Si sente dire spesso: largo ai giovani! Questo proclama, sintomo di una società che non offre grandi spazi alle nuove leve, sembra non valere per la nostra televisione e per questo chi è ancora convinto che la tv di oggi rappresenti lo specchio dei tempi è costretto, suo malgrado, a ricredersi.
Da anni, infatti, prerogativa assoluta del mezzo televisivo è quella di mostrarci frotte di ragazzi e ragazze, teen-ager o freschi maggiorenni, provenienti da tutta Italia pronti a mostrare talenti veri o presunti in una qualsiasi disciplina, tutti accomunati dall’unica speranza che all’accensione di quella piccola lucina rossa segua un percorso in salita nel mondo dello spettacolo piuttosto che un ritorno, dopo i fatidici dieci minuti di celebrità, all’anonimato. E così tra il proliferare dei tanti talent e reality show in cui campeggiano volti freschi pronti a tutto pur di entrare nella gloria, il pubblico italiano da una decina d’anni a questa parte sembra essersi abituato, se non rassegnato, a questa passerella di under diciotto che, se da un lato, con la loro presenza, sembrano dimostrare la presunta democraticità di un mezzo, quello televisivo, davvero aperto a tutti, dall’altro ricordano, impietosamente, a chi la maggiore età l’ha passata da un pezzo, che se hai più di trent’anni e aspiri ad avere un posto davanti alle telecamere ti conviene iniziare a cercare un lavoro serio.
Sono lontani i tempi in cui l’unico spettacolo dove a farla da padrone erano i giovani, anzi i giovanissimi, era lo storico Zecchino d’Oro, vero e proprio simbolo di una televisione d’altri tempi e che doveva il suo successo, chiaramente non ripetuto in questi ultimi anni, proprio allo stupore a alla sorpresa con cui gli italiani che furono si trovavano ad accogliere nelle loro case ingenui e spaesati ragazzini che infondevano tenerezza proprio perchè si muovevano e cantavano come… ragazzini. A rivedere quei filmati in bianco e nero magari molti sorrideranno nel ritrovare una tv fatta quasi in casa con pochi mezzi ma in cui ancora una competizione tra bambini era vista come un semplice gioco, soprattutto se confrontata con quella degli show di grande successo che Rai e Mediaset ci hanno propinato negli ultimi anni. L’impietoso paragone a cui chiaramente alludiamo è quello con i talent show “Ti Lascio una Canzone” e “Io Canto” capaci di attirare, negli ultimi mesi, davanti ai teleschermi milioni di persone al grido di “ascoltate il prodigio più bravo”. Ed eccoci dunque ad ascoltare la bimba che canta come Mina o che scimmiotta Britney Spears o il piccolo tenore che canta come Pavarotti.