto altresì del lavoro di Cbs che ha deciso di puntare sul genere riscuotendo notevoli successi. “I polizieschi – continua Buscaglia – si concludono in una puntata; il pubblico non ne può più ed è difficile far capire che la serie continua. Lost su Raidue ha perso audience dalla prima puntata della seconda stagione cioè da quando si è scoperto che c’era una botola”. Alle affermazioni di Buscaglia fanno eco quelle di Fabrizio Salini, convinto che il procedural sia un genere capace di catturare più pubblico; ciò malgrado nel caso di Fox e della sua molteplice offerta il problema della supremazia di un genere non si pone. Sullo stesso argomento, Freccero ritiene che il procedural sia un genere da sempre radicato nei gusti del pubblico: “credo che ci sia un consumo stabile della tv generalista di alcuni generi. Tutti questi telefilm della Cbs hanno preso il posto di Derrick”. Chiamato a rispondere, invece, sulla crisi dei telefilm in generale, il guru di Rai4 parla di mancanza di editorialità delle generaliste e, lanciando una frecciatina a Tiraboschi, aggiunge: “Chi vede il telefilm nella generalista è un disgraziato, perchè glielo spostano continuamente. Rabbrividisco con Dr. House, prima su Italia 1, poi su Canale 5, poi ancora su Italia 1. Dicono che ci sia il coordinamento palinsesti, e chi fa tv sa che chi ci lavora è gente che non fa nulla”.

Non coglie la provocazione, però, il direttore di Italia 1 che si limita ad individuare le tre cause alla base della crisi. Queste sono individuabili nel mutuato scenario competitivo (“una volta Italia 1 era la matrice da cui uscivano le grandi serie televisive, oggi i telefilm sono trasmessi da tutti”), nell’usura del prodotto e nel download (“alle generaliste il prodotto arriva per ultimo; inoltre la differenza tra un successo di una serie e l’insuccesso è di circa 400 mila telespettatori, gli stessi - pressapoco – che seguono il telefilm sulle altre piattaforme”) e nella sceneggiatura (“negli ultimi anni non ho visto niente di forte, solo scimmiottamenti”).