Ieri sera abbiamo avuto uno spaventoso sentore: che la forza e l’originalità del cast di questo Grande Fratello fosse tale solo all’apparenza?
In una seconda puntata decisamente sottotono, i caratteri forti, e le personalità di spicco delle quali ci eravamo illusi lunedì scorso, sono cadute come foglie d’autunno, al primo colpo di vento. O forse non c’erano mai stati, e le impressioni di facciata ci avevano miseramente tratto in inganno. Incapaci di un minimo di furbizia, i “ragaaazzi” dimostrano il massimo della loro capacità di annoiare una volta seduti in confessionale, quando nominare dei perfetti sconosciuti si trasforma in un’impresa titanica, fra lacrime e struggenti dilemmi. E non sono bastati i tentativi del Grande Fratello di trasformare le urla del gaio Maicol in un momento di comicità: le immagini, già viste durante il day-time, hanno un loro potenziale di ironia, ma non riescono a salvare il quadro di apatia generale. Anzi, il faro illuminato sull’eccentrico primo gay dichiarato del GF contribuisce soltanto a mettere ancora di più nell’ombra quelli che sono dei veri e propri fantasmi, inquilini come Diletta, Giorgio e Cristina, di cui sappiamo poco e niente, e che a stento abbiamo sentito parlare. Così, archiviato il caso dell’esilio volontario di Daniela e Sabrina, rimaste nella casa dopo esser state tartassate dalla quanto mai giusta paternale di Alfonso Signorini e fischiate dal pubblico intero, la casa ha visto aumentare il suo potenziale acchiappa-share con tre nuovi ingressi, non del tutto inaspettati.
DM, infatti, raccolta la sfida del Grande Fratello a cercare il trans di questa edizione, ha scoopato in grande stile rivelandovi in anteprima esclusiva l’ingresso di Gabriele Belli. E così, la suspance creata ad arte è servita a poco. Ma non s’è fatta attendere neanche una buona dose di ipocrisia che ha pervaso la Marcuzzi, che in barba alla notorietà acquisita dalla nostra notizia, ha pensato nientepopodimenoche di “svelare” che il concorrente trans non era fra quelli già in casa, ma doveva ancora varcare le soglie della ipercitata porta rossa di Cinecittà. Eh si, non lo sapeva davvero nessuno; ma inutile prendersela con la povera Marcuzzi che altro non può se non affidarsi a cartellette, copioni e bifidus actiregularis vari. Già noti ai più, dunque, viso e storia del concorrente trans, i telespettatori hanno osservato le tranquille reazioni dei coinquilini, fra saluti e presentazioni di rito, preludio di una vera e propria eclissi del concorrente, in un misto di imbarazzo e timidezza che lo ha reso invisibile alle telecamere, ed ha esaurito del tutto quel minimo di attrattiva in cui il suo ingresso poteva ancora sperare.